giovedì 28 novembre 2019

[Economia] Come funziona il Meccanismo europeo di stabilitá

Il mio modo di muovermi nella vita negli ultimi 5 anni si é sempre basato sulla seguente catena:

FATTI ---> ANALISI dei FATTI ---> DECISIONI/CONCLUSIONI

Come giá fatto un anno fa per l'infausto "global compact" (Articolo su Exit Economics), non mi sono basato per le mie conclusioni sui giornaletti italiani, ma ho preso i documenti originali dell'ESM e ho iniziato a studiarmeli. 

I FATTI in questo caso non sono i video su Youtube, i giornali di questo o quell'editore, ma i documenti ufficiali. 

Ho giá parlato degli imbecilli di questa epoca: l'incapacitá dei giornalisti e dei politici di leggere le carte ufficiali prova il declino mentale e vizioso dell'Italia. E se questa classe dirigente é la prima ad essere ignorante e pigra, non aspettatevi nulla di buono nei prossimi lustri. L'Italia sará terra di conquista per altri. E i vostri figli faranno i camerieri e i commessi per olandesi e tedeschi. 

Torniamo a noi: 

Esiste un MoU (Memorandum of Understanding) tra due soggetti: la Commissione Europea e lo European Stability Mechanism (organizzazione intergovernativa europea con sede in Lussemburgo). Per definizione, un MoU é una lista di intenti fra due o piú soggetti giuridici. 
Non stabilisce requisiti, cioé imposizioni, ma definisce un percorso che poi nel tempo diventerá normativo. In generale, un MoU é pieno di frasi come "i soggetti si impegnano a cooperare", "i soggetti evitano di duplicare il lavoro da fare" e cose cosí. Intenzioni, un po' come il global compact summenzionato.

In questo caso, devo dire che per essere un "semplice" MoU, il documento é piuttosto dettagliato. Le policy di intervento e le modalitá attuative sono ben spiegate. Ci sono gli input, i risk assessment, i ruoli delle parti, gli output.

Qui potete scaricare il documento del MoU con le mie annotazioni. 

L'architrave esecutivo, come sempre, é la commissione europea.
Supponiamo che un paese faccia richiesta di "supporto di stabilitá", in altri termini richieda un prestito. Normalmente un paese extra-europeo si rivolgerebbe al Fondo Monetario Internazionale. In questo caso, all'interno del consesso europeo, il paese che vede a rischio i propri conti fa richiesta di un prestito (il termine loan non é mai menzionato nel documento, nella neolingua europea si parla di stability support).

Supponiamo che sia l'Italia a richiedere un supporto di stabilitá.
La richiesta viene inoltrata al board dell'ESM. Il presidente di questo board attiva la commissione europea e la banca centrale europea (BCE) che producono una valutazione:
  •  del rischio di stabilitá finanziaria, 
  •  della sostenibilitá del debito pubblico,
  •  e dell'entitá del prestito (si parla non di loans, ma di financial needs)
Fin qui, normale: di fatto, quando chiedi un prestito ad una banca, la banca valuta
  • se sei un buon pagatore, 
  • quale é il tuo reddito (se non hai giá troppi debiti su cui paghi fior di interessi passivi)
  • quale é l'entitá del prestito e sua destinazione (esiste un collaterale cui aggrapparsi?)
Come vedete, la Commissione Europea, l'ESM e la BCE fanno la stessa cosa di una banca privata, solo che invece di una persona o un'azienda si parla di una nazione e invece di debito privato si parla di debito pubblico. I dati economici anziché essere micro sono macro.

Sta alla Commissione Europea, in collaborazione con la BCE, preparare una analisi di sostenibilitá del debito: di fatto include un piano di ammortamento del prestito erogato.
Sempre alla Commissione Europea sta l'onere del monitoraggio (surveillance)  del pagamento delle rate del prestito erogato. Nel 2015 l interesse sui prestiti erogati era inferiore all'1%. Decisamente buono, direi.

Fin qui, il MoU. 
Non é spiegato quali sono le condizioni precise per cui il paese richiedente il prestito possa accedere al prestito e le condizioni cui aderire per ottenerlo.
Di fatto, sta alla Commissione Europea, all'ESM e alla BCE stabilire le modalitá. Il parlamento europeo non interviene o, per lo meno, non risulta nei documenti che esso possa intervenire.

Esistono poi molti documenti (requisiti - governance rules, e manualistica - guidelines) che dettagliano il funzionamento dell'ESM.
Ma, come ogni banca che si rispetti, un prospetto informativo é d'obbligo, perché non é che possiamo leggerci migliaia di pagine per arrivare all'essenziale. 
Qua c'é il prospetto informativo che ci interessa [il sito dell'ESM é fatto molto bene]

Veniamo a come funziona.

L'ESM é come una banca di investimento. Al momento ha un equity di 80 miliardi di euro. Intoccabili. Pagati dagli stati membri dell'area euro. Tradotto: dai contribuenti. Raccoglie poi i soldi nei mercati finanziari. In breve, compra e vende titoli di stato a investitori in tutto il mondo. Di quanti soldi parliamo?
Iniziamo col dire CHI ha preso i prestiti dall'ESM finora. Se non sapete come funzionano i titoli di stato, leggetevi prima questo mio post su Exit Economics su come funziona un titolo di stato. E' spiegato in modo abbastanza semplice e con esempi.

Irlanda: 17.7 miliardi di euro, prestati fra il 2010 e il 2013, con pagamenti compresi tra il 2029 e il 2042 con una maturitá media di 20.8 anni. 

Spagna: 41.3 miliardi di euro, prestati nel 2013, con pagamenti compresi tra il 2022 e il 2027con una maturitá media di 12.5 anni. Gli spagnoli sono strizzati per bene, direi.

Portogallo: 26 miliardi di euro, prestati tra il 2011 e il 2014, con pagamenti compresi tra il 2025 e il 2040 con una maturitá media di 20.8 anni. Gli é andata meglio degli spagnoli, direi.

Grecia: 61.9 miliardi di euro, prestati tra il 2015 e il 2018, con pagamenti compresi tra il 2034 e il 2060 con una maturitá media di 32.35 anni. Si tratta di un prestito ENORME per cui i Greci saranno sotto scacco fino al 2060. Di fatto sono morti che camminano. Zombie economici.

Ma tutti questi soldi all'ESM chi glieli ha dati? 
I contribuenti, all'inizio.
Vedete, la frase di inizio "The ESM lends hundreds of billions of euros to programme countries. But this does not cost taxpayers any money" non mi sembra proprio corretta. Infatti 
sembrerebbe che l'ESM crei denaro dal nulla, compri titoli di stato con i soldi creati dal nulla e rivenda i titoli in giro per il mondo. Ma questo lo fa la BCE. 
No, l' ESM ha un capitale proprio di 80 miliardi di euro pagati dai contribuenti europei, e questi soldi non possono essere usati per fare prestiti. Di fatto, é un collaterale, per dire agli investitori che l'ESM é solido quanto basta, e che una un management che non é quello di Banca Etruria. 
Quindi, gode di prestigio e puó finanziarsi a interessi agevolati. Insomma, cerca capitali nei mercati finanziari, con la soliditá data da una equity pagata dai contribuenti, e con i soldi raccolti compra e vende titoli di stato (non mi sembri acquisti azioni, non é menzionato) usando complesse strategie di diversificazione del rischio finanziario, e mirando alla preservazione del capitale. Il che fa intuire che non adoperi - spero!- strumenti a leva finanziaria. 

Fin qui, tutto bello. 

Quindi perché tanta ritrosia di certe opposizioni all'ESM?

Per questa frase: " Countries must implement tough reform programmes before they get ESM money".

In altri termini, un paese per veder salvate le proprie banche e il proprio sistema di credito deve attuare riforme dure. La commissione europea si accerta che le misure vengano portate a compimento. In altri termini ancora, si tratta di tagli alla spesa pubblica e trasferimenti di ricchezza dai privati (con le tasse) allo Stato che ripaga i debiti contratti con l'ESM, che a sua volta ripaga i grandi investitori di tutto il mondo.

Detto in parole semplici: le opposizioni contestano il fatto che per mezzo dell'ESM il debito di uno stato é in mano a fondi speculativi con sede in paradisi fiscali che dissanguano per mezzo dei tagli alla spesa pubblica il popolo che lavora per pagare gli interessi sui prestiti. 
Per paesi come Germania e Olanda, l'ESM invece attua misure di buon senso perché il loro avanzo commerciale con i paesi mediterranei li ha riempiti di soldi che hanno reinvestito in titoli di stato dei paesi mediterranei (che garantiscono ritorni del 2-3% in un mondo di tassi negativi). E non vogliono scottarsi. Germania e Olanda pensano: "noi ogni centesimo ce lo sudiamo, e di certo non ve lo regaliamo". Se mi metto nei panni del creditore, capisco la ritrosia a dover accettare una perdita per aver prestato soldi ad un altro paese che poi non ripaga i debiti.

Di fatto é uno scontro tra culture diverse, antitetiche, nell'eurozona. Tra paesi produttori (Germania e Olanda) con una grande industria, e paesi prettamente consumatori (mediterranei) con medie e piccole imprese. L'euro ha facilitato le economie forti, e ha penalizzato le economie deboli. Ha polarizzato la ricchezza.
Con in mezzo un mondo finanziariamente globalizzato, dove la tassa IMU sul tuo immobile finisce per ripagare un investitore alle Cayman. Dopo il crack del 1929, la situazione mondiale era piuttosto simile.

Cosa succederebbe senza l'ESM? Di fatto, il rischio di collasso dell'euro salirebbe a dismisura. L'ESM é uno strumento di financial risk mitigation, riduzione del rischio finanziario. Se la Grecia, per dirne una, non riesce piú a finanziarsi nei mercati perché nessuno le compra piú i suoi titoli di stato, non puó fare altro che dichiarare default (come ha fatto l'Argentina). Dichiarare default significa dichiarare che non si é in grado di ripagare gli interessi sul debito. Il che significa che le banche che hanno titoli di stato greci si vedono ridurre gli attivi e devono ricapitalizzare, cioé spremere gli investitori delle loro banche (al limite i correntisti, misure di bail-in), al limite chiedendo aiuto ai propri stati (es. Germania, Olanda, Francia..) e quindi ai conribuenti (misure di bail-out). Ma questo é il meno. In fondo, la Grecia aveva piccoli debiti originariamente e una perdita era sopportabile senza troppi problemi.

Il vero problema é che il default della Grecia dimostrerebbe nero su bianco il fatto che l'euro non funziona cosí come é. Perché nessuno si fiderebbe piú di nessuno e ogni paese ritornerebbe alla propria valuta originaria, su cui avrebbe il controllo. Inoltre, se un paese facesse default, qualsiasi altro paese attuerebbe un taglio delle proprie passivitá verso gli altri (tradotto: ti ripago con una moneta svalutata). Avviando una recessione mondiale e il rischio di ritorsioni non solo commerciali, ma militari (ricordo l'occupazione del bacino della Ruhr nel 1923 da parte dei francesi che non volevano essere ripagati con un marco svalutato dopo il primo conflitto mondiale). Noi pensiamo che certe cose non possano piú accadere, ma ne siamo certi? 
Senza contare che l'euro é la bandiera di una Europa unita. Fine dell'euro, fine di questa Europa. Un ventenne di oggi é nato e cresciuto con l'euro in tasca.

Quando Ray Dalio scrive che ci ritroviamo in una situazione simile a quella vista negli anni '30 del secolo XX (come ho scritto su ExitEconomics), di fatto dice che come nel 1929 il crack bancario lo hanno pagato i cittadini coi morti della Seconda Guerra Mondiale, cosí oggi i crack bancari del 2018 lo stanno pagando i cittadini con le riforme strutturali e i tagli alla spesa pubblica che fanno esplodere i movimenti di malcoltento, bollati come "populisti" per nascondere sotto il tappeto problemi enormi che nascono nel modo in cui il credito é creato e distribuito, e la visione di corto respiro di molte moderne democrazie. I politici pensano a essere rieletti, non a guidare il futuro verso la sostenibilitá di lungo periodo. E'un problema interno di una democrazia moderna.  
E Ray Dalio é uno degli uomini piú ricchi del pianeta. Quindi un "cattivo" per definizione secondo il sentire comune. Ma il suo ragionamento non fa una piega ed é frutto dell'analisi storica ed economica di tantissime recessioni, a partire dal 1500. 

Conclusioni

Ora sapete cosa prevede il MES. Di fatto é un fondo comune europeo che presta soldi a quei paesi che non riescono ad accedere ai mercati. In cambio dei prestiti, richiede garanzia dei pagamenti. La garanzia é l'esecuzione di riforme strutturali. La Commissione Europea monitora l'andamento dell'economia del paese che ha ricevuto il pagamento e interviene, se serve. Come? per i sovranisti, mettendo politici fantoccio a capo dei governi; per i paesi creditori, lavorando con i vertici politici per mettere persone responsabili che comprendano i costi esorbitanti che i cittadini del paese debitore dovrebbero sostenere se dovessero fare default. Siccome le elezioni le vincono non quelli che promettono lacrime e sangue, ma quelli che dicono che il nemico é "esterno", i normali strumenti di una democrazia di fatto vengono in buona parte bypassati. 
Le democrazie moderne, nate su una base identitaria di COMUNITA',  di fatto sono antitetiche alla globalizzazione, che é per INDIVIDUI.

L'Irlanda i soldi che ha preso non li ha ancora ripagati. Inizierá nel 2029. La Spagna inizierá nel 2022.

Sapete perché é proposto da taluni, e osteggiato da altri. Sapete perché esiste e a cosa serve. 
Sapete tutto sul MES? No, nemmeno per niente. E' un'organizzazione molto giovane, che ha ancora molte frecce nel suo arco e sofisticate modalitá di intervento nei mercati primari e secondari del credito, ancora non sfruttati. Ne sentiremo parlare parecchio nei prossimi anni.















martedì 26 novembre 2019

Imbecilli

Io vivo all'estero da 5 anni e in Italia ci torno solo per vacanze e, purtroppo, funerali.

Peró penso che un tale livello di imbecillitá raramente l'ho riscontrato nei giornali e nei cosiddetti intellettuali.

I fatti per come letti:
1. Un ponte crolla per colpa del maltempo.

Un ponte crolla quando i margini strutturali diventano negativi; in altri termini, quando vari elementi (invecchiamento, assorbimento delle piogge, corrosione, crepe, etc) pregiudicano nel loro insieme la struttura. La struttura giá PREVEDE in fase di progettazione questi elementi, inclusi i cambi di carico statico dovuti alle franee e l'azione del tempo (aging). Per i ponti costruiti sopra canali o bacini d'acqua, nei margini vengono anche considerate le collisioni contro le navi. E se non lo fanno, i progettisti vanno presi a pedate nel sedere.

2. Un ponte crolla per la troppa cementificazione
Semmai il contrario. C'éra troppo poco cemento buono. In merito alla cementificazione selvaggia, si parla ancora una volta di cattivi progetti. Qua in Olanda é tutto cementificato, il 60% del paese é artificale ed é sott'acqua, esiste un complesso enorme di dighe che vanno manutenute ogni santo giorno. Si tratta di opere colossali da centinaia e centinaia di km lineari. Eppure, anche se diluvia, non ci sono pozzanghere e gli alberi che cadono sono pochissimi (e ci sono giornate dove il vento soffia ben oltre i 100 km/h). Esiste cemento buono, e cemento cattivo.

3. Ilva, Alitalia, Fiat.. crisi in Italia a 360 gradi
Questa é fantastica. Significa fare un minestrone di cose diversissime.
Alitalia produce servizi, non manifattura un bel niente, nemmeno un tavolino. Compra o affitta aerei e paga l'affitto per gli aeroporti e vende i biglietti per spostarsi da A a B.
L'Ilva produce acciaio, non servizi. E l'acciaio é in una crisi MONDIALE, ci sono esuberi nell'acciaio anche nei Paesi Bassi. Di fatto, la Cina usa il carbone per produrre acciaio, noi siamo bloccati tra magistratura, costo altissimo dell'energia, politica che cambia decisione ogni due giorni. L'ILVA é senza speranza. Un modello di business fottuto dopo anni di disinteresse.
Fiat...ecco, mettetevi in testa che la Fiat (ora FCA) di fatto é una compagnia straniera che produce ANCHE in Italia e usufruisce della rete dei dealers della vecchia Fiat sul territorio nazionale. FIAT é S T R A N I E R A. Ha sede fiscale in Olanda e giuridica a Londra.

4. Esistono le tasse etiche
L'etica cambia a seconda dei periodi storici. Quindi é soggetto alle mode. Questi imbecilli al governo e i loro giornalisti a busta paga un tanto al chilo non capiscono che se tassi la plastica, tassi un prodotto essenziale per il funzionamento di una economia moderna. Tra l'altro, non é che queste tasse finiscono per un ammodernamento degli inceneritori o per la costruzione di nuovi inceneritori. No, sono soldi che finiscono in un bacino di introiti fiscali che nulla faranno per migliorare universitá, ricerca sulle rinnovabili etc. Quello che faranno sará punire i produttori di plastica sul territorio nazionale. Il problema é la raccolta differenziata e il corretto smaltimento, NON la tassa sulla produzione. Il diesel, prima decantato e poi osteggiato, avrebbe dovuto essere un lesson learned. Invece niente. Stesse dinamiche, stessi errori. Incredibile.
Dovrebbero abolire per legge la possibilitá agli incompetenti senza almeno 15 anni di lavoro nell'industria PRIVATA o nei servizi PRIVATI di diventare politici.

5. Le sardine
Questi dureranno il tempo di un fiammifero. Sono lo scarto dei 5Stelle. Gente che ha intenzioni vaghe, ma non idee precise. Gente che ha desideri giovanili, ma non obiettivi adulti. E' tutto un minestrone di adolescenti in fuga dalla realtá perché la realtá fa troppa paura. Date loro il tempo di crescere, e spariranno insieme alle loro ilusioni. Ovviamente ci sará chi fará carriera politica grazie a questi creduloni. Ci sará un Di Maio 2.0 che diceva che entro il 2022 avremmo avuto un milione di auto elettriche con lo sfruttamento delle rinnovabili. Ve lo meritate Di Maio.

6. Immigrazione
Con questo governo, abbiamo capito che se muore una donna affogata nel Mediterraneo, se c'é Salvini é colpa di Salvini, se muoiono 5 donne annegate e non c'é Salvini ma il PD al governo, é colpa del maltempo nel mediterraneo. Piú parziali di cosí...


7. Il MES
Chiariamo un punto. Se vogliamo restare in questa Europa, beh, queste sono le regole. A me non piacciono, ma di fatto le regole vanno rispettate o cambiate dall'interno nei consessi legislativi. E l' Italia non ci é MAI riuscita. Gli stessi M5S hanno eletto la Ursula. Quindi, che pretendete? Gli italiani hanno un governo di inetti buoni a nulla, che litigano per le tasse sulle merendine? Bene, gli altri governi se ne approfittano. Se io gestisco una divisione mia aziendale dove non so prendere decisioni, gli altri capi di altre divisioni mi soffiano esperti e lavoro. E' inevitabile. Che pretendete? di essere rispettati se non sapete nemmeno usare i congiuntivi, non avete esperienze lavorative, non conoscente nemmeno l'inglese e passate da un dicastero all'altro come se fosse una classe dell'asilo?
Ve la prendete coi tedeschi? prima prendetevela con chi vi ha venduto sogni per certezze. E poi con voi stessi che ci avete creduto.


L'Italia é fottuta, fatevene una ragione e prendete provvedimenti a livello del singolo.




lunedì 18 novembre 2019

[Tecnologia] Machine Learning e robot

Quando si dice che i robot prenderanno molti dei lavori che svolgiamo, si dice una veritá inesatta.

Ogni volta che la tecnologia ha fatto un balzo, c'é stato un cambiamento di paradigma nella produzione prima, e nella societá immediatamente dopo.

Prendiamo l'invenzione della macchina a vapore, che ha consentito di cambiare radicalmente la produzione delle stoffe grazie all'impiego del telaio meccanico nel tardo 1700. I movimenti luddisti dell'800 avevano come scopo la distruzione dei telai meccanici perché questi ultimi vedevano visti come la causa della perdita di posti di lavoro. In realtá vi fu un aumento degli operai nel settore tessile perché la produzione aumentó esponenzialmente, ma dovevano essere integrati in una struttura produttiva verticale e i vecchi mestieri semplicemente scomparvero.

La produzione automatica é sempre migliore di quella manuale per prodotti di largo consumo, perché consente di monitorare i processi e di migliorare continuamente il prodotto giocando sui parametri di produzione. Una fresa meccanica ha un controllo del taglio nell'ordine del micron. Una macchina litografica per la produzione di circuiti integrati ha una precisione dell'ordine della frazione di nanometro (un miliardesimo di metro).

Quando la Toyota introdusse il suo modello di qualitá totale nel design e nella produzione delle automobili prodotte nei suoi stabilimenti negli anni 80 del secolo XX, gli americani organizzavano raid contro auto importate dal Giappone che erano molto piú affidabili, e meno costose, di quelle prodotte dai sonnacchiosi colossi locali (GM, Ford, Chrysler). Di fatto, si trattava di luddismo nell'anno 1982, stesso anno in cui uscí Blade Runner e si immaginava un mondo dominato dalle industrie giapponesi. La storia poi ha preso un corso diverso, a riprova che i film di fantascienza non ci azzeccano mai, ma sono comunque belli a vedersi.

Oggi la nuova sfida si chiama intelligenza artificiale.

Ci siamo sposati dal tangibile (telai meccanici e automobili) all'intangibile (algoritmi).

Per intelligenza artificiale si intende una branca del software che si occupa di studiare, e rendere operativi, algoritmi che possano emulare l'intelligenza umana, effettuando scelte e operando decisioni in una frazione del tempo che richiederebbe il cervello umano.

Un esempio é l'auto a guida autonoma. In questo caso, il SW si basa sul machine learning, il quale attraverso un lungo addestramento (milioni di km percorsi da un'auto) consente di calibrare il SW per fargli prendere le decisioni migliori sulla base di situazioni simili giá incontrate in precedenza.
Tesla é anni avanti ai concorrenti tedeschi in questo, a riprova che gli investimenti in ricerca base portano sempre enormi ritorni nel lungo periodo.

Ad esempio, l'auto si trova ad un incrocio scarsamente illuminato. Riconosce i profili dei marciapiedi, le strisce a terra, i pedoni intorno, gli alberi, la segnaletica, e comunica con il 5G con la altre vetture intorno. Decide in 1 ms se premere il freno, oppure se sterzare, etc. Per far riconoscere al SW tutte queste cose, e fargli prendere una decisione (frena o sterza o accelera...), occorre fargli fare apprendistato facendogli gestire milioni di situazioni diverse con guidatori esperti che lo correggono ogni volta che prende una decisione sbagliata. Il sistema, rete neurale in questo caso, viene calibrato con milioni di deja-vu.

Vedete, c'é un punto che differenzia il software dall'hardware.

Il SW non invecchia.

A differenza di quello che vi fanno vedere nei film di fantascienza, i robot invecchiano eccome e si scassano piú delle persone. Le colle si vetrificano, i circuiti soffrono di degrado termico, da raggi cosmici, i meccanismi soffrono la fatica, si formano crepe nei materiali, l'elasticitá diminuisce etc. A differenza di un organismo vivente, che nei limiti puó autoripararsi, l'hardware non puó e ha un ciclo vitale abbastanza predefinito.

Il SW non soffre di invecchiamento. Magari diventa obsoleto, nel senso che non puó effettuare alcune funzioni mentre nuovi prodotti lo possono, ma anche l'HW, in aggiunta all'invecchiamento, soffre di obsolescenza.

Ora, qual é il punto forte, secondo voi, dell IA?
La velocitá di reazione?
La velocitá di calcolo?
Il fatto che ci libera dalla schiavitú di lavori ripetitivi e a scarso valore aggiunto (torniamo al luddismo, ci saranno sicuramente movimenti luddisti anti-robot nei decenni a venire)?

Io ne dico uno: vedete, per istruire 100 ingegneri, questi devono lavorare e fare esperienza separatamente, magari nella stessa azienda. Molto del loro know-how é comune a tutti e 100 gli ingegneri, direi anche l'80% se lavorano in 5 o 6 in settori di nicchia. E quel 20% rimanente che fa la differenza tra uno bravo e uno meno bravo.

Bene, immaginate di avere una scheda stampata, con diversi chip neuronali, che impara il lavoro all'interno di un singolo robot che viene mandato in giro nell'azienda imparando vari mestieri. Questa fase di apprendimento richiederá piú o meno tempo, ma ogni informazione verrá assorbita, elaborata e infine immagazzinata h24, 7 giorni su 7. Un robot non dorme.

Bene, quando l'addestramento sará completo, basterá effettuare 99 copie della stessa scheda per avere altrettanti robot che arrivano "giá imparati" sul mondo del lavoro.

Vedete il punto? non é piú una questione di scalare la produzione, é una questione di travaso di esperienza. Il robot si rompe? nessun problema, fintantoché l'informazione é preservata e puó essere trasferita su nuovo hardware.

A coloro che obiettano che ogni nuova tecnologia ha creato piú posti di lavoro di quanti ne abbia distrutti, rispondo che é vero. Il problema é la velocitá di distruzione dei posti di lavoro. Ad ogni salto tecnologico, la velocitá di distruzione aumenta e l'uomo, inteso come societá umana, fa sempre piú fatica ad adattarsi.

Se da un lato la tecnologia distrugge, dall'altro consente anche di far salire la barra della qualitá di vita. L'IA potrebbe scoprire nuovi farmaci, nuovi modi di creare ricchezza e valore aggiunto.

Personalmente, l'unico modo che considero possibile nel prossimo futuro per noi uomini per rimanere avanti all'IA, é considerare l'installazione di dispositivi che aumentino le nostre capacitá cognitive o la capacitá di connetterci a sistemi operativi esterni o fra di noi.
Credo che fra decine di anni saremo connessi tra di noi, non vedo alternative.

L'autocoscienza é solo il prodotto di un sistema (il cervello) complesso, sviluppatosi qualche milione di anni fa.
Cosí come la vita é solo il risultato di un sistema che si autoreplica, nato 4 miliardi di anni fa.




domenica 3 novembre 2019

[Economia] Contanti e Minibot

L'argomento é di attualitá, se ne parla parecchio, e c'é anche molta confusione in giro. Mi riferisco a:

  1. Contanti
  2. Minibot

Ho giá scritto del perché la guerra al contante é solo una farsa che non risolve nulla. Il motivo di fondo é che il 90% e passa del circolante mondiale é denaro elettronico, con cui si pagano mutui, bollette, prestiti, stipendi, consulenze mediche, etc. Solo una minima frazione del circolante é in forma di contanti.

Ora andiamo ad approfondire il senso della guerra al contante e ai minibot.

Il contante, come spiegato molto intuitivamente in questo video, non perde di valore ad ogni transazione commerciale. Nel caso di un pagamento con trasferimento dal mio conto-corrente al conto-corrente del panettiere dal quale compro il pane, per esempio a mezzo del mio bancomat, si applica invece una commissione che finisce in tasca all'istituto di credito.

Tutto qua? E'solo un modo che hanno le banche per raschiare il fondo del barile? Abolendo il contante non avrebbero problemi a tenere riserve bancarie, quindi avrebbero piú libertá nella creazione del credito...sinceramente, é poca cosa.

Le riserve bancarie sono giá bassissime.
Amo il lateral thinking, e amo unire puntini alle volte distanti fra di loro.
La ragione é piú profonda e si sposa con l'ostilitá ai minibot.

Un minibot é un titolo di stato al portatore che non si porta dietro cedole, cioé non matura interessi. Ho spiegato cosa sono e come funzionano i titoli di stato (bond)  a questa pagina, su OraZero.

Se io ho in tasca un pezzo di carta che é un minibot da 100 neo - lire, di fatto ho un pezzo di debito pubblico italiano che peró non matura interesse, a differenza di un buono del tesoro ordinario, che é un esempio di bond.

Come si chiama un pezzo di carta che mi consente di effettuare transazioni, che non matura interesse, e che passa da una mano all'altra senza perdere di valore?

Si chiama contante.

Quindi, i minibot sono una forma di contante.
A differenza del contante ordinario, che si ritira da un bancomat e che fa parte delle riserve della banca commerciale tenute presso la banca centrale, un minibot non é sotto il controllo della banca centrale o delle banche commerciali. E'sotto il controllo del Ministero del Tesoro.

Di fatto, il minibot diventerebbe valuta parallela all'euro, da usare solo in Italia e senza un rapporto di cambio con l'euro, non ufficiale almeno.

Non é un caso che i minibot siano stati proposti da parlamentari ed economisti leghisti, che prima delle elezioni del 2018 avevano fatto della guerra all'euro uno dei loro cavalli di battaglia.
Dopo la mazzata ad agosto 2019, quando hanno capito che andare ad elezioni non era cosí scontato, la Lega ha fatto marcia indietro. Per risultare piú accondiscendente verso i Mercati (obiettivamente certe sparate tipo "lo spread me lo mangio a colazione" si potevano evitare)  della cui reazione il presidente Mattarella si era detto "molto preoccupato", la Lega di Salvini ha fatto un passo di lato ucomunicando agli italiani che l'euro cosí come é non vabene, ma che ce lo teniamo e lo modifichiamo dall'interno.
Questa frase non significa assolutamente nulla. E'solo un messaggio tranquillizzante cui non crede nessuno. Ma la Lega gode del supporto del 34% dell'elettorato. E la Commissione Europea, la BCE e il FMI lo sanno benissimo che uno scontro frontale contro Salvini farebbe guadagnare altri voti a quest'ultimo, visto dalle gente come difensore del popolo.

La vera guerra all'euro gli economisti della Lega vorrebbero attuarla per mezzo dei minibot.
Con un artificio normativo che sa di supercazzola del Conte Mascetti.
Perché?

Ricordate la Grecia nel 2012? La Troika (Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea, Commission Europea) comunicó ai vertici politici greci il seguente messaggio: "O attuate riforme sul contenimento della spesa, oppure non vi facciamo credito e le vostre banche vanno in default una dietro l'altra. Il popolo dará la colpa a voi, che anziché operarvi per un taglio del debito col rischio di far implodere l'eurozona tutta, preferite vedere chiusi gli sportelli dei bancomat".
Il resto é storia. Il governo Tsipras fece una clamorosa inversione a U in tre giorni dopo il referendum e poi, da contro l'Euro, divenne improvvisamente mansueto e attuó la vendita degli asset statali, fra cui il porto del Pireo, gli aeroporti ,il porto di Salonicco, etc. Di fatto la Grecia privatizzó i gioielli di famiglia, vendendoli a fondi stranieri, principalmente tedeschi e cinesi. Era come giocare a Monopoli, capitare sul parco della Vittoria, e dover svendere tutti i propri alberghi per pagare il salatissimo conto, pena l'uscita dal gioco.

Se questa cosa vi ricorda il trattato di Versailles e l'occupazione del bacino della Ruhr da parte dei francesi dopo la Prima Guerra Mondiale...beh, non sareste i primi. Dimostra che la fratellanza europea é bella a parole, ma i soldi, ragazzi, sono i soldi. Solo piddini e M5S credono alle favole.

I minibot sarebbero una valuta parallela che circolerebbe per anni e, in caso di Italexit, con la chiusura dei bancomat da parte dei circuiti bancari primari, attenuerebbero l'impatto della carenza di denaro grazie al fatto che ci sarebbe comunque del circolante riconosciuto dal ministero del tesoro per fare la spesa, pagare il ristorante e le bollette.
Alla bisogna, se non vi fossero gli euro, si stamperebbero i minibot, con la gente che giá li avrebbe usati da alcuni anni e avrebbe avuto modo di familiarizzarci.
I minibot sono legali? ní, e qui sta la supercazzola. Sarebbe moneta a corso legale, cioé nessuno ti vieta di usarla, ma non a corzo forzoso, cioé nessuno ti obbliga ad accettarla. Confusi?


Non ve lo dicono, ovviamente, ma a me sembra l'ipotesi che meglio spiega la testardaggine con cui la Lega si é impuntata su questa scelta.
La scelta delle effigi sui minibot (Tardelli, Mattei, etc) é di fatto uno sventolare il tricolore italiano in faccia all'Europa. Piú chiaro di cosí: la scelta dei simboli non é mai casuale. Non Dante, non Petrarca, ma Tardelli che segnó contro la Germania nell'82 e Mattei che voleva rendere l'Italia indipendente dall'approvvigionamento energetico.

Quanto scrivo penso sia chiaro come la luce del sole a Bruxelles e Francoforte: lo capirebbe anche un ragazzino. Se ogni paese si mettesse a stampare minibot, di fatto sarebbe una euroexit a tutti gli effetti, con ritorno alle rispettive neo-valute. Sarebbe la fine del sogno europeo per coloro che su questo sogno hanno lavorato (e in molti casi approfittato) per una vita.

Ecco perché i minibot saranno osteggiati, a torto o a ragione, con tutte le forze dai paesi creditori e detentori di debito pubblico italiano.


sabato 2 novembre 2019

[Economia] Bond con interessi negativi e futuro dell'eurozona

Questo é un post fondamentale. 

Cosa é un titolo di stato?

Se non si capisce cosa sono i titoli di stato, non si puó capire il mondo contemporaneo, il debito pubblico, l'importanza dello spread, la crisi greca, il modello giapponese, le politiche monetarie, il quantitative easing, i minibot, gli interessi negativi e via discorrendo.

Il bond é l'architrave finanziario che sorregge le economie mondiali.

Con questo post provo ad illustrare con parole semplici il funzionamento di un titolo di stato, di seguito chiamato bond. E cercheró di spiegare, sempre con parole semplici, come siamo arrivati ad avere interessi negativi sul denaro prestato.

Con il termine Bond in inglese si intende un legame fra due entitá. Per esempio, c'é il legame chimico fra due atomi (chemical bond) e c'é il legame affettivo (fra madre e figlio, emotional bond).
Un legame particolare é quello che lega un debitore ad un creditore. Ci occupiamo di quest'ultimo, e in particolare nel caso in cui il debitore é lo stato.

L'ammontare del debito uno stato deve ai suoi creditori si chiama debito pubblico.

Lo stato ha due modi per pagare i creditori cui ha chiesto denaro in prestito: il primo modo é con le tasse, il secondo con i bond.
Per mezzo della politica fiscale si applicano le tasse, spostando ricchezza da gruppi di persone ad altri gruppi di persone nell'immediato. Lo stato raccoglie tasse e paga i creditori.
Mario Monti ha fatto questo: ha affossato il paese di tasse nel biennio 2011-2012 con una miope visione politica per ripagare le banche tedesche e francesi che avevano comprato in precedenza bond italiani. Se non lo avesse fatto, Draghi non avrebbe comprato debito pubblico italiano. Sic et simpliciter.

Per mezzo della politica monetaria si creano e distruggono bond, cioé si crea e si distrugge denaro.
Mario Draghi con la politica di quantitative easing ha comprato bond in quantitá enormi e ha creato denaro finito nei circuiti bancari europei, tenendo in piedi la baracca europea che soffriva (e continua a soffirire) di una leadership politica non  lungimirante, frammentata e poco competente.

La politica fiscale é attuata autonomamente da uno Stato verso i suoi cittadini.
La politica monetaria é attuata dalle banche centrali in sinergia con la politica nazionale (minuto 25 in poi del video di Ray Dalio).

Nel caso dell'eurozona, le cose si complicano perché un paese "sovrano"come l'Italia di fatto NON controlla la propria politica fiscale che é soggetta all'approvazione implicita dell'eurozona e men che meno controlla la politica monetaria. Per l'Italia, di fatto, l'euro é una moneta straniera la cui quantitá non é modulata in accordo alle specifiche necessitá del paese.
Ad esempio, quando l'Italia dice che vuole fare deficit per un 2.5% nell'anno 2020, sta dicendo che produrrá bond per coprire un mancato introito fiscale pari al 2.5% del Prodotto Interno Lordo. Se l'Europa non approva, la creazione di bond deve essere piú contenuta e/o le tasse non possono essere tagliate. Se la BCE quei bond non li compra, l'Italia si deve rivolgere ai mercati internazionali che chiederanno un tasso di interesse alto.

Vedete, molti anni fa se c'erano bond invenduti durante le aste, questi erano comprati dalla banca centrale italiana in accordo con il Ministero del Tesoro: cioé lo Stato faceva debito con se stesso. Creava credito oggi per ripagarlo a rate negli anni a venire. In questo modo, gli interessi pagati sui bond rimanevano bassi. Esattamente quello che fa il Giappone da 25 anni.




Sopra, Inflazione anno su anno in Italia. Negli anni immediatamente precedenti al 1980, era compresa fra il 15% e il 20%. 








Sopra, Inflazione anno su anno in Germania: il rate di crescita dell'inflazione in Germania era la metá di quello italiano.


Questo veniva considerato inaccettabile dai grandi investitori stranieri. Perché? perché in questa maniera lo stato italiano creava denaro "alla bisogna"per scopi elettorali (c'era la Democrazia Cristiana) e l'inflazione aumentava. Per gli investitori stranieri che avevano comprato debito pubblico denominato in lire, significava vedere il proprio investimento rovinato dalla svalutazione della lira perché se un investore tedesco investiva i suoi marchi comprando bond italiani a dieci anni, dopo dieci anni l'investitore tedesco si  ritrovava con un titolo di stato che valeva oltre 50% in meno di quanto l'aveva pagato!


Sopra, quante lire ci volevano per comprare un marco tedesco fino all'avvento dei cambi fissi. Potete vedere che nei venti anni 73-93 la lira si é svaluatata di un fattore 5 (-80%) rispetto al marco. 

Giusto o sbagliato che fosse, ora il debito pubblico italiano non é piú in mano ai cittadini italiani, ma é in mano a fondi sovrani, banche internazionali e fondi speculativi che possono decidere il costo del debito in modo completamente indipendente rispetto al Ministero del Tesoro.

Quindi il concetto di controllo dei bond é alla base del CONTROLLO della SOVRANITA' di un Paese. I minibot proposti dalla Lega sono di fatto dei piccolissimi bond che servono ad aggirare il controllo della banca centrale europea.

Infatti, quando i bond vengono creati da uno Stato per finanziarsi e sono comprati dalle banche centrali, i soldi vengono creati. Quando i bond vengono ripagati dagli Stati alle banche centrali con gli interessi, i soldi vengono distrutti.
I minibot sarebbero fuori dal controllo della banca centrale europea, perché sarebbero emessi, controllati e distrutti dal ministero del tesoro italiano soltanto. Un po'come era la situazione molti anni fa (pre-1981). Scordatevi i minibot. Non ce lo lasceranno mai fare, sicuramente non succederá nel medio periodo (5 anni). Altrimenti smetteranno di comprare debito italiano. E tanti saluti a tutti.


Dopo questo lungo preambolo, che serviva a darvi un'idea dell'importanza dei bond nel mondo e per decidere le politiche fiscali e monetarie dei governi dei paesi, torniamo all'oggetto del post.

I bond sono strumenti finanziari di raccolta del risparmio privato che furono inventati dai fiorentini per finanziare le guerre contro Pisa, al tempo dei Medici. Ma come funzionano esattamente?

Un bond é un contratto che lega un debitore a uno o piú creditori. Questo contratto contiene poche ma importanti informazioni:

  • Il valore nominale del bond, chiamato PAR VALUE
  • il valore del pagamento annuale che spetta al creditore, chiamato cedola o COUPON
  • una data, chiamata maturitá o MATURITY, alla quale il valore nominale del bond deve essere ripagato per intero a chi ha comprato il Bond. 
Questa é la teoria, ma un esempio serve a chiarire tutto.
Esempio:

Il Ministero del Tesoro Italiano crea, oggi 1 Nov 2019, molti bond da 10mila euro l'uno con scadenza a 10 anni e con cedola da 400 euro da pagare ogni anno ai compratori (in gergo, sottoscrittori) del bond.
Ecco le tre informazioni che ci interessano.

  • PAR VALUE = 10000 €
  • COUPON = 400€/anno
  • MATURITY = 1 Nov 2029, 10 anni dalla creazione del bond.


Io decido di comprare uno di questi bond. Sborso 10mila euro e me ne compro uno.
Qual é il tasso di interesse annuale per me creditore che ho comprato un pezzetto di debito pubblico italiano? Presto detto: 400 euro ottenuti ogni anno a fronte di una spesa di 10000 euro, significa 400/10000 = 4.00%.
ATTENZIONE
Qual é il rendimento (YIELD, in inglese), di questo bond?
Yield = 4000 euro di interessi/10mila euro sborsati, spalmati su una maturity di dieci anni = 4%

Lo stato italiano, in dieci anni, é tenuto a darmi 400 euro ogni anno, per dieci anni, e alla scadenza dei dieci anni deve restituirmi il valore del bond nominale, cioé 10mila euro. In totale, in 10 anni lo stato italiano deve rimborsare 14000 euro.
Il debito pubblico, per questo singolo bond, in dieci anni é aumentato di 4mila euro, a tanto ammonta il pagamento degli interessi.

Tutto quello che vi ho appena scritto non é accurato. E' solo aritmetica spiccia e non tiene conto di come funziona il mondo dei bond, cioé il mondo in cui i bond sono comprati e venduti. In altri termini, non tiene conto di come il MERCATO funziona, del peso che hanno le agenzie di rating operano e delle attese dell'inflazione.

Accade molto spesso che chi compra i bond non li tiene fino alla maturitá; piuttosto, li rivende nei mercati a un prezzo che é soggetto alla legge della domanda e dell'offerta. Ad esempio, immaginiamo che sia trascorso un anno dalla creazione (in termini piu' corretti si parla di emissione) del bond. All'inizio le agenzie di rating consideravano l'Italia molto affidabile, e quindi avevano assegnato una bella A al nostro bond. Dopo un anno, accade, che so, che la situazione economica italiana sia migliorata, la disoccupazione é bassa, l'inflazione é sotto controllo. Allora l'agenza di rating, diciamo Moody's, ci assegna una triplaA, AAA.
Per il mercato, il nostro bond é ultra-sicuro. L'Italia ha rischio zero di essere insolvente nei nove anni residui, tanto resta al rimborso del bond, o di non pagare gli interessi.

Ci sono quindi attori di mercato che sono disposti a pagare, per i nove anni residui, piú di diecimila euro per il nostro bond.
Facciamo finta che ci sia chi é disposto a pagare 11000 euro. Noi gli vendiamo il nostro bond il primo novembre 2020 e incassiamo 1000 euro, dalla differenza tra il prezzo di vendita (11000) e il prezzo di acquisto originale (10000). Siamo contenti.
Il compratore, che puó essere un fondo pensioni olandese, si troverá con questa situazione:

  • PAR VALUE = 10000 €
  • COUPON = 400€/anno
  • MATURITY = 1 Nov 2029, NOVE  anni dalla creazione del bond.


Quant'é il rendimento? Fate attenzione che al fondo pensioni olandese il bond di valore nominale 10000 é costato in realtá 11000 euro e sono rimaste solo 9 cedole da incassare da 400 euro l'una, pari a 3600
Rendimento = Yield = 3600 euro di interessi/11mila euro sborsati, spalmati su una maturity residua di 9 anni = 3.63%


Il rendimento é sceso perché il bond é diventato piú costoso, perché ambito dal mercato.

Nella nostra simulazione, l'Italia é diventata emittente AAA, stabile, degna di fiducia, e quindi il costo del bond é SUPERIORE al valore "PAR", cioé al valore di facciata, o nominale. In tale contesto i rendimenti scendono.
Se ci fosse previsione di inflazione, diciamo all'1% ogni anno nei prossimi 10 anni, alla scadenza della maturity, 10000 euro varrebbero 9043 euro. Quindi il rendimento é piú basso ancora.

Il rendimento aggiustato per l'inflazione sarebbe 3,63% - 1% = 2,63%
(in realtá é ancora piú basso ma usiamo formule semplici e non composte).

Capiamo quindi che se l'inflazione attesa é alta, per rendere appetibili i bond occorre che lo stato che li emette ci associ un "premio" importante, quindi una cedola molto alta: i creditori non vogliono veder eroso il loro investimento in bond per colpa del rischio inflazione.
Se, invece di inflazione, ci si aspetta deflazione, ovvero ci si aspetta una recessione che mandi a picco i consumi perché la gente ha meno soldi da spendere e attinge ai risparmi, anche rendimenti bassi possono fare gola, in attesa di tempi migliori. E'questo il senso della recente inversione della curva dei rendimenti negli USA, su cui ho giá scritto, per i piú curiosi.

Potreste chiedervi: un momento, questa che hai appena descritto nell'esempio era l'Italia del miracolo economico, c'era Bretton Woods, c'era il gold standard, ora la situazione é diversa. Siamo BBB eppure i rendimenti in Italia sono bassissimi, abbiamo un governo che si tiene in piedi con le stampelle, e per la Germania e l'Olanda sono persino negativi! Dove sta il trucco?

Vedete, se la banca centrale DECIDE di comprare i titoli di stato, creando denaro dal nulla, quello che succede é che il prezzo dei bond sale... sale... sale, ovvero i rendimenti scendono... scendono... scendono, perché tanto un compratore di ultima istanza di bond si trova sempre. La banca centrale, appunto.

Esempio:

Emettitore: Italia (rating: BAA), data: primo novembre 2014,
  • PAR VALUE = 10000 €
  • COUPON = 100€/anno
  • MATURITY = 1 Nov 2024, dieci  anni dalla creazione del bond.
A quanto si vende oggi questo bond, a cinque anni dalla maturity?
Supponiamo che si venda a 11025, prezzo alto perché tanto la banca centrale lo comprerebbe e quindi costa di piú.

Rimangono 5 anni di cedole, quindi il rendimento sembrerebbe essere:

5 x 100 euro / 11025 su  5 anni = 0.9%

Ancora un interesse positivo, direte, giusto?
Sbagliato.
Perché fra 5 anni il Ministero del Tesoro italiano mi rimborserá soltanto 10000 euro, il PAR value.

Il rendimento reale, tenuto conto di quanto mi esce e quanto mi entra diventa:

(500 euro intascati in interessi + 10mila euro rimborsati dall'Italia - 11025 spesi) / 11025 su 5 anni = -0.95%

Cioé il rendimento é negativo, ed é pari a 0,95% all'anno. Su 100 euro prestati, perdiamo 1 euro ogni anno (senza contare i costi di commissione per le banche e il tempo perso per comprare i titoli).

Questo é il motivo per cui le azioni delle banche centrali, specie la BCE in Europa e la Banca del Giappone, hanno fatto crollare i rendimenti dei titoli di stato. Ne comprano tantissimi, per cui i rendimenti sono bassissimi, ma questo non riflette lo stato reale delle economie sottostanti. 

Oggi si celebra Draghi perché ha tenuto in piedi l'euro...di fatto Draghi ha ritardato l'inevitabile, ossia la scomparsa dell'euro, perché é una moneta nata sbagliata che nasconde sotto il tappeto dei bassi tassi di interesse, un enorme vuoto normativo e di management politico.

C'é una singola metrica per capire lo stato di salute dell'economia di un paese? No. Sentirete spesso parlare di inflazione, crescita del PIL o rapporto deficit/PIL, ma a mio avviso la metrica piú importante é un'altra, poco strombazzata dai media e per questo ancora piú degna di attenzione: la disoccupazione giovanile.
Guardiamo ai dati sulla disoccupazione giovanile oggi.

  • Eurozona: 15%
  • USA: 9%
  • UK: 11%
  • Giappone: 4%
  • Australia: 11%

Il dato europeo e catastrofico non solo perché é il piú alto del gruppo considerato, ma perché é un dato mediato tra dati, a loro volta mediati, di un insieme di popoli che assommano a 340 milioni di persone. 
In Spagna, la disoccupazione giovanile é oltre il 40%, in Italia é del 35%, in Grecia il 33%, in Germania l'8%, in Olanda il 7%. Cioé due paesi che adoperano la stessa moneta, Olanda e Italia, hanno uno stato di disoccupazione giovanile che é 1 a 5!

I giovani che non lavorano, emigrano, e fanno ricchi i paesi di arrivo (UK, Germania e Olanda in primis), che quindi rafforzano ulteriormente la loro produttivitá. Ma tanta emigrazione, anche se di qualitá, non viene ben vista dalla popolazione locale, che si arrabbia e diventa intollerante. Ad esempio, qua in Olanda le riduzioni fiscali per expat ad alta istruzione sono passati da 10 anni a 8 anni e ora a 5 anni. Veniamo visti da parte della popolazione come dei fortunati che si approfittano dell'accoglienza dei paesi di arrivo. Figuriamoci cosa succede con i migranti africani che non sanno neanche leggere o scrivere! Capite dove sto andando a parare: tensioni sociali.

L'euro dovrebbe gestire realtà economiche, produttive e  sociali completamente distanti l'una dall'altra. I dati sulla disoccupazione giovanile dimostrano il fallimento delle politiche europee sul lavoro. 
I bassi tassi di interesse, su cui si soffermano i giornali, alterano la realtá delle cose, forniscono una percezione sbagliata dello stato di salute dell'eurozona, ingenerando un clima di fiducia che ha gambe di argilla. La situazione economica dell'eurozona, nel complesso, é pessima, mettetevelo in testa: i dati sulla disoccupazione, giá ripuliti dai milioni di giovani che nemmeno lo cercano un lavoro, sta lá a testimoniarlo. Se venissero conteggiati in Italia i milioni di ragazzi che il lavoro neanche lo cercano, saremmo vicini al 50% di disoccupazione giovanile. Un giovane su due non lavora e di fatto spende i risparmi delle generazioni precedenti. Non é un caso che si leggono articoli come questo, che fanno drizzare i capelli.

L'Italia salvata dai nonni
Il Censis rivela: sono stati gli anziani a tirare i consumi più di tutti gli altri, con effetti sul Pil. Hanno pensioni bassine, ma vogliono godersi la vita. Spendono per viaggi, cultura e balli








La certezza del reddito, che spesso è legato ad assegni pensionistici cospicui, consente agli over 65 di aumentare il proprio patrimonio continuamente. La quota di ricchezza degli anziani sul totale di quella posseduta complessivamente dalle famiglie italiane è passata in 20 anni dal 20,2% a quasi il 40% del totale.

Quindi, non solo le azioni delle banche centrali hanno aumentato differenze di ricchezza fra paesi ma, all'interno di ogni paese, fra vecchi e giovani. Fra chi aveva asset (gli anziani, con case di proprietá, titoli di stato e pensioni rivalutate grazie alla deflazione) e chi gli asset ancora non ce li ha ancora (i giovani, che nei paesi anglosassoni ancora prima di permettersi casa hanno debiti studenteschi da ripagare, e vivono con contratti precari perché le industrie si sono trasferite altrove e anche il terziario non sa a chi vendere i servizi).

Draghi é stato bravo? Draghi va valutato rispetto ad altri analoghi presidenti delle banche centrali ed é stato non bravo, ma bravissimo. Il suo "whatever it takes" é giá nei libri di storia. 
Il problema é che l'Europa non si puó tenere in piedi con la sola banca centrale, i cui acquisti di titoli di stato come se non ci fosse un domani alimentano disuguaglianze sia in termini geografici che anagrafici. E i burocrati di Bruxelles per dieci anni non hanno fatto NULLA per migliorare le cose per le nuove generazioni.

Come per la Germania negli anni '30, o Tienanmen nell'89, o le primavere arabe nei primi anni 2000, sará lo stato di disoccupazione giovanile a decidere il futuro della zona euro. 


lunedì 28 ottobre 2019

[Lavoro] Riscatto della laurea? ma che, davvero??

Post e commmenti pubblicati su OraZERO.


Leggevo sul Sole24h .


Cresce l’appeal del riscatto della laurea. Nel 2019 sono arrivate oltre 4omila richieste (43.704) in 7 mesi, il triplo rispetto al 2018


In soldoni, per chi ha studiato all'uni dal 1996 in poi é possibile richiedere di andare in pensione PRIMA rispetto a chi non richiede il riscatto della laurea.

Mi rivolgo a voi che avete optato per il riscatto della laurea.

Con il riscatto agevolato un ingegnere che come me ha studiato in un corso nominale di 5 anni deve versare all'INPS qualcosa come 26mila euro anziché poco meno di 50mila, come sarebbe senza agevolazione.

Quindi ora voi date allo stato un sacco di soldi (tenendo conto degli stipendi da fame che ci sono in Italia, nell'ordine dei 1500-2000 euro netti al mese per un ingegnere) per avere fra venti-trenta anni una pensione anticipata.


Mh!


Scusate, ma voi oltre a tutte le tasse che state pagando allo stato davvero volete dare via i vostri risparmi per avere la speranza che in futuro avrete un trattamento agevolato? e di quanto? Avete idea di quanto saranno le vostre pensioni di millennial tra trent'anni?

Per me é una follia. E'buttare i soldi dalla finestra sperando che salgano in cielo e tornino moltiplicati in forma di pioggia.

Perché invece non pensate ad INVESTIRE gli stessi soldi in corsi di aggiornamento, corsi di lingua, certificazioni, master? Avreste maggiori possibilitá di un reddito piú alto OGGI e nei prossimi anni che vi aiuterebbe a mettere da parte molti piú soldi che non qualche decina di migliaia di euro nell'ordine delle decadi.

Facciamo alcuni esempi di certificazioni per qualifiche altamente richieste dal mercato.


  • Certificazioni ISO 9001 - costo intorno ai 2000 euro. 
  • Corsi intensivi di lingua  inglese con certificazione finale - costo intorno ai 2000 euro. 
  • Corso alla preparazione alla certificazione di  Project Management - 2400 euro. L'esame sta sui 700 euro.

Facciamo 8000 euro e vi prendete tre certificazioni.

Andiamo piú sul pesante:

  • Master in Business Administration con corsi on line e certificazione riconosciuta a livello internazionale (ecco perché vi serve un inglese fluente): stiamo intorno ai 20mila euro. 

Con queste certificazioni, o con altro tipo visto che dipende dal vostro ambito lavorativo (certificazioni di tecnico ospedaliero, saldatore, corsi sulla sicurezza sul lavoro, fate voi...), avete INVESTITO nella vostra formazione e NON AVETE REGALATO decine di migliaia di euro ad uno Stato che non sa piu'come tassare la gente.

Potete anche spendere quei soldi per un migliore futuro per i vostri figli, ma darli allo Stato su un'attesa trentennale é follia a mio avviso.

E' il tipico atteggiamento di chi confida nella mammella statale per rimanere povero a vita, rancoroso e senza aspettative.

Mi manca qualcosa? non vedo i vantaggi del riscatto della laurea ai fini pensionistici? Illuminatemi perché mi pare una enorme sesquipedale perdita di denaro per uno stato vampiro che prende i vostri soldi oggi per NON ridarveli domani.







martedì 22 ottobre 2019

[Lavoro] Confronto impietoso Italia Olanda

Post e commenti pubblicati su OraZERO


Questo post é per farvi capire la differenza di atteggiamento che c'é verso un lavoratore, non piú giovanissimo, che cerca lavoro in Italia e in Olanda, OGGI.

PREAMBOLO

In realtá in Italia vale lo stesso discorso da almeno 15 anni: sentivo colleghi alle soglie dei 40 anni che si trovavano male come stipendio, ma avevano ottime competenze tecnico-scientifiche, i quali, alla mia domanda "perché non te ne vai all'estero? con queste competenze ti prendono al volo!" mi guardavano come si guarda un ragazzino ingenuo di trent'anni e mi rispondevano: "ho quasi 40 anni, ma 'ndo voi che vado?!"

Bene, cari depressi italiani frustrati da possibilitá mancate, ho qui una droga, chiamata "informazione di prima mano", che magari vi fornirá un po' di coraggio per schiodare da una situazione scomoda.
In Italia, vi dicono che a 30 anni cominciate ad essere vecchi per entrare nel mondo del lavoro. A 40, siete estinti, figurati se una azienda vi prende. Ma per le pensioni, a 65 anni siete giovani (lo zio vigile urbano di Renzi). Per lo stato siete sempre giovani, per le aziende sempre troppo vecchi e difficilmente riqualificabili.

Ora lascio la parola a una donna di 38 anni con figli che qualche anno fa ha mollato l'Italia, dove era disoccupata con laurea in architettura che passava da un lavoretto all'altro, é venuta nei Paesi Bassi dove il marito aveva trovato lavoro, si é messa di impegno a imparare l'olandese, e ha iniziato prima a lavorare come commessa in una azienda A, poi é passata all'amministrativo in una azienda B, e ora ha passato un colloquio per progettista di interni e venditore presso una blasonata azienda C. Ovvero, dopo anni e anni, finalmente puó svolgere un lavoro per cui ha studiato, regolato da contratto e con orari decenti che le consentono di vivere la vita da professionista e da madre.

A lei la parola.

POST

Mi chiamo Laura e sono una donna come molte altre ne ho conosciute in Italia, con la differenza, forse  di essere piú disillusa ma consapevole delle opportunitá che in contesti diversi possono di volta in volta aprirsi.Quando Lorenzo mi ha chiesto di scrivere questo post, mi sono sentita da un lato onorata, ma dall'altro sentivo la responsabilitá di trasferire una esperienza di vita.

Andiamo con ordine.

Una volta laureata col massimo dei voti a Roma in architettura, peccai di ingenuitá. Credevo che il mondo del lavoro avrebbe potuto e voluto offrirmi la possibilitá di avere un ruolo professionale, delle soddisfazioni che andassero oltre la famiglia. Ed invece mi sbagliavo di grosso. Roma é una realta difficile, che sforna centinaia di laureati di tutte le specie, la maggior parte senza agganci, tutti precari alla ricerca di un impiego che possa offrire loro dei percorsi di crescita professionale. La realtá é diversa perché si ritrovano quasi tutti impiegati nei call center, sono commessi in negozi o stores, sono  impiegati in societá di recupero crediti, o sono lavoratori in nero presso agenzie immobiliari o studi di architettura. I piú arrabbiati e i meno fatalisti emigrano.

Io ho lavorato in nero per uno studio immobiliare che si occupava anche di progettazione di interni. Decine di ore settimanali spese nel traffico di Roma per un lavoro in nero che sí mi piaceva ma mi impedivano di vedere mio figlio di sei mesi se non il sabato pomeriggio e la domenica mi crearono anche grossi problemi familiari. tutto questo per 700 euro al mese, che coprivano a mala pena la benzina e la baby sitter. Quindi lasciai quel "lavoro"e mi dedicai a lavorare in una piccola azienda che si occupava di installazione e manutenzione caldaie. Contratto regolare, straordinari non pagati, paga oraria molto bassa.

Poi con mio marito prendemmo la decisione di mollare tutto e andare all'estero, dove aveva trovato una posizione meglio retribuita. 

Anziché tornare al loro paesello natio, dove magari si mangerá pure bene e, aprendo la finestra, si vede il mare, quelli come noi emigrano in paesi del centro/nord europa che, ancora, offrono spiragli ai piú temerari. Ma come si fa a cogliere queste possibilitá, mi chiederete voi? 

Una volta arrivati in questi Paesi ci sono due atteggiamenti: uno é quello di iniziare ad elencare tutto ció che ci fa schifo, che ci ripugna, che non sopportiamo, che ci sembra ridicolo. Chi fa questo in genere non regge e torna in Italia dopo qualche anno.  L'altro atteggiamento si basa sul cercare i lati positivi per farseli tornare utili. La lingua, nel mio caso é stato il primo. Terribili sono i suoni gutturali che escono dalla bocca degli olandesi, una lingua che sembra un incrocio tra una presa in giro del tedesco ed un dialetto inglese. Ma gli olandesi sono ciarloni, amano chiacchierare, almeno questi del triangolo Amsterdam, Utrecht, L'Aia. Sono abituati agli stranieri, agli studenti europei e non, amano fare amicizia in mezzo alla strada (entrare nella loro sfere di amicizie private é un capitolo a parte), amano le sfide e l'approccio imprenditoriale di una persona. 

Quindi ho immediatamente cercato di imparare la lingua, una grossa barriera, in special modo ad Amsterdam, dove tendono, per pigrizia, a rivolgersi in inglese e bisogna imporsi col proprio olandese imperfetto, per costringerli a risponderti nella loro lingua madre. Ci ho impiegato un po' a farmi entrare in testa quei suoni e quella grammatica tutta al contrario rispetto alla grammatica delle lingue latine e per farlo, ho dovuto anche far mia la loro cultura, perché la lingua é anche cultura, abitudini e storia. I modi di dire che tradotti perdono di significato, ad esempio. Il loro modo di porsi e di usare una forma piuttosto che un'altra in determinati contesti. Un corso intensivo di 6 mesi, con tanto di esami e rilascio di attestato ad ogni livello, oltre all'esborso di una cospicua somma di denaro, mi ha sbloccata tanto da iniziare a cercare le prime esperienze lavorative che avrebbero arricchito il mio vocabolario, ma anche e soprattutto, fatto entrare piú addentro alla cultura olandese, al loro modo di vedere il business. Sono partita dal basso. Come commessa in un negozio di arredo e stoffe. 
Poi ho cambiato lavoro e sono passata a lavorare per una compagnia di taxi nel settore amministrativo e logistico. Il settore amministrativo mi ha dato delle conoscenze fondamentali per la lettura dei contratti, delle leggi che regolano i rapporti tra datore di lavoro e lavoratore, per i salari e gli aumenti salariali. Leggi che qui, vengono applicate. Altrimenti il lavoratore, scontento, se ne va e trova a occhi chiusi un lavoro da un'altra parte, specialmente se l'elemento é valido, indipendentemente dal suo passaporto e dalla data di nascita su questo riportata. Erano esperienze molto lontane dai miei studi, ma mi hanno fatto capire cosa voglio e, soprattutto, cosa non voglio per il mio futuro professionale. Ed ecco l'atteggiamento possibilista che, in Italia, é stato ed é, visto come "temerario". Io non mi sento temeraria, ma giudiziosa, responsabile e tanto caparbia. 
Quello che manca a tanti ragazzi oggi, ancora con la fissazione del posto fisso, qualunque sia il lavoro. Anche qui  in Olanda molti ambiscono ad un posto statale, ad esempio in comune, presso ambasciate, tribunali. Ma non é la prima spiaggia  né l'ultima. Ë solo una delle tante possibilitá che, dovessero presentarsi, meglio coglierle. La cultura del lavoro e del rimboccarsi le maniche, viene trasferita giá da quando i ragazzi sono giovanissimi, 14 anni. Loro vanno via presto da casa e non sono totalmente a carico dei genitori. Lavorano, studiano, si divertono anche, fanno sport. La scuola é strutturata diversamente ed é molto meglio integrata col mondo del lavoro.  


Dopo due anni di impiego nel settore amministrativo, ho deciso che era ora di rimettersi in gioco in quello che é il MIO lavoro, ovvero l'arredamento e la progettazione di interni. Cosí ho iniziato a informarmi sulle vacancies, leggendo attentamente cosa le aziende stessero cercando; se quelle richieste trovavano risposta nel mio Curriculum Vitae e, se no, dove potessi  migliorarmi, attraverso corsi di formazione, aggiornamenti su programmi di design. In effetti restare lontana dall'ambiente per cosí tanti anni, non ha facilitato. Ma non mi sono abbattuta neppure stavolta. Lo volevo e lo avrei ottenuto. Dovevo solo trovare il modo. Cosí ho preparato un portfolio, piccolo, con alcuni lavori effettuati in passato e con delle idee , per far capire il mio stile, totalmente diverso dal dutch, moderno, ma comunque italiano. E questo é stato un punto di forza. Il tricolore rosso bianco verde, piace molto ai batavi, ma bisogna giocarsela bene. Tre colloqui di lavoro. Il primo con il proprietario nonché direttore dell'azienda, nel settore del design da 40 anni. Un 'ora e mezza di intervista, dove ha ovviamente cercato di mettermi in difficoltá, indagando su quanto di quello scritto nella cover letter (molto piú importante del CV) fosse vero, diffidente perché il mio passaporto é italiano, temono sempre tu te ne vada via domani ed i loro soldi sono stati quindi investiti male ed inutilmente. Ma io mi sono messa dal suo lato, ho cercato di comprendere le sue motivazioni, quelle di un imprenditore, cercando quindi di tranquiliazzarlo e provando a fargli  abbassare un po'quelle barriere. Il fatto che fossi donna, moglie e madre nob ha destato alcuna preoccupazione, anzi. La mia disponibilitá a lavorare 32 ore settimanali al massimo, ha soddisfatto la richiesta dell'azienda. Secondo colloquio con tre persone, altre due ore quasi, responsabile vendite, responsabile ordini e qualitá, e di nuovo con la direzione. Mi hanno proposto vari scenari e chiesto come mi sarei comportata. Questa azienda vende dei prodotti, oltre a fare progettazione di interni. La componente commerciale é fondamentale. Saper parlare é essenziale, farlo nella maniera corretta e appropriata, senza essere invadente, ma con la giusta distanza, é un must have. Sicurezza in sé unita ad una dose di umiltá e sinceritá, si sono rivelate delle armi vincenti. 


Quindi, dovessi fare una lista di ingredienti direi che un buon voto di laurea e aver studiato in una facoltá prestigiosa, non bastano, occorre osare e farlo non ad occhi chiusi, ma guardando bene dove si sta puntando e immaginandosi la meta. Fermarsi un attimo quando non é il momento e riflettere. E quando si é riflettuto abbastanza, provare di nuovo, studiando il mercato.
L'Italia é grande, ma l'Europa e il Mondo lo sono di piú.
Bisogna osare e avere una giusta combinazione di pazzia, menefreghismo e ambizione per ottenere dei risultati. Questo é il primo consiglio che mi sento di dare a tutti coloro che mi dovessero chiedere "Come si fa?".

martedì 15 ottobre 2019

[Lavoro] Preparazione al colloquio di lavoro

Come giá scritto in un post sulle carenze della scuola italiana, esistono aree assolutamente rilevanti nella formazione dell'individuo che non sono minimanente coperte dai programmi scolastici: la propria presentazione in pubblico, il public speaking, la preparazione di una lettera di presentazione, la preparazione di un CV.

Oggi vorrei parlarvi dell'approccio che io personalmente seguo quando mi preparo per un colloquio di lavoro. Mediamente ogni 4 anni faccio un colloquio di lavoro importante. Questo perché mediamente ogni 4 anni cambio azienda o funzione all'interno della stessa azienda. Cinque anni fa ho sostenuto il colloquio di lavoro davanti ad una commissione internazionale che mi ha portato a vivere in Olanda. Due anni e mezzo fa, all'interno della stessa azienda, ho cambiato ruolo.

Esistono molti corsi on line e video tutorial su youtube su come prepararsi al colloquio. 
Io vi dico la mia. Non ne ho sostenuti non tantissimi in vita mia, ma quei pochi (una decina, tra Italia ed estero) sono stati di peso e un paio mi hanno cambiato la vita radicalmente. 

Regola numero ZERO: il colloquio non é un esame sulla tua vita. 
Non mi piace iniziare le regole con un a negazione, tipo "non desiderare la donna d'altri!" a me piacciono le regole "fa' questo e fa' quello", cioé positive e assertive. Ma questa é una eccezione che vale la pena fare.
Vedete, non c'é cosa peggiore quando si prepara un colloquio che avere un nemico che lavora h24 contro di noi. Chi é il nemico? il nemico siamo noi stessi. Sí, perché magari per cultura familiare ed educazione scolastica ci hanno insegnato che é sempre COLPA nostra, che DOBBIAMO fare questo e quello. Non c'é una spiegazione razionale. C'é una colpa, e le cose vanno fatte e basta, pena una punizione.

No.

Non funziona cosí. 

Non bisogna parlare di colpa e doveri ma di responsabilitá e di obiettivi. La colpa sottende un aspetto etico e un giudizio sulla persona, mentre la responsabilitá delinea un aspetto professionale e specifico; il dovere generico non si capisce dove deve andare a parare e crea solo ansia, mentre l'obiettivo é una intenzione che prende forma con una data e un piano di lavoro. Il colloquio non é sulla vostra persona, ma sulle vostre capacitá nello SPECIFICO settore di competenza che é oggetto del colloquio. 
Quindi durante la preparazione al colloquio non dobbiamo caricarci di sensi di colpa se immaginiamo che qualcosa possa andare storto. Pensiamo all'obiettivo e a come raggiungerlo, e basta: lavoriamo per dimostrare di avere le competenze per il lavoro che ci chiedono di fare, aumentando le chances di successo.

Chiarito quindi che l'intervistatore non é né tuo padre, né tuo nonno, né tua moglie, né il parroco, né il tuo dottore di famiglia che ti rimprovera per la dieta sbagliata, e che un giudizio sulla tua persona non é l'oggetto del colloquio, passiamo a capire quello che ti serve.


PRIMA regola: capire COSA il datore di lavoro cerca. 
Ricorda che in ogni contesto esiste la regola della domanda e dell'offerta. Loro fanno la domanda, tu rispondi con una offerta. Sapresti fornire una risposta adeguata se non capisci la questione? Immagino proprio di no, é come sparare nel buio.
Quindi studiate bene cosa il datore di lavoro cerca. Nel 99% dei casi sarete carenti in qualcosa in quello che leggerete. E'normale. Un match perfetto tra domanda e offerta é quasi impossibile da ottenere. 
Quindi iniziate a scrivere cosa vi manca, e cosa potete sicuramente offrire. Buttate giú appunti. 
Se quello che vi manca potete in qualche maniera compensarlo studiando nel tempo che avete a disposizione, bene, stilate un piano con gli argomenti che vi tocca studiare da oggi al colloquio. 
Se invece ció che vi manca, beh, vi manca e basta (es: vi chiedono magari 5 anni di esperienza in un settore e voi ne avete maturati soltanto due)  non vi resta che amplificare nella vostra lettera di presentazione e in un CV apposito le vostre competenze che si sposano con la domanda di chi ha scritto la vacancy. Mi raccomando: NON inviate MAI un CV e una lettera di presentazione generici! pensate sempre a cosa cerca chi lo legge!

Un datore di lavoro deve vedere in voi:
  1. Valore aggiunto
  2. Passione
Suggerimento: stampatevi la job description. Evidenziate le aree principali della descrizione del lavoro.  Portate il foglio con voi al colloquio e spiegate perché vi ritenete idoneo coprendo ogni area principale durante la vostra presentazione. 

SECONDA regola: sii onesto 
Il che non significa dire tutta la veritá come in un confessionale! Magari siete in rotta con il vostro datore di lavoro, o pensate che il management della vostra azienda sia pieno di incapaci che vi tireranno a fondo (a me é successo, alcuni anni fa, e me ne sono andato). Bene, nella risposta alla domanda "perché vuoi lavorare con noi?" fate presente i pro per lavorare con loro, non i contro della attuale situazione. 
Non é banale: dimostra che siete interessati a quello che fanno, e per un datore di lavoro é importantissimo contare sulla passione di un nuovo arrivato.
Non solo: se dite che ve ne andate perché dove vi trovate ora non vi piace, il datore di lavoro potrebbe giustamente pensare che se ci sono difficoltá lo mollate dopo qualche mese, o che se la situazione nel vostro vecchio posto migliora, lo mollate per ritornare a fare il vecchio lavoro.
Mettiti nei suoi panni: piglieresti uno solo perché é scontento dove si trova? Io no, personalmente.

Se hanno un sito web, studiatevelo. Se hanno un bilancio pubblicato, leggetelo per sommi capi. Quanti impiegati? qual é il core business? come vanno gli affari? 

Se ti chiedono delle tue debolezze e dei punti di forza, sii onesto, rimarcando peró le situazioni difficili da cui i tuoi punti di forza ti hanno tratto d'impaccio. Riconoscere una debolezza é segno di grande forza e maturitá. Offri esempi, e mostra come magari ti rivolgi a colleghi con piú esperienza quando si tratta di aver bisogno di un punto di vista alternativo al tuo. E' segno di saggezza. 

Personalmente penso che forza e debolezza siano due facce della stessa medaglia: saperle bilanciare a seconda del contesto é la parte difficile. 

TERZA regola: accetta alti e bassi prima del colloquio
Questa é una regola valida se pensiamo che il successo al colloquio potrebbe cambiarci la vita. Le aspettative sono enormi, il nervosismo alto. Non é solo un colloquio fatto "tanto per". No. E'qualcosa di importante. La gestione delle emozioni gioca un ruolo fondamentale. La mia regola é accettare che ci possono momenti in cui mi sentiró di farcela al 100%, e altri in cui penseró che la montagna é troppo alta per me da scalare. Se sono in fase "bassa", scrivo i pensieri negativi nero su bianco e li esamino. Penso a cosa potrebbe succedere se passo il colloquio o meno, e mi rendo spesso conto che di fatto sto esagerando con la negativitá. Quindi ritorno razionale e mi rifocalizzo sull'obiettivo e su cosa posso fare per aumentare le chances di successo. Non é facile, anzi! é faticoso. Ma scrivere mi aiuta moltissimo nei momenti difficili della vita, o anche solo per inquadrare meglio una giornata che si é conclusa. Conoscere bene se stessi aiuta a prendere decisioni corrette in ogni aspetto della vita. La preparazione al colloquio puó essere sfruttata per imparare a conoscerci meglio.

QUARTA regola: preparati con domande scritte.
Prepararsi delle domande scritte che potrebbero capitare sulla base dell'annuncio. E quindi lavorare sulle risposte. Sii conciso. Alcune domande delle risorse umane si trovano in rete, sono le solite.
La brevitá é un'arte. Significa convogliare in poco tempo molta informazione, facendo risparmiare tempo all'intervistatore, per il quale il colloquio sottrae tempo al lavoro. Questo richiede la conoscenza di un lessico specialistico, e usare parole chiavi aiuta enormemente. Le parole chiavi sono come dei punti di ancoraggio: offrono stabilitá, e collegamenti ad altre parole chiavi, quindi ad altri concetti. Il lessico specialistico convoglia verso l'intervistatore l'impressione che sai ció di cui parli. Il colloquio di lavoro si basa al 90% su IMPRESSIONI.
Rispondete a voce alta, se non volete scrivere. Ma le domande devono essere scritte. 


QUINTA regola: lavora per trovare i tuoi metodi personali per prepararti al colloquio
Io disegno, faccio grafici dove ogni freccia é un argomento; alle volte le frecce si annullano a vicenda (sono dispersivo), altre volte si rafforzano (sono incisivo), altre volte coprono molti argomenti (troppi?), altre volte pochi (troppo pochi?). Butto giú note e numeri. Ma questo sono io. Ognuno trova le proprie strategie che meglio si sposano con ció che si é. Chiedo consiglio a chi mi conosce, non coinvolto nel colloquio, che mi dica quali sono i miei difetti nell'affrontare i problemi. Questo mi aiuta enormemente a identificare i "blind spots", angoli ciechi, del mio carattere.

MISCELLANEA
Sii politically correct al colloquio. Al colloquio sarai neutro come un sapone PH7. Non esistono critiche personali, esistono "margini di miglioramento". Non esistono capi deficienti con cui hai litigato, esistono "divergenze di vedute" che hai prontamente discusso con il management, per affrontare le incomprensioni che possono nascere in qualsiasi contesto lavorativo, anche il migliore. Non esistono stipendi da fame, esistono "lavori che richiedono un commisurato" livello di retribuzione, allineato al livello di responsabilitá riconosciuta. Non esistono problemi a essere mandato a calci in trasferta, esistono "progetti interessanti per i quali una ricollocazione geografica puó essere presa in considerazione".

Non stai mentendo, stai dicendo la veritá, ma interpretata secondo il punto di vista delle Risorse Umane e ripulito da sentimenti personali. Il tuo punto di vista conta poco, conta il loro se la ditta é grossa. Piú la ditta é grossa, piú le HR sono importanti e il loro giudizio dirimente.
Devi sforzarti di vedere te stesso attraverso la lente del datore di lavoro e delle risorse umane.

Specialmente se al colloquio é presente un alto management, non stare lí a spiegare la ragione di certe scelte, con lunghi preamboli,  a meno che non venga richiesto esplicitamente.
Rispondi conciso alle domande: puoi usare il metodo STAR se sei un po' perso: Situazione (S), piano di attivitá (Task), Realizzazione del piano (Action) e risultati (R) conseguiti.
Esempio: Per il progetto DomoCucina, durante una fase di test funzionali sul prototipo di un braccio meccanico preparacaffé, c'era stato un guasto che ha richiesto un lungo meeting per identificare le cause, essendo il sistema complesso. Un comando aveva prodotto una azione completamente anomala del braccio, con rischio safety per l'utente. Hanno partecipato i seguenti esperti nelle specifiche aree[segue elenco di aree, fai capire che capisci la suddivisione dell'expertise in un progetto]. Io mi occupavo della validazione del Software. Una volta identificate le possibili cause, abbiamo concordato  una sequenza di test da portare avanti,  io sono stato proposto per essere il coordinatore e responsabile delle l'attivitá. Dopo alcuni giorni, abbiamo potuto confermare la causa principale e adottare le relative contromisure, cioé le azioni correttive sul design del prototipo per evitare il ripetersi del problema.
Non é facile all'inizio, quindi esercitati con qualche domanda che potrebbero farti!


Per oggi é tutto. Sono suggerimenti che avrei voluto avere anni fa prima di impegnarmi in altri colloqui. Mi avrebbero aiutato parecchio a essere meno ansioso, meno emotivo, piú objective-oriented, piu'incisivo nelle mie risposte.

Ricorda che non si finisce mai di imparare, e che una valutazoine del rischio richiede mente lucida e distaccata. Quindi: SCRIVI! :-)

E buona fortuna con i tuoi futuri colloqui.







sabato 12 ottobre 2019

[Istruzione] Un grave problema. Confronto Italia - Olanda

Osservate questo grafico.
Osservatelo bene.

L'oggetto sono persone con il titolo di studio della terza media, i cosiddetti "early school leavers", cioé i ragazzi che hanno fra i 18 e i 24 anni, che hanno lasciato il corso di studi e hanno al massimo conseguito il "lower secondary education level". In Olanda non esistono le medie, per cui i confronti vanno fatti con le pinze,  il liceo é chiamato college e ci si va a partire dai dodici anni. In Italia, si finiscono le medie tra i 13 e i 14 anni.
L'immagine originale la potete scaricare qua, dal sito eurostat.

In Italia, il 14.5% dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni ha solo la terza media.

E' un dato CA- TA - STRO - FI - CO.
Senza se e senza ma.

Possiamo pensare alle cause? cominciamo:

1) Crisi continua: non c'é lavoro, inutile studiare!
Possibile, ma improbabile. Due dati secchi:
Grecia: ragazzi fermi alla terza media: 5 %, disoccupazione al 17%
Spagna: ragazzi fermi alla terza media: 18%, disoccupazione al 13.8

In Italia la disoccupazione é al 10%.
Prima che protestiate, sono d'accordo che i dati sulla disoccupazione sono falsati perché se nemmeno cerchi lavoro non vieni considerato disoccupato, ma alla fine confrontiamo mele con mele, e pere con pere. Disoccupati fra paesi diversi misurati con gli stessi criteri. La bilancia puó soffrire di un difetto di peso, magari aggiunge sempre mezzo chilo, ma produce sempre lo stesso scarto ripetibile.

Quindi la crisi non c'entra, e la disoccupazione nemmeno. O meglio, c'entrano, ma non sembrano essere le cause principali. Per esempio, in Romania l'abbandono scolastico é altissimo, ma la disoccupazione é al 3%, con indice di fertilitá bassissimo, al pari di Grecia e Italia. Che significa: che i ragazzi mollano gli studi perché trovano subito lavoro e vanno via di casa, in affitto, con pochi soldi.  Idem in Germania e UK.

2) facciamo tanti figli e non possiamo pagare gli studi per tutti.
E'una ipotesi che non regge, una volta col boom economico un ragazzo trovava lavoro in banca con la terza media, ora le donne italiane, complici stipendi bassissimi e costi delle case alti rispetto al reddito, fanno un figlio solo e ben oltre i 30 anni. Quindi non solo facciamo meno figli, ma quei pochi che facciamo, uno su 6 nemmeno studia per prendere un diploma.

3) L'Italia spende poco in istruzione.
Verissimo, l'Olanda spende il 5.5% del PIL in istruzione fino alle scuole secondarie, come la Francia e piu'della Germania che é a 4.8%, l'italia il 4%, come la Grecia. Un punto e mezzo di PIL di differenza sulla istruzione é qualcosa di ENORME.

Ecco che iniziamo a vedere un pattern: la spesa in istruzione é mediamente bassa.

Ora io vi aggiungo qualcosa di mio. L'istruzione in Italia funziona malissimo perché sono sbagliati programmi, metodi di insegnamento: la scuola italiana é fine a se stessa. La scuola italiana non boccia mai, perché bocciare é politicamente scorretto ed é un costo, quindi PREMIA i mediocri e i fancazzisti. La scuola italiana non insegna ad essere imprenditori di se stessi, a gestire un rischio, a comprendere e preparare un colloquio di lavoro. No. E'autoreferenziale. Scollata dal mondo del lavoro tutto.

Aumentare la spesa per istruzione, con questo modo di fare scuola, serve a poco.

E ve lo spiego subito con un confronto.
Scuola superiore italiana, corso di inglese: la prof parla italiano, fa fare tabelle con le traduzioni di singoli vocaboli, coniugazione dei verbi, e poche frasi.
Scuola superiore olandese, corso di inglese: prof madrelingua, niente in olandese. Corso di francese: la prof parla un po' in olandese perché il francese altrimenti é troppo difficile.

Film in Italia: doppiati, interamente.
Film in Olanda: lingua originale coi sottotitoli.

Scuola elementare italiana: libri, compiti a non finire, schiene curve. Nozionistica, tipicamente punitiva perché, anche se non lo dicono apertamente, é di stampo cattolico.
Scuola elementare olandese(quasi tutte di stampo montessoriano): libri forniti dalla scuola, niente compiti a casa, molto sport. Tipicamente con attivitá sociali, non punitiva ma assertiva. "non vuoi studiare, Tim? va bene, peró sappi che cosí facendo non puoi passare l'anno. Dipende da te". Questo ad un ragazzino di 8 anni. Niente urla, niente giudizi sul ragazzino come vedo fare nella scuola italiana. Dove ogni prof si sente un giudice.

Matematica

Scuola olandese: inizi coi soldi, e fai calcolo mentale, niente calcolo in colonna fino ai 10 anni. Metrica: numero di operazioni mentali in dieci minuti.
Scuola italiana: inizi con gli insiemi, calcolo in colonna.

Materie extradisciplinari:
In Olanda alle elementari con bambini di 8 anni esiste una materia che puó essere vagamente tradotta con "piccolo imprenditore di te stesso". Come funziona? inizi a studiare gli animali della fattoria (cavalli, galline, etc). Studi come fanno i cuccioli. Ti insegnano come il fattore tira avanti la fattoria. Dai prodotti della terra alla carne, le uova, etc. Che quindi vanno venduti per trarne un profitto e pagare il costo della fattoria. Poi si puó andare in gita a vedere la fattoria e gli animali. Tipicamente le maestre chiedono aiuto alle mamme, su base volontaria, per caricarsi i ragazzini in auto fino alla fattoria. Si risparmia cosí sul pullman.

In Olanda giá alle scuole elementari devi imparare a parlare in pubblico, raccondando una storia a tutta la classe. Presentandoti.

Capito? mio figlio, spesso pigro e scafato, parla meglio l'inglese di suo cugino italiano, di Milano, intelligente e diligente, e piú grande, perché si usano ALTRI METODI. Assertivi, non punitivi. Associativi, non punitivi. Interdisciplinari. I ragazzini olandesi sono magri anche se mangiano da schifo perché corrono sotto la pioggia e il vento, mentre quelli italiani coredemammeta fanno compiti e magnano dalla mattina alla sera, chiusi in casa. Sia mai che prendano un raffreddore! A calcio mio figlio con 15 gradi fuori lo hanno lavato con il tubo dell'acqua fredda, con tutti gli altri ragazzini...

Si adoperano metriche specifiche e OGGETTIVE per valuare il rendimento scolastico, non che c'é il cocco della maestra e quello poveraccio preso di mira. Ogni semestre si fa un test invalsi nazionale, prodotto dal ministero dell'istruzione, a partire dalle elementari. Comprensione del testo (in Italia si parla di analfabetismo funzionale, cioé ragazzi che non capiscono quello che leggono), velocitá di lettura (tot parole al minuto), velocitá di calcolo (tot calcoli al minuto), etc. E molto sport.

Ah, e si BOCCIA. Si bocciano i ragazzini alle elementari se non si considerano idonei ancora a passare all'anno successivo. Questo NON perché tirerebbero indietro la classe, ma perché si troverebbero male, andrebbero poi male a scuola, soffrirebbero e si sentirebbero inferiori.
NON ESISTE che un bambino dica ad un altro bambino che é scemo perché ha ripetuto un anno; si dice sta colmando le sue difficoltá. Non c'é un giudizio, c'é una motivazione.

La scuola italiana deve essere riformata dal profondo.

La prossima volta vi parleró del confronto fra le scuole superiori in Olanda e in Italia, e il collegamento col mondo del lavoro. E come fa un idraulico a uscire da scuola a 17 anni, con una professione in mano, e a tirare su 5000 euro al mese a 30 anni, con famiglia e mutuo e tutto.




domenica 6 ottobre 2019

[Economia] Perché meno per meno fa piú?

Vi siete mai domandati perché meno per meno fa piú?


A ben pensarci, a scuola, sono una enormità le nozioni che ci sono state impartite senza spiegazione.
L'aritmetica é in essenza, lo studio delle operazioni sui numeri. E'quella che impariamo da ragazzini sui banchi di scuola.
5 per 12, 60 diviso 3, etc sono operazioni aritmetiche.
Alla scuola elementare, in aritmetica, impariamo i numeri interi, poi i numeri razionali (le frazioni), poi le radici, e poi ci fermiamo. I numeri negativi se non ricordo male li ho affrontati nella scuola media.
Che cosa diavolo significa -3?
Perché un numero moltiplicato per zero dà zero?
E soprattutto: perché meno per meno fa più?

Mi ricordo che in classe presi questi insegnamenti come assiomi.
Ma NON sono assiomi, cioè non sono verità apodittiche che discendono dal cielo e sono indimostrabili.

Di fatto, oggi vedremo, intuitivamente, come mai meno per meno fa piú. E useremo l'intuizione. In particolare, la nozione di credito e debito. Non so se altri hanno adoperato la stessa spiegazione, ma a me é quella che torna piú "intuitiva".

Sapevate che i romani non conoscevano lo zero?
Lo zero, o zephirus, fu introdotto dal grande Fibonacci nel 1200. Ho giá scritto di Fibonacci, spiegando che sono state le innovazioni in campo finanziario a dare enorme spinta alla matematica, in particolare sulla statistica e il calcolo differenziale. Assicurazioni, banche, opzioni, derivati si tengono in piedi con strumenti inventati secoli fa per far fronte a problemi pratici. Un giorno scriveró della importanza enorme che il Liber Abaci, mai nemmeno nominato alle superiori (solo Dante) ha avuto per far nascere il Rinacimento.


Leonardo Pisano detto il Fibonacci (1170 -1250)


Torniamo a noi.

Lo zero è un elemento fondamentale nella aritmetica, cui non dedichiamo abbastanza attenzione.
Discrimina la soglia fra numeri negativi, e numeri positivi.
Immaginate di trovarvi su una strada rettilinea. Siete in mezzo alla strada e guardate la strada di fronte a voi, Per ogni passo in avanti, vi spostate di +1. Se fate tre passi, sono tre volte +1 e quindi +3.
Se vi spostate di un passo indietro, vi spostate di -1. Se fate tre passi indietro, sono tre volte -1 e quindi -3.
Potete quindi considerare la vostra posizione iniziale, sulla strada, come zero.

E' intuitivo comprendere che 3*(-1 passo indietro) = -3 passi indietro; quindi un numero positivo moltiplicato per uno negativo produce un numero negativo.
Potete anche decidere di saltare all'indietro una volta, e coprire una distanza pari a -3 con un singolo passo.
Cioé,  -1* (3) = -3, ovvero faccio 1 lungo passo indietro e copro una distanza di 3.

Quindi la moltiplicazione é commutativa, posso fare tre piccoli passi lunghi 1, oppure 1 lungo passo lungo 3. Il risultato non cambia.

Intuitivo.
Veniamo allo zero.

Perché un numero moltiplicato per zero dà zero?
Potete immaginare una torta. Se vi do zero di una fetta di torta quanta torta vi spetta? Zero, appunto.
La moltiplicazione di una quantità per zero non è banale, è come dire che moltiplico qualcosa che esiste per qualcosa che ...non esiste, zero appunto. Lo zero é invezione recente in Europa, datata 1200. E' un concetto intuitivo di limite. Prendo metá di una torta, poi ne prendo la metá della metá, poi la metá della metá...alla fine, dopo una infinitá di frazionamenti, della torta rimane...zero!

Quindi zero di qualcosa, é lo stesso che dire zero per un numero, che fa zero.

Anche questo, intuitivo se ci pensiamo un po'su.
Moltiplicare per un numero negativo é come cambiare direzione. Col meno, ci spostiamo indietro; col piú, ci spostiamo in avanti.

Quindi dire -2 significa spostarsi indietro di due passi.
Dire -3 significa spostarsi indietro di tre passi.
E allora -2 * -3?
Scriviamola cosí: -1 * -2 * 3.
E leggiamola da destra e immaginiamola come una azione da fare nel futuro.
Sappiamo che dobbiamo spostarci di una quantitá pari a tre.
Poi questa azione dobbiamo farla due volte all'indietro, il -2 appunto.
Ma poi sappiamo anche che dobbiamo rifarla tutta nella direzione in avanti, perché col -1 a sinistra bisogna immaginare che tutta la sequenza alla sua destra (-2 *3) va rigirata.

In soldoni, facciamo due volte un salto da tre passi nella direzione .....indietro...poi nuovamente indietro...quindi in AVANTI.

Confusi? Penso di sí.


Usiamo ora le nozioni intuitive di debito e credito. Questa é secondo me la spiegazione intuitivamente migliore.

Se dico -2 significa che ho 2 euro di debito.
Se dico +2 significa che ho 2 euro di credito.
Se dico 0 (zero), significa che non vanto né credito verso qualcuno, né soffro di debito verso nessuno.

3*(-2) significa che ho 3 volte un debito di 2. Quindi totale -6, cioé 6 euro di debito. Leggiamo la formula da DESTRA: ho -2, cioé due euro di debito, ripetuto tre volte.

-3*(-2), significa che ho inizialmente un debito di 2, contratto TRE volte, che poi si ritrasforma in credito perché ho un altro meno.

La moltiplicazione per meno trasforma un debito in un credito, e viceversa.

Se ho +5. ho 5 euro di credito. Moltiplico per meno 1, e trasformo il credito in debito, -5. Rimoltiplico per meno uno, il debito si ritrasforma in credito, col segno piú.

L'unico modo per cui questa operazione abbia senso é che -1 * -1  = +1

Con l'economia e la creazione dal nulla (ZERO) di debito e credito, abbiamo spiegato il prodotto meno per meno.



Quando una banca crea denaro dal nulla nel suo bilancio (inizialmente a zero), crea simultaneamente CREDITO e DEBITO. Ho creato un video che lo spiega a questo indirizzo.
Quando il CREDITO é ripagato, torna a zero. Non esiste piú nemmeno il DEBITO. Nel processo di ripianamento del debito, il denaro viene distrutto, cioé si ritorna nella situazione iniziale, a zero.



Per dare un senso piú matematico a questo post, in aritmetica menopermenofapiú é perché é l'unico modo per preservare la proprietá distributiva della moltiplicazione. E' l'unico modo, cioé, per avere operazioni che siano coerenti e non finiscano in contraddizione.
Nella nostra spiegazione intuitiva, é l'unico modo che abbia senso per rovesciare un punto di vista, ovvero vedere un debito come un credito, e viceversa.

Per chiudere: 13 anni di scuola dell'obbligo e mai che mi abbiano spiegato perché meno per meno fa piú.
Tecnologia, Finanza e Storia dovrebbero essere studiate come un tutt'uno alle superiori.
Ma noi ci teniamo questo qua.