sabato 2 maggio 2020

Industria 4.0 e globalizzazione moderna

La recente pandemia ha accelerato un cambiamento che giá era in atto, che impatterá pesantemente nella vita di tutti i giorni.
Mi riferisco all'arrivo della cosiddetta Industria 4.0.

Ogni cambiamento produttivo ha ingenerato cambiamenti sociali, che a loro volta hanno condotto a nuove forme di organizzazione, nuovi sistemi fiscali, nuove tecnologie, nuove abitudini, nuove necessitá (cambio della domanda) e nuovo lavoro per psicanalisti, sociologi, politici e via discorrendo.

Di fondo, si tratta di agire su un incremento della produttivitá.
E mi riferisco a cambiamenti che fanno fare salti quantistici alla produttivitá, non semplici miglioramenti.

Possiamo identificare tre salti di produttivitá, legati alla produzione, negli ultimi 250 anni.

Prima rivoluzione industriale: introduzione di sistemi di produzione meccanizzati che traevano energia dal vapore. Nel 1784 venne introdotto il primo telaio meccanico. I cambiamenti sociali furono enormi, poiché migliaia di persone finirono disoccupate, i campi da coltivare si svuotarono mentre la gente, specie i ragazzini, finivano a lavorare in capannoni infernali. La produttivitá esplose, tuttavia, e iniziarono a nascere i moderni sindacati, le lotte di classe, e via discorrendo.

La Seconda rivoluzione industriale ebbe luogo per opera di Henry Ford, con l'introduzione del nastro trasportatore per l'assemblaggio delle automobili e con l'introduzione dell'industria verticale. Il nastro trasportatore venne impiegato per la prima volta nel 1870, e poi usato per la Model T nel 1908.

La Terza rivoluzione industriale inizia ad essere meno "visibile" e inizia negli anni 70 del XX secolo con l'introduzione dei microntrollori programmabili per i robot di produzione, assemblaggio e integrazione. Pensiamo per esempio alla produzione di circuiti stampati, saldatura e verniciatura di automobili. L'uso di robot ha migliorato enormemente la qualitá del prodotto finale perché di fatto la ripetibilitá, la precisione e l'accuratezza di una fresatrice a controllo numerico sono infinitamente superiori rispetto al controllo della mano umana.

Ora, la Globalizzazione per come la conosciamo noi é nata intorno agli anni '80 per diverse ragioni, che elenco qua brevemente e che sono un mix di tecnologia, finanza e politica monetaria.


  1. L'invenzione del container, che ha consentito di standardizzare la logistica dal paese di produzione al paese consumatore. Invece di avere casse, bauli, reti, anfore, etc. un container passa da un tir ad una nave ad un altro tir ad un treno senza mai essere nemmeno aperto, e tutto con sistemi automatici e a controllo numerico. Il container ha consentito di abbattere i costi cosí tanto che anche se produci in Bangladesh i costi di trasporto sono cosí bassi che nemmeno vengono considerati nel prezzo finale di un paio di jeans venduti in Italia.
  2. L'abolizione del gold standard tra il 1969 e il 1973, che ha consentito agli USA di avere enormi deficit di bilancio, e quindi di pagare con i dollari la merce proveniente dall'Est asiatico senza avere limiti legati al pegging con l'oro. 
  3. La creazione di denaro dal nulla da parte delle banche che hanno alimentato un' enorme massa di credito nel sistema bancario che ha a sua volta consentito agli USA, nonostante la deindustralizzazione causata dal punto 2, di pagare a debito quanto comprava dalla Cina, per trent'anni.
  4. L'invenzione della cartolarizzazione che ha consentito di spalmare il rischio di default da un paese a tutto il mondo, in un enorme sistema di vasi di liquiditá comunicanti. 
  5. L'ascesa della Cina che ha reinvestito l'enorme liquiditá (500 miliardi di dollari l'anno) proveniente dagli Stati Uniti per modernizzare il paese.
Qual é il problema di questo modello? 
Di fatto, la produttivitá é rimasta sempre la stessa, semplicemente si abbattono i costi producendo in paesi dove il costo del lavoro é piú basso. Se poi il costo del lavoro sale (produrre in Cina a Shangai é piú costoso che negli USA), ci si sposta in Bangladesh, Vietnam, Kenia, etc.

E' un sistema disfunzionale: 
  1. inquina moltissimo perché la merce consumata qua é stata prodotta a migliaia di km di distanza. 
  2. sfrutta lavoro minorile in zone del pianeta dove i diritti sono carta straccia
  3. deindustrializza il paese ricco che poi in caso di crisi non é in grado nemmeno di produrre mascherine e ventilatori perché mancano le industrie manufatturiere.
  4. Crea massicci squilibri sociali: il manufatturiero collassa, e chi invece ha potenti strumenti finanziari si arricchisce, perché puó delocalizzare. Sparisce, in sostanza, la classe media. E nascono i movimenti cosiddetti populisti che non capiscono nulla di quello che succede ma sparano ad alzo zero sui "nemici". 
  5. Sposta la popolazione in megalopoli favorendo la nascita di epidemie, povertá, sporcizia, delinquenza.
Qual é la soluzione?
Cambiare paradigma produttivo. La produzione deve essere a km zero.

Ed é qui che entra in gioco Industria 4.0. 

Nel prossimo post inizieró a spiegare di cosa si tratta.

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