martedì 4 dicembre 2018

Global compact - analisi

Si fa un gran parlare del global compact.

Siccome si perde meno tempo a leggere la bozza che non a seguire l'intellettame (crasi di intellettuali e letame) nei vari talk show, mi sono preso la briga di leggerlo. E di farvi un riassunto diverso da quello che vi propinano i giornali i cui giornalisti non hanno voglia di spulciarselo.

Qua lo potete scaricare, in versione inglese. Non fatevi spaventare dalla dimensione. E' un documento delle Nazioni Unite, quindi pieno di aggettivi, avverbi, pompositá, insomma un sacco di bla bla e di poca sostanza. Per trovare la sostanza, bisogna usare il crivello di Eratostene. Ma siccome questo documento viene proposto per la ratificazione da centinaia di paesi, tanto vale perderci del tempo e capirne i contenuti.
E' l'ennesimo chiodo sulla bara delle Nazioni Unite.

Vengo ai punti salienti.

A cosa serve? Se leggete la prima pagina, ancora non é chiaro. Un documento scritto seriamente presuppone uno "Scope"(ambito di applicazione) e un "Purpose"(finalitá del documento). Qua purtroppo siamo davanti ad un documento ampolloso e ripetitivo.
Comunque, alla seconda pagina capiamo due cose:
1. E'un accordo non legalmente vincolante (significa che é una dichiarazione di intenti. Tipo "mi impegno a fare questo...." ma se poi non lo faccio non posso essere perseguito da un magistrato).

2. Si occupa di migranti, e NON di rifugiati. Quindi, si occupa di migranti economici, non di persone che scappano dalla guerra.

3. Non ha un piano di sviluppo, un cronoprogramma. Dovrebbero spiegare a chi ha scritto questo documento la differenza fra intenzione (non quantificabile) e obiettivo (quantificabile). Se questa é la classe digerent..ops, dirigente dell'ONU si spiegano perché le cose nel mondo non vanno proprio come dovrebbero.

Ma tant'é....


Abbiamo un "accordo basato sulla buona volontá" di gestire migranti economici senza una scadenza precisa di applicazione. Ancora non sappiamo  chi fa chi, chi fa che cosa e in che tempi.

Andiamo avanti con la lettura.
Pagina 2/3/4 sono "guiding vision". Ancora intenzioni. Leggiamo la pagina una riga ogni tre giusto per vedere se qualcosa di interessante c'é dentro.
Ecco il primo chiarimento.  Punto 12. Traduco per i diversamente inglesi:

"[Questo documento] cerca di affrontare le legittime preoccupazioni delle comunitá, riconoscendo al contempo che le societá stanno attraversando cambiamenti demografici, economici sociali ed ambientali su scala differente che potrebbero avere implicazioni e conseguenze dalla migrazione. Cerca di creare le condizioni che consentanto a TUTTI (NdT: sottolineo tutti) i migranti di arricchire le nostre societá attraverso le loro capacitá umane, economiche e sociali, e quindi facilitare il loro contributo allo sviluppo sostenibile a libello locale, nazionale, regionale e globale."


Insomma l'immigrazione é vista in ogni caso come ricchezza. Vale l'equazione

diversitá = ricchezza.

Quindi l'immigrazione é bella. Va solo disciplinata.

Finalmente dopo "sei pagine sei" siamo introdotti agli obiettivi di questo accordo.
Obiettivo 1. Prendere, condividere ed analizzare dati per indirizzare la politica. Insomma, i migranti vanno schedati...ops, censiti, per sesso, etá, ma non viene menzionata la religione (problema di privacy, c'é scritto cosí). Quindi non sapremo se sono islamici, cristiano ortodossi o buddisti quelli che attraversano il Mediterraneo. Saranno contenti i migranti dell'ISIS che esiste la privacy sulla religione in Europa cosí nessuno li disturba con domande sconvenienti.
Obiettivo 2. Minimizzare quei fattori che spingono i popoli a mollare il paese di origine. Insomma, lotta alla povertá, alla fame (ma non avevamo giá UNESCO, FAO, e millemile associazioni strapagate col denaro pubblico ed esentasse per questi problemi?), alla guerra (l'ONU allora a che serve), e udite udite!! ai cambiamenti climatici!! Gli onnipresenti e sempre vaghi cambiamenti climatici! Ma non ci sono giá gli accordi di Kyoto, Parigi e altri sul fronte del clima? Insomma, esistono GIA' le organizzazioni preposte e gli accordi climatici. O dobbiamo creare ALTRE organizzazioni che fanno le stesse cose?
Obiettivo 3: Procurare informazioni dettagliate e aggiornate sulla migrazione.
Non capisco la differenza col punto 1, sinceramente.... il punto due é sostanzialmente una replica...Ah no, stavolta creano i siti web per fornire le info sui paesi di arrivo: moneta usata, come applicarsi per i permessi di lavoro etc. E'un nuovo obiettivo, altroché.
Obiettivo 4: Assicurarsi che i migranti forniscano vere generalitá. Questo riprende l'Obiettivo 1. Ma se i documenti identificativi non sono forniti dai migranti che si fa? boh, il doc non lo spiega.
Obiettivo 5: Rafforzare la disponibilitá e la flessibilitá di corridoi per la migrazione regolare.
Insomma: rafforziamo i corridoi per i migranti che cercano lavoro. Quindi, a pagina 12 ormai é chiaro l'oggetto del documento: il documento si occupa di fornire i mezzi per aiutare a gestire la migrazione economica su vasta scala. Ma se il lavoro nela paesi di arrivo non c'é, come si fa? ah, il doc non lo spiega. Anzi, non é non che lo spiega, non menziona proprio la disoccupazione nei paesi di arrivo. Menziona due volte i problemi della disoccupazione nei paesi di partenza e basta. Siamo al teatro dell'assurdo.

Obiettivo 6: questa é bellissima!! stupenda!! da incorniciare!! Ecco la traduzione letterale.

Semplificare assunzioni etiche e corrette e salvaguardare le condizioni che assicurino un lavoro decente

Dove si firma!?? Mi sembra un proclama della moribonda CGIL. Mi pare di ricordare che in tutto l'Occidente é esploso il precariato, i millennials spesso fanno lavori sottopagati e hanno difficoltá enormi di accesso al credito bancario. Per i migranti sará tutto diverso, ora c'é questa bellissima comunione di intenti di tutti i paesi verso il global compact. Vuoi mettere??

Il contenuto é qualcosa che é talmente una ripetizione di normali principi di diritto del lavoro, per cui l'Occidente si é battuto per tutto l'Ottocento e tutto il Novecento che manco vale la pena di tradurlo. E'un'offesa all'intelligenza.


Obiettivo 7: affrontare e ridurre le vulnerabilitá della migrazione
Si tratta di fornire assistenza ai migranti durante il loro viaggio e la loro permanenza nel paese di origine. Include aiuto per evitare di cadere nel precariato. Suggerirei di creare una cosa simile per i giovani precari italiani.

Obiettivo 8: salvare vite in un'ottica di sforzo coordinato internazionale
Leggendo tra le righe: soccorrere i barconi comunque (le ONG ringraziano). Fornire ai migranti i mezzi per contattare le loro famiglie. Assicurarsi che i percorsi pericolosi per i migranti vengano evitati da questi ultimi in modo proattivo. Insomma, autostrade per l'Europa

Obiettivo 9: combattere il traffico di migranti
Questa é interessante! come si fa a dissuadere gli scafisti dal provarci? vediamo un po':
a) i paesi firmano dei trattati...ok
b) i paesi condividono le informazioni...di nuovo!.
c)  i bambini sono assistiti (???????? sacrosanto, ma che c'entra con l'obiettivo? )
d) si promuovono leggi nazionali contro il traffico di esseri umani... ok, cooperiamo tutti!
e) si separano i trafficanti dai migranti..
f) si coopera con gli altri paesi. Di nuovo!

Ma ci rendiamo conto che questo obiettivo, per come é scritto, é l'apoteosi della scoperta dell'acqua calda? Se nei miei documenti tecnici, di assicurazione di qualitá, di valutazione del personale e delle aziende dovessi scrivere tante parole con cosí poco contenuto, mi prenderebbero a calci. E qua si parla di un trattato internazionale per la gestione di un fenomento epocale!

Obiettivo 10: copia incolla obiettivo 9
Obiettivo 11: gestire i confini in modo integrato, sicuro e coordinato.
Come? gli stati collaborano. Massí, basta collaborare e si supera tutto! Collaborazione/condivisione é il leit-motiv di questo documento.
Qua si menzionano anche sanzioni per quesi paesi che non schedano o attuano politiche discriminatorie sui migranti. Tipico il caso delle sanzioni europee per come abbiamo gestito Lampedusa. Abbiamo visto come va a finire. La popolazione si incazza ancora di piú.
Obiettivo 12: copia incolla degli obiettivi 1, 2 e 3.

Mi fermo qua. E'abbastanza. Sono 23 le buone intenzioni che qui chiamano pomposamente obiettivi.

Questo documento é una solenne cazzata. Il nulla assoluto. Pieno di buone intenzioni, nessuna linea guida dettagliata, nessun accenno alle capacitá di uno stato di sopportare il fenomeno migratorio, nessun accenno ai problemi di integrazione nelle metropoli. Niente.
E' il manuale delle giovani marmotte per l'accettazione e gestione dell'immigrazione.
Anzi, nemmeno un manuale. Un manuale contiene istruzioni operative. Questo é solo una ripetizione infinita di intenti volti a: proteggere i corridoi migratori, aiutare i migranti nell'integrazione, spingere per la cooperare  fra paesi che hanno appena ora iniziato a scannarsi su chi si accolla l'ultimo barcone (vero Malta?) senza considerare minimamente l'entita del fenomeno migratorio. Dobbiamo gestire una immigrazione di centiania di miglia di persone, oppure di milioni o  centinaia di milioni di persone e applichiamo le stesse linee guida?

Ma di che cosa parliamo??

Un documento scritto coi piedi non fa bene a nessuno. Primo, perché scredita chi l'ha scritto (le Nazioni Unite, al solito). Secondo, perché fa perdere tempo a chi lo legge (me, in questo caso, e voi, che mi leggete). Terzo, perché non propone soluzioni, propone intenzioni e lascia la patata bollente al legislatore. Ritorniamo cioé al punto di partenza dopo aver letto il documento. Il legislatore si trova disarmato davanti a problemi enormi, attuali, che richiedono soluzioni OGGI, non soluzioni tipo creiamo domani "l'agenzia XXX per il migrante" e ulteriori strati e sovrastrati  di burocrazia nazionale e sovranazionale.
Agenzie buone per i figli di diplomatici e dei ricchi che fanno le scuole internazionali e che girano il mondo pagati coi soldi pubblici.


Non c'é una riga, nemmeno UNA, sul controllo delle nascite nei paesi di provenienza. L' Africa é una perenne fabbrica di bombe demografiche. Non c'é alcun accenno alla definizione di investimenti nei paesi di origine. Come affrontiamo il colonialismo mascherato da liberismo economico? Che fare con i francesi con il loro franco africano? che fare con le multinazionali che controllano interi settori di commodities africane?


CONCLUSIONI
Alla luce della interessantissima e illuminante lettura, concludiamo che questo Global Compact non serve ad una mazza se non a dare l'ennesima lustrata di politically correct alle attuali (e prossime alla scomparsa) amministrazioni nazionali europee, e a una trasferta ottimamente pagata a Marrakech per le nostre giá strapagate delegazioni.
E'un canto di morte che suggella il fallimento delle politiche migratorie portate avanti sinora dalla classe dirigente europea e non.

Dimenticavo: serve anche ai nostri politici per discutere su quanti angeli stanno sulla capocchia di uno spillo. E ai giornalisti per riprendere le loro inutili dichiarazioni.


Se rinasco faccio il diplomatico. O almeno ci provo.