sabato 22 febbraio 2020

Cina - la prova di numeri addomesticati

[Pubblicato originariamente su The Speculative Investor - tradotto, adattato e integrato per ExitEconomics]

I numeri sulla crescita del PIL, e in genere di qualsiasi altro dato statistico riportato dal Governo Cinese, sono propaganda di Stato.

Ad esempio, nel primo decennio di questo secolo, l'obiettivo del partito era dimostrare che l'economia stava andando alla grande, e quindi i numeri sulla crescita del PIL erano spesso sopra il 10% e MAI sotto l'8%. Piú recentemente, la preoccupazione era quella di mostrare che il progresso si accompagnava alla sostenibilitá, e quindi i ritmi di crescita del PIL si sono assestati intorno al 6-7%. Per noi europei, ma anche per gli americani, o gli australiani, si tratta di numeri stratosferici, soprattutto perché continuativi per 25 anni (vedi grafico).


Notare che mentre nel 2009 le economie occidentali collassavano, la Cina ha fatto "solo" +6%, secondo i dati ufficiali.
E'incredibile che gli analisti occidentali abbiano preso per attendibili queste cifre per un quarto di secolo: probabilmente, le cifre sono state accettate perché non c'era modo di provare che fossero false.

Bene. Veniamo ad oggi.

Secondo i giornali, a causa del CoronaVirus la crescita della Cina dovrebbe rallentare, nel primo trimestre di questo 2020, passando dal +6% ad un piú modesto 4-5%. La realtá peró é che l'economia cinese non puó crescere al momento. Enormi aree del paese sono in isolamento  e industrie, ristoranti, negozi sono stati temporaneamente chiusi.
Faccio presente che anche durante la crisi del 1929, quando in America il sistema economico stava implodendo, la gente usciva per prendersi una birra nei bar. In Cina intere cittá sono deserte, inclusa Shangai.
Il turismo é crollato, le vendite immobiliari sono precipitate del 90% (no, non é un errore di battitura, c'é stato un crollo del 90%) e le vendite di auto sono state disintegrate. Piú di duecentomila voli da e per la Cina sono stati cancellati.

La gente in Cina non puó andare al lavoro, e quindi in molte grandi cittá cinesi, inclusa Shangai, il governo ha imposto alle agenzie governative proprietarie di immobili in affitto di non richiedere il pagamento degli affitti da piccole e medie imprese durante i mesi di Febbraio e Marzo.

Ulteriori esempi dei devastanti effetti del virus sull'attivitá economica sono riportati in articoli pubblicati il 13 Febbraio sul South China Morning e Caixin. In particolare, secondo il SCMP:
"All'ufficio del lavoro di Zhaopin ha detto questa mattina che circa il 10% delle aziende che loro monitorano sono in procinto di chiudere, con una attesa di tagli di posti di lavoro intorno al 30%. Un altro 30% delle aziende non possono pagare gli impiegati nei tempi dovuti".

Secondo il giornale cinese Caixin: "Anche prima dello scoppio della pandemia, moltissime piccole imprese annaspavano con vendite in calo legate alla contrazione dell'economia cinese, dopo decenni di crescita. Le aziende ora stanno affrontantando un serissimo problema di crisi di liquiditá. Molte imprese non sanno come pagare gli stipendi, e possono sopravviere solo per pochi mesi usando le loro risorse, anche se Pechino dovesse intervenire con aiuti di Stato".

E' secondo me probabile che la Banca Popolare Cinese abbasserá i tassi di interesse, e entrerá a gamba tesa nel sistema bancario per dare liquiditá e sostegno ad imprese altrimenti spacciate.
Sarei curioso di sapere cosa succederebbe in Italia se le imprese non fossero in grado di ripagare i debiti nel breve periodo. 


A questo punto, é chiaro a chiunque dotato di un minimo di logica che l'economia Cinese non sta crescendo, ma si sta contraendo. Segno MENO, ragazzi, non "piú". Per la prima volta dopo decenni. Pertanto, se il governo cinese ci racconta che ha fatto +4% nel primo trimestre di quest'anno, sará una conferma che i numeri ufficiali sono completamente finti. L'unico modo che ha la Cina di mantentenere una parvenza di credibilitá, é ammettere che nel primo trimestre l'economia si é contratta.

Aspettiamo i numeri del PIL cinese del primo trimestre di quest'anno: saranno un test di piú ampio spettro.

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Post-scriptum: e l'Italia? 
Dagli eventi in Cina possiamo trarre previsioni.
In Italia, con i primi casi di Coronavirus in Veneto e Lombardia, abbiamo iniziato a capire da ieri cosa significa avere interi paesini e cittadine chiusi e messi in quarantena, con la gente invitata a stare chiusa in casa. Una classe politica di mediocri e incompetenti si é fatta trovare completamente impreparata a gestire una epidemia largamente prevedibile negli effetti e nella vastitá. 
E'probabile che, su scala ridotta, gli stessi effetti negativi sull'economia ci saranno in Europa, in US e in Italia. Se la gente non esce, non compra; se non lavora, non guadagna; e se non guadagna, non spende. Se non spende, le imprese non vendono, i trasporti non trasportano, gli stati non collezionano tasse, gli impiegati non vengono pagati, etc.
Tutto negativo? al solito, in ogni cambiamento, ci sará chi fará i soldi, e trarrá profitto nel medio periodo, e chi invece soffrirá pesanti contraccolpi. Che saranno simili a quelli di una pesante recessione. Io ci sto pensando.

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