Ogni volta che guardiamo un talk show, e si invita un sedicente economista, guarda caso questo "economista" ha opinioni su tutto: minibot, lavoro, deficit, debito pubblico, tasse, etc.
Ora, usiamo un po'di logica e buon senso.
Secondo voi, un dentista (dottore) ha competenze per parlare di problemi ormonali (che spettano ad un endocrinologo) o disturbi mentali (competenza dello psichiatra)?
Direi di no. Un dentista ha conoscenze di base su ormoni e cervello, frutto di studi in medicina, ma non può essere invitato ad un talk show a parlare di cose mediche che non gli competono.
Idem per un ingegnere. Io sono ing. elettronico, ma certo non mi metto a parlare per ore di strutture portanti primarie o secondarie (compito dell'ingegnere strutturale), di problemi di produzione di circuiti stampati (oggetto dell'ingegnere di produzione o di materiali e processi). Sí, ho conoscenze anche di strutture, di materiali e processi, ma anche in tema di elettronica, se devo informarmi in merito a specifici problemi di packaging di un integrato, devo ricorrere all'esperto.
Quindi ingegneria e medicina hanno esperti che lavorano e forniscono opinioni qualificate nel loro specifico settore di competenza.
Perché nei talk show fanno parlare su temi macroeconomici e monetari tale Boldrin, che si occupa di microeconomia e sviluppo tecnologico (qualunque cosa significhi 'sta qualifica)? Tra l'altro si era messo insieme a quel mentitore seriale di Oscar Giannino con quel progetto scassato "fermare il declino", finito giustamente nella pattumiera della storia dopo due nanosecondi dalla nascita.
La risposta ce l'avrei pure ma la ometto per evitare querele.
Quindi, quando sentite parlare gli economisti, googlate il loro nome e vedete che esce fuori. Questa é la prima barriera alla disinformazione.
Altra cosa: la realtà dice molto di più della teoria.
L'economia non é scienza esatta, é scienza sociale. Se io metto in orbita un satellite per telecomunicazioni e il ricevitore si "frigge" perché non ha retto le radiazioni, so chi é il colpevole. Il design faceva acqua, il dato transistor non era stato controllato, etc.
In economia, é vero tutto e il contrario di tutto. Esistono teorie, tante teorie. Peró obiettivamente l'euro é stato un disastro. Si stava meglio prima della sua introduzione. E' un fatto. E infatti tutti i paesi stanno studiando exit strategies...just in case.
Quindi siamo immersi in un brodo di notizie e il lettore medio non ci capisce una mazza.
Ecco perché, se capite come nasce il denaro, avete la prima bussola.
La seconda barriera alla disinformazione é riconoscere la realtà per quello che é, NON piegare la realtá per accomodarci le teorie che ci propinano o avere vaghi sensi di colpa se il professorone vi dice che non avete fatto i compiti a casa.
La pre-domanda da farsi é: i compiti assegnati sono sensati? giustificano lo sforzo? il professorone ha le competenze necessarie per imporre questi compiti? Vedrete che con queste domande viene giú tutta l'eurozona per come é stata architettata. Perché la ricerca delle risposte vi porrá davanti a tutta una serie di veritá che saranno come schiaffi in faccia.
Dolorosi, ma servono a crescere.
A me alcuni "economisti" fanno ridere. In un problema ci sono 100 variabili ma siccome il modello econometrico é troppo complesso, allora ne fissano novantanove e ne muovono una sola, di variabile, e fanno un grafico. Per quella sola variabile! E ripetono il processo per le altre variabili.
Alla fine avete tanti grafici differenti: disoccupazione, inflazione, deficit/PIL, debito/PIL, partite correnti, tassi di interesse a breve, tassi di interesse a lungo termine, crescta del PIL, spesa delle famiglie, etc.
Tirano fuori i Documenti di programmazione economica e finanziaria e infatti non ci prendono mai. Non talvolta. MAI! Ci sono spesso errori del 500%. Eppure continuano imperterriti a usare le vecchie metodologie. E i giornalisti continuano a intervistarli, perché giornalisti, politici e certi economisti da salotto fanno parte dello stesso...salotto, appunto. E'una pesantissima inerzia informativa che fa solo danni ma esiste per ragioni storiche.
Ci sono poche verità economiche di fondo. Per dirne una: se il credito non viene creato, non vi puó essere attività economica. Se il credito si contrae, si va in recessione. Ecco perché il pareggio di bilancio in Costituzione é una cagata pazzesca. Voluta dai Tedeschi, ovviamente, che volevano essere sicuri di non avere competitor industriali, e noi abbiamo obbedito a pecorina.
Così funziona il mondo oggi. Ecco perché fanno i Quantitative Easing, per creare credito, non importa come il credito venga impiegato. Poi però nessuno vi spiega come mai i QE aumentano il gap fra ricchi e poveri e NON producono crescita nel lungo periodo. E quale é la commistione micidiale fra immigrazione fuori controllo (che l'economia NON misura) e quantitative easing: i due concetti sono strettamente collegati. Idem per i dazi di Trump alla Cina e il muro al confine con il Messico.
In questo video ci facciamo una chiacchierata da bar e parliamo di Trump, dazi, Cina, Wall Street, Giappone, globalizzazione e immigrazione. Ciliegina sulla torta: Bretton Woods e Blade Runner.
Until next time.
PS: parlando a braccio ho detto un milione di dollari al secondo. In realtá sono un milione al minuto.
Si fa un gran parlare di Quantitative Easing, di Minibot, di Target 2, di riserve bancarie.
Tutti questi argomenti hanno un denominatore comune, che é importante capire.
Il denominatore comune é la creazione del denaro.
Fateci caso: nei giornali, inclusi i giornali finanziari, come ilSole24h, non é mai spiegato come nasce il denaro nelle banche, come viene distribuito, e la differenza fondamentale tra contante, minibot, pagamenti interbancari etc. La gente non ci capisce niente, e non la biasimo, se anche giornalisti preparati con laurea in economia come Porro dicono alle volte solenni fesserie, tipo questa qua al minuto 2:30 di questo video. Perché dice 'ste fesserie, ovvero perché i MiniBot in realtá sono tutt'altra cosa rispetto al Quantitative Easing? perché Porro non ha chiara la differenza fra riserva bancaria di una banca commerciale presso una Banca Centrale e Attivi di un bilancio nella banca commerciale. Ma questi discorsi sono troppo avanti rispetto al video di oggi.
Se seguite ExitEconomics, sapete che io insisto su poche ma fondamentali principi.
Primo: il denaro é essenzialmente informazione. Oggigiorno il denaro é credito, cioé viene creato dalle banche. Ho spiegato questo principio nel primo video del canale youTube Exitconomics. Per i piú formali ed esigenti fra di voi, parliamo di Teoria Endogena della Moneta.
Secondo: il denaro si porta sempre dietro un tasso di interesse, da pagare. Ho spiegato questo principio nel secondo video del canale Youtube ExitEconomics. Quindi denaro é credito. Credito, debito, denaro, soldi...chiamatelo come volete, la sostanza é quella.
Oggi approfondiamo il primo video, e capiremo meglio quando dico che il denaro é informazione. Vedremo infatti cosa succede quando il denaro viene creato e come entra nell'economia reale, offrendo la possibilità di spendere.
Faremo un esempio tratto dalla realtà: vado in banca a chiedere un prestito di 10mila euro. Cosa succede a quel punto nel MONDO reale?
Non dimenticate i commenti sotto il video! E se avete domande, critiche, suggerimenti, scrivete nei commenti, in modo che io possa trovare le comunalitá fra le domande e preparare dei video di chiarimento.
Non sono uno youtuber professionale, faccio altro per vivere per cui carico un video quando ho tempo, però sono rapido nel rispondere ai commenti.
Avevo negli occhi la foto di Noa Pothoven, la diciassettenne olandese che aveva deciso per il suicidio assistito. Sembra che i genitori l'abbiano lasciata morire, col placet implicito dei medici, che non avevano acconsentito a eutanasizzarla in una struttura specifica perché ancora minorenne. Già, in Olanda puoi fare domanda di suicidio assistito anche se giovanissimo.
E mi sono domandato: "Ma in che cazzo di paese sono andato a vivere, che consente ad una diciassettenne di morire?"
E poi: "ma quel pezzo di merda che l'aveva molestata, e anche violentata da bambina, che fine ha fatto? marcisce in galera oppure é in una allegra comunità di recupero o addirittura é libero e ha messo su famiglia?".
La seconda domanda non troverà risposta: questa ragazzina per anni non aveva raccontato ciò che le era successo. Né i giornali sembrano interessati a scoprirlo. Tra l'altro Noa aveva scritto un libro, dice, per aiutare i ragazzi. Solo che alla fine, proprio lei, non ce l'ha fatta e ha mollato.
Che razza di paese viene considerato Tripla A per la qualità dei titoli di Stato e lascia morire i propri figli?
Guardiamo all'Olanda come un Paese evoluto, dove la libertá decisionale dell'individuo é sacra, dove la droga leggera é ammessa nei coffee shop, dove gli arabi sono liberi di formare comunitá ghetto come a l'Aja perché c'é libertá di culto, dove la libertá di impresa é massimamente promossa, dove le tasse per le imprese sono al minimo storico e poi...
SEIMILASEICENTOSETTANTADUE casi di suicidio assistito nell'anno passato?
Ora ve ne dico un'altra.
In Olanda il sistema sanitario é, di fatto, PRIVATO.
Quindi i medici di famiglia si trovano a gestire un budget annuale per le spese mediche che cercano di non far sforare.
Non sará per caso che, visti gli alti costi per le cure delle malattie e dei disturbi mentali, é piú facile risparmiare spingendo per il suicidio piuttosto che investire in attrezzature, psicofarmaci, medici e paramedici di supporto per esseri umani piú sfortunati degli altri?
Se metti la Sanitá in mano ai privati, e quindi alle assicurazioni, i casi disperati diventano fastidiose code gaussiane che incrementano sensibilmente i costi e azzerano i profitti. Soluzione buonista? Eccola: "siamo talmente evoluti e rispettosi della volontá del prossimo che ti suicidiamo, con tutti i comfort". Il fatto che in questo modo diminuiscono i costi per queste Assicurazioni é del tutto marginale, no?
Uno dirá: aspetta, non generalizzare, ci sono casi di neoplasie e malattie neurodegenerative che non lasciano scampo e l'eutanasia é un'atto d'amore e rispetto.
Vero.
Ma guardiamo ai dati: nel 2018, in Olanda, 205 casi di suicidio assistito per malattie nervose. Ci mettiamo dentro anche la depressione.
Ho conosciuto ragazze in Italia che avevano tentato il suicidio: furono prese per i capelli e portate in ospedale e hanno avviato un lungo percorso terapeutico.
Ora sono donne in gamba, con la loro famiglia. Certo, magari dovranno prendere psicofarmaci a vita, fare terapia, ma saranno persone che condurranno una vita normale e piena.
Che senso ha un paese che dice ai giovani: "Se non ce la fate, vi aiutiamo a levarvi di mezzo?"
Che esempio dá? Specie a quegli adolescenti piú fragili di altri che vedono un problema momentaneo come un ostacolo per tutta la vita?
Certo, le statistiche diranno che la gente in Olanda é felice: ovvio, se quelli profondamente infelici li levano di mezzo con leggi di Stato, le statistiche diranno che la situazione é migliorata.
Adesso hanno messo sui bancomat le immagini dei bambini scompars, primo caso al mondo.
Hanno fatto benissimo. Hanno avuto il coraggio di levare un velo su notizie che fanno accapponare la pelle. In Italia sparisce un bambino ogni settimana, e meno di uno su cinque viene ritrovato.
[Fonte]
Poi peró non si investe a sufficienza in strutture di supporto a chi, bambino, ha subito traumi e non ha piú recuperato. Ci sono casi di bambine violentate che poi si tolgono la vita, anni dopo, in Italia.
Ma non fanno notizia. Sui giornaloni "di sinistra" fa notizia invece che sono considerati nazisti quelli che promuovono la castrazione chimica.
Stiamo proseguendo su un crinale pericoloso, che ci porta dritti verso la negazione della vita: a breve, diranno che la cura contro il cancro per gli anziani non giustifica i costi per la collettivitá visto che l'aspettativa di vita residua é minuscola.
Numeri, non persone.
Statistiche, non popoli.
E, a scanso di equivoci, ci tengo a chiarire che non sono religioso. Profondamente laico, credo nella ragione professata dagli antichi greci come luce nell'oscurità, ma un bambino é il futuro e ogni risorsa va investita nella sua protezione e crescita.
Leggiamo nei giornali che per attraversare il Mediterraneo dalla Libia occorrono migliaia di euro.
Duemila? Tremila? Mille?
Non lo sappiamo con certezza. Spesso nemmeno ce lo domandiamo.
E' paradossale che con decine di migliaia di sbarchi non si riesca ad avere una informazione QUANTITATIVA e ATTENDIBILE e quindi misurabile e confrontabile anno su anno del costo per km di traversata.
Sì, ci sono articoli sparsi in merito, ma un database aggiornato non si riesce ad avere.
Ed è una mancanza di informazione enorme, grave, perché non consente di capire la portata del fenomeno in termini economici e finanziari.
O forse sì?
Supponiamo che ogni migrante dalla Nigeria paghi 7mila euro per raggiungere l'Italia. E'una stima attendibile.
Questo significa che un piccolo gruppetto di 10mila migranti trasportati fruttano alla malavita, secchi, 7000*10000 = 70 milioni di euro.
E parliamo di quelli che ce l'hanno fatta ad arrivare in Italia. Ci sono africani che hanno pagato ma non ce l'hanno fatta. Quindi i 70milioni di euro sono una stima per difetto, perché magari su 10mila arrivati in realtá i migranti che hanno pagato sono 12mila, 15mila o piú.
Quant'é il salario mediano disponibile in Nigeria? Meno di 6000 euro annui. Più' vicino ai 5mila, a dirla tutta.
Di fatto, un nigeriano paga oltre un anno di salario LORDO totale per arrivare in Italia.
E' come se un italiano pagasse 35mila euro di biglietto per andare dalla Nigeria in Italia.
Una volta che abbiamo messo LE CIFRE nella giusta prospettiva, adoperiamo la logica. Scopriamo che le cose si fanno interessanti.
Abbiamo detto che la malavita fa affari.
Perché prende i soldi dai migranti.
Giá, ma ai migranti i soldi chi glieli dá?
Qua su ExitEconomics, su ogni causa, ricerchiamo la causa prima della causa, e la causa prima della causa della causa. In ingegneria, si chiama Root Cause Analysis. Funziona alla grande, e la applichiamo in ogni contesto.
Supponiamo che il migrante lavori per pagarsi il biglietto.
Considerando paghe africane, dell'ordine dei due dollari al giorno, anzi siamo generosi e facciamo 4 dollari al giorno, che sono meno di 4 euro, anche senza mangiare, bere, dormire e vestirsi l'africano in questione impiegherebbe 6000/4=1500 giorni, cioè poco meno di cinque anni, per pagarsi il viaggio.
Chiaro che non è possibile. Magari qualcuno ce la fa, e risparmia dieci anni, ma in genere chi arriva qua in Italia è giovane e verrebbe pagato ancora meno di un adulto. E'poco credibile che abbia lavorato dieci anni per il biglietto. Sono fesserie che fanno a cazzotti con la logica.
Quindi possiamo escludere il RISPARMIO come fonte finanziaria per l'acquisto del "biglietto".
Cosa rimane?
Il DEBITO.
Per esclusione, l'unico modo che hanno questi africani per pagarsi la traversata è ricorrere al debito.
Ora, chi diamine concederebbe credito a uomini (pochissime donne, mi dispiace per le sostenitrici delle quote rosa ma tant'è...) che lasciano il proprio paese? Soprattutto, quali garanzie, quali collaterali offrirebbero questi uomini per il credito che richiedono? una capanna? un pezzo di terreno non coltivabile?
Chiunque abbia contratto un mutuo o un prestito sa bene che la banca richiede un collaterale a garanzia dei soldi erogati (erogati, non prestati, la banca non presta un tubo, la banca CREA denaro, l'ho spiegato mille volte). Nel caso del mutuo, è la nostra casa: se non ripaghiamo il debito, la banca si prende la casa.
Quindi?
Quale banca concederebbe mai prestiti, gravati da un interesse, a queste persone? Le piccole banche che concedono microcredito prestano pochi dollari, non certo centinaia o migliaia, che sono l'equivalente del costo di una villa qua in Europa.
Ammetto che qua la mia logica si arena.
Rifletto: se non sono banche a prestare, si ricorre agli strozzini per avere i soldi.
Ma gli strozzini operano sul territorio e concedono piccole somme. E vogliono i pagamenti con gli interessi ogni settimana. In ogni caso il migrante deve lavorare sul posto per ripagare il prestito con gli interessi.
Anche l'ipotesi strozzini non funziona.
Poi ho pensato: e se esistessero società SPECIALIZZATE nell'erogazione di credito ai migranti per pagare loro la traversata? Chiaro che simili società non operano in Europa, dove in genere ci rivolgiamo alle Banche ordinarie per accedere ai finanziamenti. Ma laggiù in Africa, in Asia, lontano dai riflettori, magari esistono altre realtà e altri tipi di strozzinaggio finanziamenti su larga scala che noi non conosciamo.
E'una ipotesi audace. Già, perché significa che se queste società esistono, allora sono loro che indirettamente finanziano la malavita che gli africani pagano per la traversata. E soprattutto che i grossi mezzi di informazione le ignorano consapevolmente.
Se esistono, devono essere grandi, perché le migrazioni sono MASSICCE e interessano centinaia di migliaia o milioni di individui ogni anno. Quindi parliamo di miliardi di euro di prestiti.
Pensavo di avere torto, perché qualche giornale avrebbe parlato (ah come ero ingenuo!) di organizzazioni in grado di muovere miliardi di dollari su territorio africano e asiatico ogni anno.
Poi ho scoperto questo video, e luce fu!
Questo giornalista, Franco Fracassi, ha due palle ipercubiche. Altro che Gramellini, Lerner, Saviano.
Questi sono i giornalisti di cui abbiamo bisogno! Ovviamente non hanno i giornaloni alle spalle e quindi sono misconosciuti.
Esistono società non-governative che muovono miliardi di dollari e prestano soldi agli africani per emigrare. Appositamente per emigrare.
Qua non parliamo di piccole ONG che affittano barconi per traghettare migranti dalle acque libiche ai porti italiani. Qua parliamo di società con ramificazioni finanziarie che muovono miliardi di euro da un capo all'altro del pianeta. Sono holding che gestisono banche, assicurazioni, infrastrutture per l'accesso ad internet, comprano e vendono immobili, rilasciano carte di credito, accendono mutui, operano nel settore macrocredito e in quello del microcredito. Per paesi sottosviluppati.
Dice il giornalista che nel 2016, dall'Europa sono volati in Africa 445 (quattrocentoquarantacinque) miliardi in un anno. Il giornalista afferma che la più grande di queste ONG, il BRAC é una holding registrata in Bangladesh e fa profitti per decine di milioni di euro ogni anno.
Sono diffidente per natura, non ci volevo credere per cui mi sono scaricato il bilancio del BRAC, del 2017.
Su ExitEconomics non scriviamo fesserie. Ci documentiamo.
Ecco, a pagina 72 e 73 di 116 del'annual report del Brac 2017, le cifre in soldoni.
Donatori: 141 milioni di dollari.
Totali attivi: tre miliardi di dollari, con una crescita del 20% rispetto all'anno precedente.
Staff: circa 100mila persone nel mondo. Un mostro.
Profitti prima delle tasse: 190 milioni di dollari. Dollari americani.
Non ho potuto trovare i profitti netti dopo le tasse. Credo che parliamo di almeno 100 milioni di euro. Che vanno agli azionisti della BRAC.
Concentriamoci su una delle banche controllate dal BRAC, la BRAC Bank.
Performance finanziarie: +35% rispetto all'anno precedente. Una performance spettacolare.
Cosa dice il giornalista? che le famiglie povere si indebitano, e i villaggi i cui cittadini si sono indebitati per consentire ai loro figli più sani, più' disperati o più intraprendenti di emigrare. Queste famiglie poi cadono in disgrazia perché non riescono a pagare i debiti contratti e iniziano a svendere i pochi asset che possiedono. Ci sono suicidi, i terreni vengono espropriati, i villaggi passano di mano e finiscono in mano agli occidentali delle ONG.
Non ho modo di verificare se sono informazioni veritiere, ma per esclusione possiamo concludere che tra le varie modalità con cui i migranti si pagano la traversata, ci sono proprio i debiti contratti dalle loro famiglie con ONG come questa. Anche l'articolo del Corriere, infatti, menziona i debiti delle famiglie dopo aver raccolto le interviste dei migranti.
Quello che sappiamo per certo è che queste notizie non finiscono sui giornali che lodano invece il modello di accoglienza (pagato dagli altri) Riace. Modello che, messo alla prova delle urne nelle europee 2019, di fatto ha miseramente fallito: la Lega ha preso percentuali bulgare di voti in un paesino della Calabria! uno scenario di fantapolitica solo 3 anni fa.
Al di là delle belle parole ("noi del BRAC aiutiamo i migranti a cercare fortuna in Europa", e sul sito trovate fotografie di tante facce sorridenti) io penso la realtà possa essere molto diversa ed esista il concreto rischio che l'Africa e l'Asia vengano ulteriormente impoverite, privandole di braccia, menti e risorse, mentre i costi sono pagati dai contribuenti dei paesi occidentali, convinti di fare una buona azione. Dietro la scusa del microcredito alle donne dei villaggi, che é una piccola parte di queste attivitá delle ONG.
Si esporta democrazia a forza non con le bombe, ma con la finanza. Per ogni dollaro che il BRAC investe, dice che ne ritornano 5.40. Sí, ma al BRAC. Non alla collettivitá! Si dimenticano di menzionare i costi che l'Occidente si sobbarca per mantenere i migranti. Al BRAC conviene, agli immigrati conviene, all'Occidente? mah, stando ai risultati delle europee 2019, un dubbio mi verrebbe.
L'immigrazione è un affare gigantesco, non proprio trasparente, da centinaia di miliardi l'anno. Piú della droga o delle armi, come prospettive di crescita.
E' la nuova grande frontiera della finanza. Articolata, complessa, e invisibile pure nell'epoca dei satelliti e di internet. E' invisibile perché smuove denaro, e il denaro è informazione, quindi viaggia con pochi colpi di tastiera dalla Germania, o dagli USA, in Bangladesh. Difficile da vedere, a differenza di un barcone in mezzo al mare. Il barcone è solo l'ULTIMO tassello di un domino iniziato in uffici finanziari su un piano alto di un grattacielo all'altro capo del pianeta.
L'immigrazione è la frontiera del nuovo mercato del credito, credito al alto ritorno. E uomini intelligenti e senza scrupoli come i grandi speculatori internazionali l'hanno compreso da tempo, dai primi anni Novanta.
A noi, al popolo, hanno lasciato i costi del welfare e dell'integrazione di questi disperati mentre le banche di queste holding dell'immigrazione fanno profitti a palate. In una guerra fra poveracci per la fila al pronto soccorso e per ottenere il reddito di cittadinanza.
Il cerchio si chiude. Piano ben congegnato, non c'è che dire.
Per chiudere con la risposta alla domanda di inizio post: le grandi ONG si finanziano con donazioni e con attività bancarie e assicurative. Nulla di nuovo sotto il sole, ma è provato dai bilanci. E si tratta di cifre astronomiche.
Se volete capire come funziona l'immigrazione, ancora una volta dovete capire come nasce il denaro, come viene distribuito e come viene remunerato. Vi/ci tocca studiare.
Ultimo punto: chi sono i donatori che mettono a fondo perduto 141 milioni di dollari l'anno?
Pagina 57 del prospetto, nell'ordine:
Unione europea (pagano i contribuenti)
Regno d'Olanda (pagano i contribuenti)
Unicef (pagano i contribuenti)
UNHCR (pagano i contribuenti)
USAID (pagano i contribuenti)
etc
Con le nostre tasse, indirettamente, finanziamo l'ONU e la UE che a loro volta finanziano le ONG che fanno profitti e li stornano agli azionisti privati.
A questo punto, facciamo diventare l'UE azionista pure lei almeno qualche spicciolo ci ritorna indietro!
Se il BRAC del Bangladesh fosse quotato in borsa, sarebbe un ottimo investimento da aggiungere nel proprio portafoglio titoli. Una gemma finanziaria in una paese sottosviluppato.
Tra qualche anno studieranno queste ONG nei libri di storia, al pari della Compagnia delle Indie olandesi o della Compagnia della Lousiana.
In sostanza, scrive Alessia, la BCE, Banca Centrale Europea, ha comprato
1) obbligazioni di stato
2) obbligazioni di societá private
3) titoli azionari di societá private
Dovete sapere che:
Il punto 1) rientra nella normale attivitá di una Banca Centrale.
Il punto 2) esce dal perimetro della normale attivitá.
Il punto 3) é cagare fuori dal vaso.
In altri termini, la BCE sta tenendo in piedi, artificialmente, delle societá private (multinazionali? quali? non é dato sapere) finanziandole con credito a basso tasso di interesse.
Per i diversamente economisti: questo significa che se io, azienda, cerco di trovare qualcuno che mi offra un prestito a un tasso di interesse basso, ricorro alla banca centrale anziché al mercato che magari a me non mi si fila. Anziché essere costretto a finanziarmi con un alto tasso di interesse perché sono un creditore poco fidato e chi mi presta il denaro mi chiede un alto tasso di interesse, ho l'amichetto BCE che mi tiene in piedi la baracca.
Quindi ho una sorta di paracadute che mi impedisce di fracassarmi il culo contro una roccia: se il finanziatore privato non c'é, ho qualche santo nella banca centrale europea che mi tiene i piedi sollevati da terra.
La FED questa cosa NON PUO' farla. Da questo punto di vista, gli Americani sono molto piú seri di noi.
E perché questa cosa della BCE é dannosa?
E'dannosa perché agevola alcune aziende coi grossi capitali e i giusti contatti in Europa, rispetto alle altre. Non solo: impedisce che aziende poco affidabili non vadano in bancarotta ma continuino ad avere bilanci sporchi che danneggiano le aziende sane.
Alla faccia della tanto sbandierata meritocrazia, trasparenza, produttivitá ed efficienza con cui ci fracassano i cabbasisi un giorno sí e l'altro pure.
Uno direbbe: beh, rendiamo pubblici i nomi delle aziende che hanno goduto di queste enormi agevolazioni.
Scrive Alessia: no, é secretato, dietro la scusa che questo creerebbe turbolenze nei mercati.
Belli miei, siete voi della BCE che avete alterato i mercati selezionando chi aiutare e chi no senza rendere conto a nessuno e ora fate la morale?
Ma perché la BCE si sarebbe sputtanata nel suo ruolo di arbitro imparziale facilitando alcune imprese anziché altre?
Per una ragione semplice.
AUSTERITA'. Promotrici: Germania e Olanda e Austria.
Facciamo un esempio.
La vostra casa passa dal valere, che so, 300mila euro a valere 500mila euro.
In poco meno di cinque anni.
E questo aumento non si é verificato perché vi hanno aperto accanto una fermata metro, un museo che attrae visitatori,o hanno migliorato la viabilitá costruendo nuove strade, o creato un grande parco o aree verdi intorno a voi.
No. L'economia REALE, cioé la situazione intorno a voi, é rimasta pressoché immutata negli ultimi cinque anni. C'é austerity.
Quindi? Perché un tale aumento di valore dell'immobile?
Semplicemente la Banca Centrale ha concesso prestiti a basso tasso di interesse alle banche dietro collaterale di titoli di stato (cioé le banche hanno detto alla banca centrale: "se non riesco a ripagare i prestiti tanto hai i titoli di Stato che ho comprato io a garanzia del prestito") e con questa MONTAGNA di soldi (chiamata quantitative easing) le banche hanno acquistato immobili e azioni.
Hanno cominciato a comprare immobili al centro della grande cittá; siccome le case hanno preso ad acquistare valore, perché ce ne erano meno a disposizione, la gente si é affrettata a comprare, prima al centro, poi, quando i prezzi al centro erano diventati impossibili, in periferia.
L'onda lunga della speculazione, attivata dalla banca centrale, é arrivata fino al vostro quartiere.
Le banche hanno prestato soldi a imprese? no, vedete negozi che chiudono e le aziende assumono solo con contratti precari perché esse stesse non sanno se sopravviveranno.
Lo stato ha migliorato i servizi con i soldi raccolti? no, non puó fare investimenti perché c'é austerity.
Peró le case sono aumentate di valore oppure hanno tenuto botta rispetto ai salari che sono rimasti al palo o sono crollati.
La gente, quelli che hanno casa, si sente piú ricca (o meno povera) e spende di piú nei consumi perché mantiene un po'di fiducia nel futuro.
Questo nuovo mondo in cui viviamo non é piú capitalismo, dove il capitale viene raccolto e REINVESTITO (qua gli investimenti non si fanno piú), ma CREDITISMO. Se c'é credito a basso tasso di interesse, si va avanti, a VISTA. Come i marinai che scrutavano il mare in cerca di Iceberg nel film Titanic.
Si va avanti, ma senza progetti a lungo termine, senza grandi investimenti, senza una vera prospettiva, nell'ansia della prossima crisi che verrá.
1) Grandi banche
2) Emigrazione di talenti
3) Soros
4) Immigrazione di africani e poveri
5) Sinistra vs. destra
6) Progressisti a favore e Nazionalisti contro
7) Delocalizzazione
8) Licenziamenti
9) Debiti irripagabili
10) Precariato
e via discorrendo.
Questo post è sintetico. Potrei scrivere per ore su ognuno dei punti sopra. Vi fornisco una definizione di globalizzazione da usare con i vostri amici, parenti e conoscenti. E vi mostrerò come spiegare, in modo organico e coerente, tutti e 10 i punti sopraelencati. Almeno inizierete a farli ragionare.
In una sola frase: la globalizzazione é il trasferimento di tanto denaro da un punto all'altro del pianeta senza ostacoli.
Quando si trasferiscono milioni o miliardi di dollari, o euro, da un continente all'altro, si creano asimmetrie enormi. Il capitale che prima serviva a costruire infrastrutture e fabbriche nel paese di origine, esempio Italia o USA, improvvisamente "evapora" nel posto in cui veniva solitamente prodotto e distribuito. Esso finisce all'altro capo del mondo, esempio Thailandia o Cina, e sarà laggiù che verranno costruite infrastrutture e fabbriche. Tanti operai in Italia non serviranno più perché non ci sono più le fabbriche.
Ecco spiegati i punti 7) Delocalizzazione e 8) Licenziamenti.
I pochi capitali rimasti nel paese inizialmente ricco, per esempio Italia o USA, per trovare decenti margini di profitto hanno bisogno di avere un basso costo del lavoro. I capitali sono pochi per investire in ricerca e sviluppo, ma se pago poco l'operaio riesco comunque ad avere margini di profitto, seppur esigui.
Quindi ho bisogno di manodopera a basso costo.
Ecco spiegato il punto 4) Immigrazione di gente povera, che si accontenta di salari minimi e di lavorare senza costose garanzie per il datore di lavoro.
Per spostare i grandi capitali occorrono grandi banche che abbiano le risorse per gestire negoziazioni internazionali. Non solo, le banche raccolgono capitale da poter investire in strumenti finanziari laddove questi sono piú redditizi, magari dall'altro capo del pianeta.
Ecco spiegato il punto 1) Grandi banche.
La classe media del paese di origine ha studiato e mandato i figli a scuola per imparare a fare l'ingegnere o l'operaio specializzato. Ma se le fabbriche chiudono, che fanno questi qua?
Emigrano o sono precari, spostandosi di volta in volta dove c'é un po'di buco di lavoro da coprire.
Ecco spiegato i punti 2) emigrazione di talenti (chiamata fuga di cervelli) e 10) Precariato locale.
LA sinistra ha sempre mandato i figli ad occupare posti da impiegati nella PA. La globalizzazioni li ha toccati marginalmente. Occupano posti dirigenziali nella PA italiana ed Europea. Quelli della destra, per definizione sono piccoli imprenditori e sono stati massimamente colpiti dalla globalizzazione in Italia e in tutti gli altri paesi occidentali.
Ecco spiegati i punti 5) e 6): DX. vs. SX, progressisti vs. nazionalisti.
I grandi imprenditori fanno affari producendo dove il costo del lavoro é bassissimo (fai una Nike in Vietnam con 5 dollari) per poi rivendere in paesi dove c'è ancora ricchezza privata (rivendi la Nike in Italia o USA a 110 dollari o 110 euro).
Ecco spiegato il punto 3): Soros e i grandi finanzieri e imprenditori sono a STRA-favore della globalizzazione.
Per mantenere uno stile di vita cui erano abituati con il loro genitori, i nuovi figli della "classe media" sono costretti ad indebitarsi. Il loro reddito non consente di ripagare i costi ora esorbitanti di universitá, case e affitti.
Ecco spiegato il punto 9), Debiti irripagabili.
La globalizzazione ha mandato in frantumi i classici sindacati, che sono accentratori, basati sul posto fisico della fabbrica, mentre i nuovi lavori sono spesso nei servizi o addirittura "virtuali".
Il sindacato promuove la globalizzazione (accogliamo i migranti e diamo loro telefono, medicine, cibo e un tetto) ma ne è da questa divorato. Sono così stupidi che non ci arrivano. Ecco perché ormai solo i pensionati ne fanno parte, o quelli della PA.
Un sindacato debole ha consentito ai grandi imprenditori e finanzieri di fare il brutto e cattivo tempo e di ricattare gli Stati; il Soros o l'Agnelli o il Krupp di turno tuona contro il politico, cui ha pagato la campagna elettorale: "Se non mi abbassi le tasse, delocalizzo in Vietnam o Slovacchia e tu politico stai col culo per terra perché la gente incazzata ti viene a cercare sotto casa".
Da qui la guerra fra stati persino appartenenti ad una stessa comunità economica, es. l'Unione Europea, di fare a gara a chi abbassa di più le tasse alle imprese, vedi Irlanda o Olanda, accettando immigrazione incontrollata e aumentando i disordini sociali.
Come é nata la globalizzazione?
In realtà c'é sempre stata, anche se su scale diverse. Prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, il mondo era più globalizzato di oggi (rispetto al PIL). Vedi milioni di europei semi-analfabeti che andavano a LAVORARE (ripeto: lavorare e senza garanzie di sorta) negli USA o in America Latina Le asimmetrie economiche che ne nacquero concorsero allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
La Prima Guerra Mondiale decretò la fine della Sterlina e la nascita del Dollaro come valuta di riserva.
Oggi è grazie ad Internet che la globalizzazione ha raggiunto le vette che ha raggiunto, e per mezzo della tecnologia si è arrivati ad un eccesso di produzione dappertutto.
Seguite ora il ragionamento, per passi:
A) Con internet, l'informazione non ha confini.
B) La globalizzazione si basa su capitale che viene spostato senza problemi di confini.
C) Il capitale, cioè i soldi, viene creato dalle banche come vi ho spiegato in altri post. E'semplice informazione, creata digitando sulla tastiera di un computer.
A) + B+ C) = Enormi quantità di capitale creato dalle banche e distribuito sotto forma di informazione senza confini grazie a internet= Globalizzazione
Quelli che dicono "io resto per il mio Paese" sono dei bugiardi ipocriti. Semplicemente, o non hanno trovato il lavoro giusto all'estero, o stanno bene come stanno (e fanno benissimo a restare), o stanno male dove stanno ma non vogliono eradicarsi da una situazione scomoda ma "comoda". In ogni caso, sono scelte personali.
Per tutti quelli che, come me, considerano l'Italia invivibile per
1) qualitá dell'istruzione ai fini della ricerca di un lavoro non sottopagato
2) burocrazia
3) tasse
4) difficoltá di farsi valere senza ricorrere alle raccomandazioni
5) difficoltá a trovare un posto di lavoro ben remunerato senza avere alle spalle parenti e amicizie giuste nella Pubblica Amministrazione
6) Magistratura (non perché siete condannati, ma perché vi fa schifo la magistratura italiana per come decide le sorti politiche di un paese)
ho preparato un vademecum, una checklist di osservazioni e domande da porsi prima del grande passo.
Mi rivolgo in particolare a chi ha famiglia e non é una carica libera che puó muoversi come gli pare tanto ha/hanno le spalle coperte da mamma e papá e se le cose vanno male torna in Italia mentre scopa in giro per il mondo. Quindi, non ci interessiamo di ragazzi che fanno stage qua e lá o lavoretti qua e lá in Europa per "fare esperienza". Fanno benissimo, ma sono "out of scope" in questo mio post.
Inoltre, NON considero quelli che lavorano con le ambasciate o hanno il culo protetto dall'azienda che li manda per qualche anno all'estero, tutto pagato.
No! Voi vi licenziate dall'attuale posizione in Italia, cambierete lavoro, societá e paese. Sarete soli e conterete solo sulle vostre forze.
Se le cose all'estero vanno male rischiate di finire col culo per terra ed é bene che ragioniate su tutti i contro e i pro prima di lasciare una situazione che conoscete (anche se vi va stretta) per una situazione nuova che non conoscete.
1) Non pensate di essere troppo vecchi per andarvene. Non date retta alle persone negative intorno a voi. La domanda corretta semmai é: per gli obiettivi che mi prefiggo di ottenere in un altro paese, ho i requisiti giusti, inclusa l'etá?
2) Ho una famiglia: se parto e vado da solo, i costi di vitto e alloggio, e i costi emotivi per la lontananza, sono giustificati dai benefici economici e dal nuovo lavoro?
3) Ho una famiglia e me la porto dietro perché non posso vivere senza i miei affetti. Conosco il sistema scolastico del paese dove vado a vivere? Siccome mia moglie non troverá subito lavoro ma dovrá imparare la lingua del posto, con il mio solo reddito ce la facciamo a vivere bene per i primi 5 anni?
4) Ho figli piccoli: nessun problema per l'adattamento. Anche in paesi con lingua ostica per gli italiani (Olanda, Germania, Polonia, Ungheria).
5) Hai figli adolescenti? Questa é difficile. Perché i ragazzi hanno giá amicizie e costruito radici, e parlare una nuova lingua in un nuovo ambiente, a meno che non si frequentino da tempo scuole internazionali, puó portare a crisi familiari importanti. E'un rischio che non va preso sotto gamba. In questo caso, suggerisco di andare da soli e considerare i rientri nel fine settimana. Ovviamente il nuovo lavoro deve giustificare gli extra-costi dei viaggi e della nuova sistemazione. Parlatene con i vostri figli e ascoltateli attentamente. Spaventateli anche, informandoli delle difficoltá (ma anche delle opportunitá) che attraverserete per testare la loro determinazione a seguirvi.
6) Hai un partner/una partner con spirito di adattamento? questo é importantissimo. Tu lavorerai, tua moglie/marito no per alcuni anni, va messo in conto. Magari penserá solo ai figli. E sará sola/solo la maggior parte del tempo a casa. Specie se hai un partner che ha difficoltá a fare amicizie, ci possono essere crisi familiari dietro l'angolo. Conosco coppie che sono ritornate in Italia perché quello che non lavorava non reggeva la situazione. Specie se é la donna ad avere trovato lavoro mentre l'uomo no e sta dietro ai bambini.
7) Sei pronto a dover affrontare le difficoltá senza una famiglia o una rete di amicizie storiche di appoggio? quando il bimbo sta male non ci sono i nonni o altri amici (specie i primi anni) ad aiutarvi, se avete difficoltá e volete parlare con un amico VERO davanti ad una birra non é possibile. C'é Whatsapp, c'é Skype, certo, ma sono palliativi. Di fatto se, come me, tendete a soffrire la solitudine lontano dagli amici, dovete parlare con voi stessi apertamente.
8) Sei disposto a lasciare l'Italia per tutto il resto della tua vita lavorativa o é solo un tentativo? Questo é importante. Se la risposta é affermativa, allora partite col piede giusto perché vi mettete in gioco davvero. Altrimenti, il rischio é che alla fine del periodo all'estero avete sí arricchito il curriculum, ma la vostra famiglia sará stata sballottolata qua e lá. E non é piacevole con figli non piú piccoli.
9) Con il tuo partner, fate l'elenco delle cose che non digerite proprio nella vostra attuale situazione, e le vostre aspettative future e, una per una, valutate se c'é possibilitá di miglioramento con il nuovo lavoro all'estero.
10) Hai abbastanza risparmi da coprire eventualmente le spese se stai due anni senza lavoro? Ragazzi, i risparmi sono importantissimi, sono un cuscinetto contro i problemi e gli imprevisti. Se la risposta é no, aspettate un po' prima di andarvene, mettete soldi da parte, a meno che non abbiate la MATEMATICA certezza che il posto di lavoro che vi aspetta oltreconfine offra tante (ma tante!) garanzie contro il licenziamento improvviso.
11) Con il tuo partner, fate un sopralluogo del posto dove pensate di andarare ad abitare. Spendete qualche giorno per trovare una sistemazione decente, per la vostra famiglia, PRIMA di muovervi dall'Italia definitivamente. Vedetela come una breve vacanza. Non sono soldi e tempo buttati. Sono un investimento! In pochi giorni spesi sul posto, prima di trasferirvici definitivamente, avrete la possibilitá di capire il VERO costo della vita, la qualitá delle strade, i tempi del traffico, il "mood"della gente, del possibile vicinato. Intervistate le persone, le mamme coi passeggini, i baristi, i taxisti. Piú informazioni raccoglierete, meglio sará per voi.
12) Conoscete il sistema sanitario del nuovo Paese? Un'assicurazione vi coprirebbe adeguatamente a costi sensati?
13) Con il lordo che sapete di ottenere, o pensate di ottenere, ci campate BENE tenendo conto di tasse, assicurazioni, spese di trasloco, spese sui consumabili, rinnovo targa auto, costi dell'auto, costi per lo sport di vostro figlio, costi del doposcuola, babysitter, etc?
14) Come é il trattamento pensionistico del paese di destinazione? Non é banale avere queste informazioni, ma saperlo in anticipo vi aiuta a capire i VERI costi della vita, perché potreste aver bisogno di una assicurazione o un piano pensione supplementare che in Italia non é contemplato. Questa cosa a me era sfuggita, per esempio, quando sono partito dall'Italia.
Infine, considerate questo: i vostri figli parleranno sí italiano, ma questo diventerá la loro seconda lingua. Se frequentano le scuole locali, avranno amicizie locali, parleranno per il 95% del loro tempo la lingua locale, e, come nel caso di mio figlio di 9 anni, tiferanno l'Ajax e non la Roma.
Se decidete di lasciare l'Italia, lo fate per i vostri figli, per dare piú opportunitá a loro che se foste rimasti in Italia. Lo fate piú per loro che per voi stessi. Sia chiaro.
Nella prima puntata di Economia for Dummies abbiamo visto, usando semplicemente la logica e senza rimbalzare fra un documento o un video di questo o quel supposto esperto economista, che le banche commerciali NON prestano un bel niente: le banche creano denaro dal nulla.
Piú precisamente, creano credito.
Cosa é il credito? é denaro emesso da una sorgente, chiamata creditore, ad un destinatario, chiamato debitore, con sopra un tasso di interesse che il debitore é chiamato a pagare. Niente di piú.
Spesso useró il termine denaro, credito e debito in modo intercambiabile. Infatti sono la stessa cosa, da punti di vista diversi.
Tutto il denaro creato oggi é CREDITO. Si porta dietro un interesse.
Ripetiamolo insieme (repetita juvant):
il denaro che usiamo é CREDITO.
il denaro che usiamo é DEBITO.
il denaro che usiamo sono NUMERI in un registro con associato un NUMERELLO che é il tasso di interesse
Le banche creano denaro dal nulla quando erogano prestiti o mutui.
Ora, a quale DENARO stiamo facendo riferimento?
contanti? numeri in un conto corrente? banconote? le mitologiche riserve bancarie citate spesso a sproposito nei giornali e che nessuno capisce?
Oggi ci occuperemo di CONTANTI, e mostreremo:
1) perché i contanti hanno essi stessi un interesse nascosto. Questo lo dico io, ma non ho sentito in giro nessuno usare le mie argomentazioni. Vedremo...
2) perché i contanti NON rappresentano un problema per l'economia nazionale e mondiale
3) quali sono le probabili ragioni per cui si vogliono bannare i contanti nel mondo (sono molteplici, alcune molto sottili).
Tralasciamo oro, argento, metalli preziosi e criptovalute perché, ripeto, sono strumenti di investimento o speculazione, e non ce ne frega NIENTE per il nostro vivere quotidiano. Cé chi ha messo su societá di consulenza su questa fuffa delle criptovalute viste come il solo e possibile futuro. Al solito, i primi che sono entrati hanno fatto i soldi, quelli che sono entrati tardi (quando il bitcoin era a 20mila) hanno perso un sacco di soldi. Ma chi chiedeva commissioni per consulenze sul Bitcoin ha fatto comunque i soldi.
Questa storia vale per QUALSIASI nuova tecnologia alle prime fasi della sua introduzione. Un esempio terra terra é il seguente.
All'inizio del 2010 molta gente ha comprato azioni di un colosso della stampa 3D, 3D Systems Corporation, che aveva raggiunto i 100 dollari dai dieci verdoni iniziali (+1000%!). Molto hype, molta isteria, ma poi 3D Systems Corporation é ritornata velocemente ai 10 dollari ad azione iniziali.
Ora, io credo fermamente nell'Additive Manufacturing Layer (per i profani, 3D printing) perché rivoluzionerá l'industria, il retail e la logistica, cosí come credo nei benefici dello sviluppo dell'intelligenza artificiale, ma ció NON significa che mi ci butto a capofitto e che la considero IL futuro. Altri esempi sono le start-up per batterie che implementano il grafene, le industrie farmaceutiche che lavorano per curare l'Alzheimer, etc.
Idem, non ho nulla contro le criptovalute e l'oro, anzi, ben venga una sana diversificazione di portafoglio e la sperimentazione di nuove tecnologie come strumenti di investimento ad alto rischio, ma oggi adoperiamo ANCORA conti correnti e contanti per fare aquisti e pagare le bollette.
Nella puntata di oggi consideriamo come denaro solo i numeri nel nostro conto corrente e la cartamoneta (i contanti, cioé banconote e monete).
Useremo, per dimostrare le nostre tesi, pura e semplice logica suffragata da dati. L'economia deve essere cosa semplice, per non dare troppo credito alle sortite dei banchieri centrali. Sapete una cosa? a me questi banchieri centrali ricordano la Sibilla Cumana, che trascriveva le sue predizioni sul futuro, ispirate da comunicazioni con le divinitá, su foglie di palma che venivano disperse dal vento. La Sibilla di oggi é il banchiere centrale, le foglie di palma sono le interviste rilasciate e il vento é dato dalle parole spese dai giornalisti e dalle loro interpretazioni. Quando un banchiere centrale tossisce o cambia un punto e virgola, i giornalisti si affrettano a "interpretare" salvo poi non dire mai nulla. Parole al vento, appunto. Leccaculi fino allo sfinimento.
Buona visione. Iscrivetevi al canale ExitEconomics su Youtube e tenetevi aggiornati su OraZero.
Vi siete mai chiesti come viene creato al giorno d'oggi?
E se viene creato, ovvero nasce, può anche essere distrutto, ovvero morire?
Ho scritto in passato una serie di articoli, dal titolo "Money series" (a questo link l'indice) su come il denaro viene creato, distribuito e distrutto. Era il biennio 2016/2017. Inizialmente erano in inglese, poi li ho pubblicati in italiano sul sito di Rischio Calcolato.
Iniziai questo lavoro perché mi rendevo conto che l'argomento mi attraeva: avevo iniziato a studiare economia da zero, perché volevo rispondere a domande apparentemente semplici, anzi ad UNA domanda apparentemente semplice, la seguente:
"Perché quando i miei genitori avevano trent'anni non soffrivano il precariato dei giovani di oggi, trovavano facilmente lavoro in Italia, pur non avendo la laurea come molti giovani, e le loro pensioni erano sicure?".
Le risposte che trovavo cercando nei giornali che leggevo o sentivo erano di questo tipo:
"Colpa del debito pubblico italiano, che ha trapato le ali ai giovani";
"Colpa dei mancati investimenti, che fa sì che anche per i laureati i lavori siano pochi e sottopagati rispetto al passato";
"Colpa delll'euro, che ha scaricato sui salari l'aggiustamento dei cambi";
"Colpa della globalizzazione, per cui le imprese hanno delocalizzato e ci sono meno posti di lavoro, quindi la gente pur di lavorare accetta salari bassi";
"Colpa della finanza, che socializza le perdite e privatizza i profitti sfruttando ritardi normativi e pagando i politici";
Potrei andare avanti, ma la migliore risposta è questa:
"Se so' magnati tutto!".
ExitEconomics é nato per parlare di economia alla gente comune, per prendere decisioni quali se e dove comprare casa, se e dove cambiare lavoro, cosa e dove studiare prima di entrare nel mondo del lavoro, cosa aspettarsi nell'immediato futuro.
Capire come viene creato, distribuito e distrutto il denaro é fondamentale, altrimenti non si é in grado di ANTICIPARE le bolle immobiliari, le crisi, ledelocalizzazioni e la disoccupazione, come mai la Cina é diventata quello che é e come mai l'euro é un fallimento epocale, rispetto ai sogni iniziali.
Quindi, intendiamoci: non saremo in grado di fare scelte economiche e finanziarie sensate o capire come funziona il mondo OGGI se non capiamo come viene creato il denaro OGGI.
Non ci occuperemo né di oro né di criptovalute: non ci servono. Per fare la spesa non adoperiamo né bitcoin né monete d'oro.
Penso che i video siano dalle dieci alle cento volte più efficaci di post scritti sulla bacheca di un blog, quindi ho deciso di fare il grande salto: usare Youtube per aumentare la visibilità dei miei contenuti e per migliorare la fruibilitá del messaggio. Ci metto la faccia, ci sono maggiori responsabilitá e maggiore attenzione al contenuto. Ma anche molti piú commenti e feedback che non su un post. E il tipo di argomento si presta ad essere commentato da persone che vogliono capire e si pongono domande, quindi per definizione intelligenti. Voi.
All'estero, in particolare in UK, hanno tradotto il disprezzante "buonista" nostrano con "do-gooder".
C'é un problema in questa stiracchiata traduzione anglofona: c'é un verbo, il "to do" (fare) , che non c'entra nulla nella definizione di buonista.
Il buonista nostrano non FA, il buonista nostrano al limite COMMENTA o fa i selfie.
Una traduzione potrebbe essere comment-gooder, cioé commentare per il meglio. Dove per meglio ovviamente, nell'interpretazione inglese, é anteporre gli interessi degli altri ai propri.
Giá, ma quali altri? e in che modo? Qua i giornalisti inglesi, che cercano di capire come mai i populisti italiani come la Lega fanno breccia tra gli elettori del Belpaese, arrancano con la logica e chiamano "far right", destra estrema, anche le famiglie con figli e passeggini che si mangiano il cono gelato ai comizi del leader della Lega.
L'architrave italiano dei giornalisti-commentatori buonisti poggia su due pilastri, Gad Lerner e Massimo Gramellini.
Riconosco a Gramellini che scrive bene ed é alle volte divertente. Piace molto alle signore attempate, é ironico e ..... tranquillizzante. Tanto tranquillizzante.
Gad Lerner invece é semplicemente odioso. Uno che vuole i migranti ma a casa degli altri, altrimenti, come per sua stessa ammissione, le sue proprietá immobiliari in quartieri di grido come i Parioli o in localitá come Capalbio, perderebbero di valore, é semplicemente inqualificabile.
Il buonista Lerner cosa fa per i migranti? caccia un euro? no. Indossa magliette rosse, scordandosi di levarsi il rolex. Cosa fa il buonista Lerner per gli sfruttati? li ospita a casa sua, fornisce loro un tetto o un riparo, provvede a finanziare l'educazione dei giovani? No, promuove la spesa pubblica per l'accoglienza. Con le tasse e il debito pubblico degli altri.
Il buonista italiano, cari inglesi, é quello che dice di preoccuparsi per gli altri promuovendo le spese statali, quindi piú debito pubblico, piú tasse e meno servizi per tutti. Queste spese non sono spese in Ricerca e Sviluppo, o infrastrutture. Sono spese correnti per fornire tetto e cibo a persone che arrivano con zero istruzione, cultura diversa, in un paese con altissima disoccupazione giovanile.
Voi, cari inglesi, siete il popolo piú assicurato della terra, ma in Italia la assicurazione ultima, specie sanitaria, la fornisce lo Stato. E i premi assicurativi sono pagati sotto forma di tasse. Da pochi milioni di contribuenti.
Io stimo e porto rispetto per chi decide, con spirito di abnegazione, di aiutare gli altri di persona (volontariato) mettendoci il proprio tempo e richiedendo al massimo un minimo di rimborso spese.
Altro peró é che questo volontariato diventi un lavoro, perché a quel punto scatta il conflitto di interesse: ho bisogno dei migranti altrimenti la cooperativa non mi assume e non mi paga. E quindi mi metto a perorare la causa migratoria altrimenti non so che altro fare nella vita. Ovviamente, significa che i costi se li sobbarca la societá tutta.
La baby sitter olandese che ha tenuto mio figlio si é fatta qualche mese di volontariato da qualche parte in Asia: posto magnifico. Si é pagata il viaggio e l'alloggio da sola. Aiutava bambini con deficit cognitivi importanti. Questo le ha fornito punti per il praticantato all'universitá come pedagogista qua in Olanda. Tanto di cappello.
Vedere uno skipper, figlio del ministro dell'economia, che in un giorno lavorativo per la gente comune fornisce supporto in barca a vela per recupero dei migranti, sotto il sole del Mediterraneo (ma non ne trasborda nel suo vascello nemmeno uno) fa sorgere la domanda: ma questi, come diavolo si finanziano? Come fanno a campare, a pagare le bollette, o il conto della rimessa al porto? Le pagano le tasse come noi comuni mortali?
Ecco, cari inglesi, il buonista é il do-gooder con le risorse altrui: lui ci mette la coscienza, ma il lavoro sporco lo lascia al resto della comunitá.
Come definiremmo una persona che ci mette solo le parole, che sfrutta i buoni sentimenti degli igenui, che dice quello che gli altri dovrebbero fare e lascia i costi e i problemi delle sue scelta alla collettivitá?
Un parassita.
Ecco, il buonista é un parassita.
Si lava la sua coscienza con i detergenti pagati dagli altri.
Per carattere, considero il sottoscritto votato spesso allo stoicismo.
Spesso accetto lavori che altri rifiutano perché "va fatto" ed é bene non lamentarsi troppo.
Lo stoicismo impone che quasi sempre le emozioni passino in secondo piano rispetto alla ragione, e il trionfo di "ció che é giusto" sulle banalitá votandosi all'azione.
"Va fatto" perché "é corretto" fare cosí.
Lo stoicismo é rivolto a se stessi: non si cerca il plauso esterno, ma la soddisfazione personale per aver fatto le cose al meglio. Un individuo votato allo stoicismo é in genere fiscale, molto duro con se stesso, non sopporta le cose fatte "alla bell'e meglio" e disprezza dal profondo i carrieristi leccaculo, perché li considera un danno al "sistema".
Funziona, oggigiorno, essere stoici?
No.
Grandi esempi di stoici nella Storia, come Zenone o Marco Aurelio, erano persone con le spalle coperte, che hanno prosperato grazie alle rendite (terreni e schiavi o addirittura imperi). In altri termini, non hanno mai dovuto rispondere delle proprie azioni ad un superiore per guadagnarsi il pane.
In una societá votata all'immagine, quindi all'informazione "orientata al successo"che un individuo veicola verso il mondo esterno attraverso vestiario, TV, Youtube, Twitter, etc. lo stoicismo perde inevitabilmente appeal.
Diventi il rompicoglioni perfettino e analitico che serve quando ci sono "mission impossible" da gestire. Sei utilissimo in azienda ma non fai particolare carriera o, se la fai, lavori il decuplo di chi investe il suo tempo creandosi "gli agganci"giusti ed é cintura nera di Power Point.
Un aspetto trascurato, quasi un corollario, dello stoicismo é una sua degenerazione, ovvero il buonismo.
In altri termini, é giusto comportarsi bene "qualunque sia il contesto". E'il whatever it takes del politically correct.
E chi stabilisce la "policy" sulla base della quale un comportamento é corretto o meno? La risposta ce l'ho subito: i profitti aziendali e gli introiti fiscali.
Riflettevo su due cose: la prima é che, lavorando in grossi enti e compagnie, il management ripete sempre le stesse cose nelle slides Powerpoint: collaborazione, proattivitá, assertivitá, forward guidance, team spirit. Viene meno l'individuo, la compagnia diventa un ente in cui tutti astrattamente collaborano al suo successo.
Va da sé che poi, osservando le scelte fatte su chi promuovere a manager e chi no, questa disinteressata e nobile prospettiva viene completamente disattesa,perché dominano logiche partitiche.
La seconda cosa é olistica: fateci caso:
Noi in Occidente tendiamo a sobbarcarci le colpe di tutta la nostra storia passata, senza contestualizzare.
Ci sono i neri in America poveri? colpa nostra che ce li abbiamo portati trecento anni fa e che non li abbiamo mai aiutati come si deve. Ci sono gli zingari che non hanno una casa? colpa nostra che abbiamo paura del diverso. Ci sono i barconi pieni di africani che approdano in Italia? colpa nostra (di chi, non é chiaro) perché sfruttiamo l'Africa e abbiamo creato fame e miseria.
Quindi, DOBBIAMO sobbarcarci le pene del mondo e dare credito alle organizzazioni internazionali come ONU, FAO, UNESCO, UE, etc che ci dicono come comportarci.
A chi fa comodo questo? a chi, grazie a manodopera importata a basso costo, abbassa i salari e alza i margini di profitto. Quindi, ancora, gli azionisti.
Recentemente, Tesla ha licenziato centinaia di persone e ha chiesto ai rimanenti lavoratori di fare straordinari gratuiti per consegnare le macchine in tempo. Motivazione:" perché siamo tutti responsabili dell'andamento dell'azienda e dobbiamo lottare per l'ambiente" (!). Questo é un tipico esempio di lavaggio del cervello da buonismo eterodiretto che avvantaggia gli azionisti di Tesla e peggiora la qualitá di vita di un ingegnere o di un operaio.
Credo che il buonismo sia in realtá una forma di comportamento supportata ad arte da Stato e Imprese; il primo, vuole cittadini obbedienti, la seconda vuole alti margini di profitto.
Come si conciliano le due cose?
Attraverso la fusione del cittadino politically correct- cittadino consumer.
Il cittadino politically correct é consumatore perfetto e contribuente perfetto.
Unisce la paura dello Stato e la paura di schierarsi egoisticamente fuori dal coro, con le esigenze delle imprese di avere lavoratori a basso costo o di accettare che i cittadini solidarizzino con chi sta cento volte peggio. Accetta di pagare le tasse muto e obbediente. Sí, talvolta si incazza sui social, ma niente piú. Inconsapevolmente, accettando "gli altri", il bravo cittadino finisce per vivere male ma trova conforto nella convinzione di essere "un bravo cittadino".
No, non sei un bravo cittadino, coglione, sei solo un bravo consumatore e contribuente.
Un bravo cittadino é chi arricchisce la comunitá con la propria diversitá e il proprio intelletto, che richiede di pensare a soluzioni non ortodosse. Pensiero critico, alle volte cinico.
Quando i cittadini ne hanno le scatole piene, come é successo in un quartiere di Roma dove gli abitanti si sono visti recapitare famiglie di rom, e solo perché a quel punto hanno la prova tangibile che la qualitá di vita é veramente compromessa, ecco che alzano le barricate e danno fuoco ai cassonetti per protesta. Ovviamente, cosa fa la Magistratura, braccio "armato"dello Stato? Indaga per istigazione all'odio razziale. In altri termini, caro cittadino, devi essere buono. Whatever it takes.
A chi servono le madri surrogate? in fondo, esiste l'adozione da millenni, anche le adozioni eccellenti. Chiedere a Ottaviano Augusto, figlio adottivo di Gaio Giulio Cesare. Bene, in Olanda le cliniche che si occupano di problemi di fertilitá fanno soldi a palate. Tra le coppie che annoverano "problemi di fertilitá", ci sono coppie lesbiche e gay. L'Olanda é talmente tanto "avanti" sui diritti dell'individuo che é per l'accettazione dell'eutanasia per chi soffre di depressione (anche minori!). Tutti costi in meno per la collettivitá. E' banalmente una questione di mercato. Individui singoli, famiglie "fai da te", madri surrogate etc. consentono enormi incassi e aumentano i consumi di pappe, pannolini, introiti per medici pediatri, per cliniche, venditori di passeggini, lettini, vestitini e tutti gli -ini che potete immaginare.
Il bravo_cittadino-consumatore viene supportato dal politicamente corretto : "sei omofobo se non sei per le madri surrogate o per i figli in coppie gay". Sei cattivo, quindi nocivo. Sei egoista.
In Nuova Zelanda, quelli che "il Primo Ministro ha indossato il velo per solidarietá durante i funerali delle vittime della moschea", hanno rifiutato una famiglia dall'Inghilterra, con madre avente regolare contratto da 140mila dollari per lavorare in quel paese, perché una delle figlie é affetta da sindrome di Down. Quindi, un COSTO per il sistema sanitario neozelandese inaccettabile. Povera ragazzina, era colpa sua.
Il buonismo é tale solo quando i costi o sono nascosti, o quando li pagano "gli altri".
Il buonismo é un cancro della societá occidentale, perché impedisce il libero pensiero.
Ma é esso stesso figlio della societá occidentale, basata sul consumo. Per incrementare i consumi, occorre avere atomizzato individui e famiglie, e aver ampliato al massimo la platea di quelli "che vogliono e possono acquistare e indebitarsi". Quindi é necessario considerarci tutti uguali, whatever it takes. Perché cosí tutti consumiamo di piú, e perché cosí i costi del lavoro rimangono bassi.
I consumi servono per far sí che le imprese sopravvivano, e facciano maggiori utili. Maggiori consumi significano maggiori debiti, e i debiti sono creati dalle banche, che promuovono societá multi etniche in tutti i loro depliant.
E' un loop. Un loop che i populisti non accettano, anche se non ne hanno chiara la dinamica, ma che percepiscono come una gabbia sempre piú stretta che mina la propria qualitá di vita. Da qui il fatto che i populisti siano per la famiglia tradizionale, il rispetto dei confini, e delle proprie tradizioni. Sono per definizione no-global. E quindi, politically incorrect e contro le multinazionali.
Una multinazionale é eterea, non la tocchi, non ha legami con il territorio, non ne soffre gli scontri sociali. Quindi per definizione supporta il buonismo, perché il buonismo incrementa a dismisura i profitti. Gli stati a loro volta hanno bisogno delle multinazionali, cui concedono enormi agevolazioni fiscali, perché hanno paura della disoccupazione e del crollo delle entrate fiscali. E quindi indirettamente supportano anch'essi il buonismo, e usano la magistratura per punire chi non é politically correct.
Penso che da questo punto di vista, ogni democrazia occidentale abbia in sé il germe della propria autodistruzione.
Questa é la terza parte di un approfondimento che ho voluto fare per mettere in relazione la crescita di lungo periodo di un Paese con gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&D).
Nella prima parte, vi ho mostrato che tra le prime trenta compagnie che fanno massicciamente investimenti in Ricerca e Sviluppo veiamo imprese tedesche, sudcoreane e, in misura molto minore, olandesi. Per il resto, é un predominio assoluto statunitense.
Finora.
Dico finora perché, nella seconda parte, vi ho fatto vedere gli investimenti in Ricerca Base nel mondo, con la Cina che ormai ha sorpassato gli USA. Abbiamo altresí visto che gli investimenti in R&D sono massicciamente finanziati dagli stati: leggasi debito pubblico, spesa in deficit e tasse.
Quindi, sfatiamo il primo mito:
Non sono le imprese private che fanno R&D. E'il governo che sovvenziona le imprese private che fanno R&D! Il governo le sovvenziona direttamente (per esempio, con commesse miliardarie) o indirettamente.
Sovvenzionare direttamente significa aprire appalti miliardari.
Sovvenzionare indirettamente significa che, per esempio, tutte le spese in Ricerca e Sviluppo sono deducibili, e i relativi ammortamenti per gli asset acquistati sono deducibili anch'essi: é questa la ragione per cui Amazon non ha pagato un singolo dollaro di tasse al governo degli USA nel 2018 - guardatevi il video, é spiegato benissimo); oppure come nel caso SpaceX, il governo USA mette soldi nella NASA, che storna una quota di questo enorme flusso di denaro verso SpaceX di Elon Musk.
Senza rubinetti del credito aperti, non si fa né scienza né tecnologia.
E siccome gli investimenti in R&D richiedono anni, talvolta decadi, prima di diventare remunerativi (pensate al GPS, agli schermi OLED, ad internet, ai transistor, alle comunicazioni digitali) ecco che generalmente é il governo che scende in campo per garantire investimenti di questa portata. E lo fa principalmente per assicurarsi un predominio militare. Si vis pacem, para bellum.
Se volete approfondire, c'é un libro scritto da una professoressa italiana residente in UK da una vita, Mariana Mazzucato, dal titolo The Entepreneurial State, nel quale analizza varie tecnologie che non sarebbero state possibili senza massicci interventi statali. Parlo di VERA ricerca base, non di migliorie di un telefonino con una durata della batteria maggiore. Mi pare sia disponibile anche in lingua italiana. Non sono d'accordo su tutto, ma vale la pena dargli una letta sommaria perché sfata diverse idiozie tipo "solo i privati fanno innovazione". Stupidaggini. Il privato migliora ed efficenta tecnologie nate con il finanziamento pubblico. Proprio perché un privato non puó permettersi di fare scienza per la scienza. Perderebbe milioni prima di imboccare la via giusta, e potrebbe fallire.
Uno stato non puó fallire (...emh..quasi mai) e puó, e deve, permettersi di investire in ricerca pura.
In parole povere: la spesa pubblica produttiva é quella che finisce in universitá, centri di ricerca e industria. Senza se e senza ma. Perché garantisce un aumento della produttivitá, impieghi meglio remunerati, ritorni da brevetti e copyrights, popolazione piú istruita, universitá che richiamano l'eccellenza. E' un circolo virtuoso che si autoalimenta.
L'alternativa é mantenre un'industria asfittica, che paga per usare brevetti altrui, diventa un centro manufatturiero mentre il vero know-how resta in mani estere, e rimane competitiva solo perché abbassa i salari.
Vi ricorda un paese in particolare?
Torniamo all'oggetto del post. Tendo a divagare perché godo per aver capito, dopo 7 anni che studio economia e finanza, il legame tra deficit delle partite correnti USA, riserve estere cinesi e numero di brevetti, con conseguente variazione della produttivitá e pernicioso legame tra basso costo del denaro e imprese che non innovano. E perché é aumentata tanto la disuguaglianza in Europa e USA negli ultimi dieci anni.
Mi devo decidere ad aprire un canale Youtube, quando ho tempo. Tra i vantaggi, c'é la possibilitá di filtrare via i commenti che non c'entrano una mazza col post/video in oggetto. Se a qualcuno fischiano le orecchie....
ORA, esiste un'altra metrica, oggettiva, che consenta di capire i ritorni industriali dovuti ad investimenti in Ricerca e Sviluppo?
Certo che esiste, ed é il numero dei brevetti che un paese produce.
Un brevetto, patent in inglese, non é un pezzo di carta con sopra descritta una invenzione: se la tecnologia che c'é sotto é vincente, assicura ritorni finanziari per anni e anni e anni a venire. Oltre ad un vantaggio strategico che diventa difficile colmare per gli altri competitor (solo quel frescone di Nikola Tesla poteva gettare alle ortiche le sue geniali invenzioni dando via per quattro soldi i brevetti a squali finanziari come Edison, Westinghouse e JP Morgan: non l'avesse fatto, sarebbe stato l'uomo piú ricco della sua epoca, piú di Rockfeller).
Guardate questo grafico:
E'il numero di brevetti nel 2016 certificati, per ogni paese. La Cina fa sparire tutti gli altri.
Il Giappone, comq, nonostante una popolazione che é un terzo di quella americana, se la batte con gli USA. Impressionanti i coreani, in relazione alla popolazione. EPO non é la droga dei ciclisti, ma é l'ufficio brevetti europeo (la sede é poco lontano da casa mia, qua in Olanda).
E ora le cose si fanno interessanti.
Ecco il trend dei brevetti, per paese.
Notare la crescita verticale dei cinesi.
Ed ora i soldi in R&D che ogni paese mette a disposizione (dalla scorsa puntata).
Anche in questo caso, la Cina ha una traiettoria micidiale verso l'alto (curva rosa)
In altri termini: la Cina investe massicciamente, attraverso enti pubblici, universitá e aiuti alle grandi imprese, in tecnologia, e i brevetti registrati esplodono.
Sic et simpliciter.
Come fa la Cina? E'un sistema complesso. Strategie di lungo periodo in primis: la Cina manda i giovani piú promettenti a studiare nelle migliori universitá, spesso straniere, e lo Stato finanzia i migliori, anche se nati da famiglie povere; sfrutta la manodopera a basso costo per inondare il mercato americano di prodotti; con i dollari che ottiene compra i titoli di stato americani, li riconverte in Yuan, tiene il tasso di cambio basso stampando Yuan, costruisce e reinveste nel territorio. Ha vocazione fortemenre nazionalistica, il bene comune viene prima dell'interesse individuale, sposta centiania di milioni di persone dalle aree interne rurali alla costa.
Si sta comprando l'Africa: leggete il mio articolo Mandarini Neri per farvi un'idea.
La Cina é democratica? per i nostri standard, no.
Facciamoci due domande: le nostre supposte superiori democrazie, reggeranno il passo? o la crescita della Cina é solo fumo, e destinata a implodere, come il modello giapponese degli anni '80 (quello che sotto sotto speriamo tutti noi europei e americani)?
La scorsa volta abbiamo visto che tra le prime trenta imprese che fanno innovazione al mondo, ce ne sono pochissime europee.
La Corea del Sud piazza Samsung ed LG, la Cina non é facile da quantificare.
Italia assente.
Gli USA sembrano dominare. Perché?
Due ragioni;
1) gli USA investono quantitá enormi di risorse in Ricerca e Sviluppo (R&D)
2) negli USA puoi fallire, riaccordarti con la banca sulla modalitá di pagamento del prestito precedentemente contratto, e ripartire. Il tutto senza avere la stigma del perdente come in Italia e in buona parte dell'Europa. Henry Ford fallí DUE volte prima di imboccare la strada del successo. Pensate voi se fosse stato castrato dalle leggi italiane. Thomas Edison, Walt Disney sono altri nomi eccellenti che fallirono prima di conseguire il meritato successo.
Quindi, da un lato negli USA c'é un forte supporto normativo per le start-up: per darvi un'idea, solo una start-up su dieci sopravvive dopo 5 anni. Dopo altri 5 anni, di quelle giá, sopravvissute ne sopravvive solo una su cinque. I primi dieci anni per una start-up sono equivalgono all'attraversamento della valle della morte.
Ma in questo post siamo interessati ai soldi che il Governo degli USA, e le imprese private, mettono in R&D.
E faremo il confronto con la situazione in Europa e Cina.
Chiariamo un punto importante: Ricerca e Sviluppo é un termine vago.
La parte piú importante, é la ricerca base (basic research, BS). Venticinque anni fa, quando c'erano ancora i tubi a raggio catodico e gli schermi LCD erano ancora costosi e poco performanti, LG si mise a studiare le proprietá degli schermi OLED. Ricerca base: capire le proprietá e valutare se era possibile sfruttarne le potenzialitá.
Venti anni fa gli OLED divennero ricerca applicata (applied research): cioé si era capito come sfruttare gli OLED. Il problema era l'abbattimento dei costi di produzione, capirne le performance in chiave di scalabilitá. Date un'occhiata a questo articolo del 2003, scritto da un mio collega per il sito di Lithium.it (in italiano, eravamo forti, ci trovate articoli di tecnologia scritti anche dal sottoscritto).
Si é passati poi alla fase di sviluppo sperimentale: cioé venivano costruiti modelli matematici supportati da prototipi, costruiti decine di modelli di qualifica, per il test, la verifica e la validazione.
Pensate che LG abbia fatto un dollaro durante quegli anni? no. Erano COSTI. Enormi costi. Ma costi con un ottimo ritorno di investimento: guardate al ritorno di oggi, dove LG domina incontrastata nel mercato dei TV OLED in un mercato da decine di miliardi di dollari.
La Cina, una volta,prendeva i prodotti sviluppati dall'Occidente, li copiava e sfruttava il basso costo della manodopera per produrre copie meno affidabili da rivendere all'Occidente. Ora la situazione é cambiata: la Cina investe in ricerca base, ricerca applicata e ricerca sperimentale. E'leader nell'IA e nel 5G, e pure nella manifattura dei circuiti integrati.
Guardiamo questo grafico.
Il grafico ci dice quanto ogni paese ha speso in Ricerca e Sviluppo dal 1981 al 2015, in dollari.
Primi, gli USA, da sempre. L'EU segue (seconda curva dall'alto, a partire dal '95).
Guardate peró la Cina: ha una salita quasi PARABOLICA. E'probabile che giá nel 2018 abbia agganciato gli USA.
Ora, chi ci mette i soldi in Ricerca e Sviluppo? il governo o i privati?
Gli USA hanno costruito la loro supremazia tecnologica principalmente a cavallo della Seconda Guerra Mondiale (radar, missilistica, energia nucleare) fino alla conquista della Luna.
All'epoca, era il governo a finanziare la quasi totalitá della R&D: pensiamo ai fantastici Bell Labs che hanno partorito le basi dell'ingegneria delle telecomunicazioni digitale (sia lode a Shannon!). Pensiamo ad Arpanet, la madre di internet per come la conosciamo oggi.
Quella é stata spesa pubblica straproduttiva.
Ora la situazione sta cambiando. Il governo americano ancora finanzia indirettamente (vedi Space X di Elon Musk) la ricerca e lo sviluppo, ma adesso il peso si é piú spostato verso compagnie (o meglio, multinazionali) private. Guardate quest'altro grafico.
La curva blu mostra che a partire dalla crisi finanziaria del 2007, il governo sta cedendo il passo al privato nel finanziamento della ricerca base.
La ricerca base é quella piú a rischio di fallimento nel breve ma che procura un vantaggio strategico nei decenni futuri.
Un errore strategico MADORNALE, che minerá la possibilitá degli USA di mantenere il primato tecnologico nei prossimi lustri. Non c'é dazio che tenga, Trump o meno.
Pensate che gli USA stiano bannando il 5G di Huawei perché i cinesi sono spioni? sará, ma io sono dell'idea che fanno cosí semplicemente perché 1) non potrebbero piú essere loro a spiare gli altri e 2) perché tecnologicamente stanno dietro i cinesi sul 5G. E hanno bisogno di tempo per recuperare il terreno perduto. Una banale forma di protezionismo.
Il XXI secolo é il secolo cinese. Questi numeri non lasciano spazio ad altre interpretazioni. Anziché mettere dazi, gli USA dovrebbero ricominciare a spendere e spandere in Ricerca e Sviluppo.
Il titolo é
abusato, lo so, ma il punto é la fine dell’Europa delle idee.
Fatevi la
seguente domanda: perché tra le maggiori imprese mondiali, quelle che operano
nel settore dell’alta tecnologia e che innovano, non ce ne sta nemmeno una
europea?
In Europa
siamo diventati tutti cretini?
Sto per
darvi un link.
Prima di
aprire il link, dovete sapere che la metrica secondo cui una impresa é
CONSIDERATA innovativa, puó essere o meno opinabile.
Arriva il
link: Date un’occhiata a questa lista, stilata da Forbes.
Tre
le prime DIECI imprese, otto sono americane.
Tre
le prime VENTI imprese, quindici sono americane.
La
prima impresa europea é la francese Hermes International, in 29a posizione.
Fa strano
che una impresa come Intel non figuri nemmeno fra le prime cento e una impresa
come Google (Alphabet) sia solo in 79esima posizione. Eppure é protagonista
assoluta negli investimenti in intelligenza artificiale. L’italiana Luxottica,
che fa lenti e occhiali, sta in 61esima posizione ed é l’unica italiana.
Pensare che Luxottica faccia piú innovazione di un gigante come Google o di
Intel é ridicolo.
E’evidente
che la classifica é ridicola o, meglio, che sono opinabili i criteri per il
ranking e le metriche utilizzate. Sembra piú seguire l’Hype del momento in
Borsa o il fashion design che la vera innovazione tecnologica.
Tre
le prime DIECI imprese, otto sono americane (Google, Amazon, Apple, Microsoft
guidano la classifica)
Tre
le prime VENTI imprese, tredici sono americane.La
prima impresa europea é la tedesca Adidas, in decima posizione. Sempre tedesche,
Siemens (16a), Basf (12a), T-mobile (13a). I tedeschi piazzano 4 multinazionali
fra le prime 20 nel mondo.
Tra
le prime VENTI figurano le sud-coreane Samsung (5a) ed LG (18a)
Notare chi
la fa da padrona, in termini di trend: l’intelligenza artificiale (AI), con impatti devastanti nel Supply Chain Management, nelle comunicazioni, nel manufacturing, nel retailing e nei servizi finanziari.
Quindi, preparate I vostri figli a
studiare materie differenti da quelle che noi abbiamo studiato e preparate voi
stessi a vederli emigrare dall’Italia.
In linea
generale, possiamo dire che chi investe in R&D lo fa soprattutto nel
settore AI. Elaborazione dati su larga scala, modelli predittivi basati su
machine learning, guide autonome, robotica, etc.
Ora, é imbarazzante
vedere che se USA e Sud-est Asiatico se la battono, a noi europei a parte i
tedeschi (Siemens, Bayer, BMW, Basf) non rimanga pressoché niente tra le prime
trenta posizioni.
Italiani
non pervenuti: ci battono pure i piccolo olandesi (Shell, Philips).
Il problema
NON é italiano o, meglio, non é solo domestico.
Prima domanda: i cinesi dove sono?
Alibaba é
in 23sima poizione, Huawei é in 48 esima posizione. Penso ció sia dovuto al
fatto che la Cina é ancora un mercato piuttosto chiuso, e le informazioni che
trapelano sono abbastanza poche. Ho
giá scritto del Social Credit System cinese, che di fatto richiede un
integratissimo e sofisticatissimo Sistema di gestione dell’intelligenza
artificiale (riconoscimento facciale, dell’andatura nella camminata, uso dei
social, della carta di credito, della puntualitá di pagamento di multe,
bollette, esposti del vicinato al comune..). Eppure poco trapela fuori dai loro
confini. I cinesi, per dirne un’altra, controllano la Volvo, pioniera nei
sistemi di guida automatica.
Semplicemente,
queste classifiche sono scritte da chi ha accesso all’informazione dei prodotti
e tecnologie di imprese occidental: quelle cinesi (a parte Alibaba e Huawei) sono
ancora poco note. Come per la reale quantitá di riserve in oro stoccate nei
cavau della loro Banca Centrale, i cinesi
non amano fare troppa pubblicitá sul loro stato tecnologico.
Seconda e piú importante domanda: perché
l’Europa é cosí sottorappresentata?
La
spiegazione é semplice: burocrazia, tasse e mancanza di investimenti
governativi in R&D. L’Europa delibera sulla curvature delle zucchine, ma deve
rivolgersi ai cinesi per le piattaforme 5G. Sentiamo sempre parlare di banche,
banche, banche, banche ma MAI di imprese che fanno autentica innovazione
(Google, Facebook, Whatsapp, Amazon, Apple, Netflix,hanno di
fatto cambiato le nostre vite e abitudini sociali). Di fatto gli USA sono
tra I posti migliori sul pianeta terra per avviare una start-up, eventualmente
fallire, ricominciare daccapo, rifallire, e ricominciare.
In un
prossimo articolo approfondiremo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo in
Asia, Europa e USA. E vedremo come i cinesi ci stiano facendo letteralmente a
pezzi (nel “ci” ci metto anche gli americani). Questi massicci investimenti
cinesi, se proseguono a questo ritmo, faranno della Cina per il resto del XXI
secolo quello che gli USA sono stati nel mondo durante il XX secolo: i padroni
del pianeta. Non ci sono dazi che tengano.