lunedì 24 febbraio 2020

La causa della recessione tedesca ha un nome: Tesla

Ancora mi ricordo quando quattro anni fa (era il 2016) i cosiddetti esperti dicevano che Tesla usava un modello di sviluppo, basato su aiuti pubblici, che non avrebbe mai funzionato nel medio periodo.
E continuavano a shortare Tesla, scommettendo cioé in un crollo del valore delle azioni: quando shorti un titolo, significa che se il titolo scende, allora tu guadagni.

Bene, si sono sempre bruciati le dita. Oggi Tesla vale piú di GM e Ford messe insieme, in America.
All'epoca, mi ricordo che la pensavo come loro. Non shortai Tesla, ma non ne comprai nemmeno le azioni. Pensavo, erroneamente, che Tesla campasse muovendo fondi da una ditta in procinto di fallire ad un'altra, poi ad un'altra etc. Mancavo di visione.
Oggi mi sto mangiando le mani.

Giá, perché negli ultimi mesi ho superato la mia chiusura mentale (chiusura vera e propria, non pigrizia)  verso Tesla e ho iniziato a studiare:
1) La tecnica dietro i moderni motori a induzione;
2) L'intelligenza artificiale, in particolare le reti neurali convolutive, che stanno alla base del riconoscimento delle condizioni stradali per la guida autonoma;
3) Le modalitá di fabbricazione, integrazione e test di una vettura elettrica;
4) L'integrazione con reti ad alta velocitá come il 5G.

Come ingegnere di prodotto, e specializzato in Ricerca e Sviluppo, ho capito che avevo preso per primo io una cantonata pazzesca tre anni fa. Avevo sovrastimato le analisi finanziarie e sottostimato il gap tecnologico fra Tesla e i concorrenti. Se non altro, non ci ho perso un euro.

Ho giá ampiamente scritto che la Volkswagen, e l'industria automobilistica tedesca, hanno giá raggiunto il picco della produzione. D'ora in poi, potranno solo scendere, e rischieranno seriamente di passare un "momento Kodak", o "momento Nokia", per l'incapacitá di adeguarsi ad un nuovo paradigma tecnologico: l'elettrico, unito all'intelligenza artificiale per la guida senza conducente.
Tesla é dai 3 ai 5 anni avanti ai suoi competitor in varie tecnologie. E, come per l'iPhone dieci anni fa, fa "trend".
Proprio il fatto che gli "analisti finanziari" non capiscono nulla di breakthrough in nuove tecnologie, e nei tempi necessari perché ricerca base diventi produttiva (ne ho giá parlato in merito al confronto USA-Cina) ha fatto sí che gli "esperti finanziari"abbiano preso un abbaglio colossale pensando che la discesa in campo di colossi come BMW, Mercedes e VW nell'elettrico avrebbe segnato la fine di Tesla.

Eccola, plasticamente in un grafio, la "fine"di Tesla nel Nord America.


La Model 3 si beve in un solo colpo BMW e Mercedes.

Tesla é, senza giri di parole, una minaccia esistenziale all'industria automobilistica tedesca.
E poiché il 40% dei  componenti che vengono assemblati in un'auto tedesca arrivano dall'Italia (eh giá!), ci saranno pesantissimi contraccolpi per le aziende italiane, principalmente lombarde.

E'importante capire che un'auto elettrica richiede meno operai di una benzina o diesel per essere prodotta e assemblata. Un'auto elettrica ha molti meno componenti, é piú semplice, si guasta di meno, e siamo agli inizi in termini di miglioramento dell'affidabilitá.

Non c'é protesta che tenga: si puó anche scendere in piazza, come stanno facendo molti tedeschi, per impedire che venga costruita una Tesla Gigafactory in Alemagna, con la scusa che tirano giú le foreste, ma il futuro é chiaro. E'elettrico, senza se e senza ma.

Sarebbe ora da investire nelle aziende che si occupano di elettrificazione dei centri urbani, e nuove tecnologie per lo stoccaggio dell'energia elettrica, o per la loro distribuzione. Affronteremo l'argomento in futuro.

Al momento nessuna casa automobilistica tedesca ha nel proprio portafoglio un'auto che puó rivaleggiare con la Tesla Model 3. E il gap si sta facendo piú grande, perché Tesla non ha il problema della riconversione, non ha il problema della gestione di milioni di licenziamenti, cosa che invece le Case automobilistiche tedesche devono affrontare e gestire.
Inerzia. La Germania soffre di una enorme inerzia causata dal fatto che per anni, complice una moneta sottovaluata, l'euro, ha campato sugli allori, spingendo su tecnologie motoristiche in cui eccelleva ma che ormai hanno raggiunto il picco in termini di ritorno di investimento. Se non ci fosse stato l'euro ad aiutarla, la Germania sarebbe giá ampiamente in recessione. Da anni.











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