Questo é un post fondamentale.
Cosa é un titolo di stato?
Se non si capisce cosa sono i titoli di stato, non si puó capire il mondo contemporaneo, il debito pubblico, l'importanza dello spread, la crisi greca, il modello giapponese, le politiche monetarie, il quantitative easing, i minibot, gli interessi negativi e via discorrendo.
Il bond é l'architrave finanziario che sorregge le economie mondiali.
Con questo post provo ad illustrare con parole semplici il funzionamento di un titolo di stato, di seguito chiamato bond. E cercheró di spiegare, sempre con parole semplici, come siamo arrivati ad avere interessi negativi sul denaro prestato.
Con il termine Bond in inglese si intende un legame fra due entitá. Per esempio, c'é il legame chimico fra due atomi (chemical bond) e c'é il legame affettivo (fra madre e figlio, emotional bond).
Un legame particolare é quello che lega un debitore ad un creditore. Ci occupiamo di quest'ultimo, e in particolare nel caso in cui il debitore é lo stato.
L'ammontare del debito uno stato deve ai suoi creditori si chiama debito pubblico.
Lo stato ha due modi per pagare i creditori cui ha chiesto denaro in prestito: il primo modo é con le tasse, il secondo con i bond.
Per mezzo della politica fiscale si applicano le tasse, spostando ricchezza da gruppi di persone ad altri gruppi di persone nell'immediato. Lo stato raccoglie tasse e paga i creditori.
Mario Monti ha fatto questo: ha affossato il paese di tasse nel biennio 2011-2012 con una miope visione politica per ripagare le banche tedesche e francesi che avevano comprato in precedenza bond italiani. Se non lo avesse fatto, Draghi non avrebbe comprato debito pubblico italiano. Sic et simpliciter.
Per mezzo della politica monetaria si creano e distruggono bond, cioé si crea e si distrugge denaro.
Mario Draghi con la politica di quantitative easing ha comprato bond in quantitá enormi e ha creato denaro finito nei circuiti bancari europei, tenendo in piedi la baracca europea che soffriva (e continua a soffirire) di una leadership politica non lungimirante, frammentata e poco competente.
La politica fiscale é attuata autonomamente da uno Stato verso i suoi cittadini.
La politica monetaria é attuata dalle
banche centrali in sinergia con la politica nazionale (minuto 25 in poi del video di Ray Dalio).
Nel caso dell'eurozona, le cose si complicano perché un paese "sovrano"come l'Italia di fatto NON controlla la propria politica fiscale che é soggetta all'approvazione implicita dell'eurozona e men che meno controlla la politica monetaria. Per l'Italia, di fatto, l'euro é una moneta straniera la cui quantitá non é modulata in accordo alle specifiche necessitá del paese.
Ad esempio, quando l'Italia dice che vuole fare deficit per un 2.5% nell'anno 2020, sta dicendo che produrrá bond per coprire un mancato introito fiscale pari al 2.5% del Prodotto Interno Lordo. Se l'Europa non approva, la creazione di bond deve essere piú contenuta e/o le tasse non possono essere tagliate. Se la BCE quei bond non li compra, l'Italia si deve rivolgere ai mercati internazionali che chiederanno un tasso di interesse alto.
Vedete, molti anni fa se c'erano bond invenduti durante le aste, questi erano comprati dalla banca centrale italiana in accordo con il Ministero del Tesoro: cioé lo Stato faceva debito con se stesso. Creava credito oggi per ripagarlo a rate negli anni a venire. In questo modo, gli interessi pagati sui bond rimanevano bassi. Esattamente quello che fa il Giappone da 25 anni.
Sopra, Inflazione anno su anno in Italia. Negli anni immediatamente precedenti al 1980, era compresa fra il 15% e il 20%.
Sopra, Inflazione anno su anno in Germania: il rate di crescita dell'inflazione in Germania era la metá di quello italiano.
Questo veniva considerato inaccettabile dai grandi investitori stranieri. Perché? perché in questa maniera lo stato italiano creava denaro "alla bisogna"per scopi elettorali (c'era la Democrazia Cristiana) e l'inflazione aumentava. Per gli investitori stranieri che avevano comprato debito pubblico denominato in lire, significava vedere il proprio investimento rovinato dalla svalutazione della lira perché se un investore tedesco investiva i suoi marchi comprando bond italiani a dieci anni, dopo dieci anni l'investitore tedesco si ritrovava con un titolo di stato che valeva oltre 50% in meno di quanto l'aveva pagato!
Sopra, quante lire ci volevano per comprare un marco tedesco fino all'avvento dei cambi fissi. Potete vedere che nei venti anni 73-93 la lira si é svaluatata di un fattore 5 (-80%) rispetto al marco.
Giusto o sbagliato che fosse, ora il debito pubblico italiano non é piú in mano ai cittadini italiani, ma é in mano a fondi sovrani, banche internazionali e fondi speculativi che possono decidere il costo del debito in modo completamente indipendente rispetto al Ministero del Tesoro.
Quindi il concetto di controllo dei bond é alla base del CONTROLLO della SOVRANITA' di un Paese. I minibot proposti dalla Lega sono di fatto dei piccolissimi bond che servono ad aggirare il controllo della banca centrale europea.
Infatti, quando i bond vengono creati da uno Stato per finanziarsi e sono comprati dalle banche centrali, i soldi vengono creati. Quando i bond vengono ripagati dagli Stati alle banche centrali con gli interessi, i soldi vengono distrutti.
I minibot sarebbero fuori dal controllo della banca centrale europea, perché sarebbero emessi, controllati e distrutti dal ministero del tesoro italiano soltanto. Un po'come era la situazione molti anni fa (pre-1981). Scordatevi i minibot. Non ce lo lasceranno mai fare, sicuramente non succederá nel medio periodo (5 anni). Altrimenti smetteranno di comprare debito italiano. E tanti saluti a tutti.
Dopo questo lungo preambolo, che serviva a darvi un'idea dell'importanza dei bond nel mondo e per decidere le politiche fiscali e monetarie dei governi dei paesi, torniamo all'oggetto del post.
I bond sono strumenti finanziari di raccolta del risparmio privato che furono inventati dai fiorentini per finanziare le guerre contro Pisa, al tempo dei Medici. Ma come funzionano esattamente?
Un bond é un contratto che lega un debitore a uno o piú creditori. Questo contratto contiene poche ma importanti informazioni:
- Il valore nominale del bond, chiamato PAR VALUE
- il valore del pagamento annuale che spetta al creditore, chiamato cedola o COUPON
- una data, chiamata maturitá o MATURITY, alla quale il valore nominale del bond deve essere ripagato per intero a chi ha comprato il Bond.
Questa é la teoria, ma un esempio serve a chiarire tutto.
Esempio:
Il Ministero del Tesoro Italiano crea, oggi 1 Nov 2019, molti bond da 10mila euro l'uno con scadenza a 10 anni e con cedola da 400 euro da pagare ogni anno ai compratori (in gergo, sottoscrittori) del bond.
Ecco le tre informazioni che ci interessano.
- PAR VALUE = 10000 €
- COUPON = 400€/anno
- MATURITY = 1 Nov 2029, 10 anni dalla creazione del bond.
Io decido di comprare uno di questi bond. Sborso 10mila euro e me ne compro uno.
Qual é il tasso di interesse annuale per me creditore che ho comprato un pezzetto di debito pubblico italiano? Presto detto: 400 euro ottenuti ogni anno a fronte di una spesa di 10000 euro, significa 400/10000 = 4.00%.
ATTENZIONE
Qual é il rendimento (YIELD, in inglese), di questo bond?
Yield = 4000 euro di interessi/10mila euro sborsati, spalmati su una maturity di dieci anni =
4%
Lo stato italiano, in dieci anni, é tenuto a darmi 400 euro ogni anno, per dieci anni, e alla scadenza dei dieci anni deve restituirmi il valore del bond nominale, cioé 10mila euro. In totale, in 10 anni lo stato italiano deve rimborsare 14000 euro.
Il debito pubblico, per questo singolo bond, in dieci anni é aumentato di 4mila euro, a tanto ammonta il pagamento degli interessi.
Tutto quello che vi ho appena scritto non é accurato. E' solo aritmetica spiccia e non tiene conto di come funziona il mondo dei bond, cioé il mondo in cui i bond sono comprati e venduti. In altri termini, non tiene conto di come il
MERCATO funziona, del peso che hanno le
agenzie di rating operano e delle
attese dell'inflazione.
Accade molto spesso che chi compra i bond non li tiene fino alla maturitá; piuttosto, li rivende nei mercati a un prezzo che é soggetto alla legge della domanda e dell'offerta. Ad esempio, immaginiamo che sia trascorso un anno dalla creazione (in termini piu' corretti si parla di emissione) del bond. All'inizio le agenzie di rating consideravano l'Italia molto affidabile, e quindi avevano assegnato una bella A al nostro bond. Dopo un anno, accade, che so, che la situazione economica italiana sia migliorata, la disoccupazione é bassa, l'inflazione é sotto controllo. Allora l'agenza di rating, diciamo Moody's, ci assegna una triplaA, AAA.
Per il mercato, il nostro bond é ultra-sicuro. L'Italia ha rischio zero di essere insolvente nei nove anni residui, tanto resta al rimborso del bond, o di non pagare gli interessi.
Ci sono quindi attori di mercato che sono disposti a pagare, per i nove anni residui, piú di diecimila euro per il nostro bond.
Facciamo finta che ci sia chi é disposto a pagare 11000 euro. Noi gli vendiamo il nostro bond il primo novembre 2020 e incassiamo 1000 euro, dalla differenza tra il prezzo di vendita (11000) e il prezzo di acquisto originale (10000). Siamo contenti.
Il compratore, che puó essere un fondo pensioni olandese, si troverá con questa situazione:
- PAR VALUE = 10000 €
- COUPON = 400€/anno
- MATURITY = 1 Nov 2029, NOVE anni dalla creazione del bond.
Quant'é il rendimento? Fate attenzione che al fondo pensioni olandese il bond di valore nominale 10000 é costato in realtá 11000 euro e sono rimaste solo 9 cedole da incassare da 400 euro l'una, pari a 3600
Rendimento = Yield = 3600 euro di interessi/11mila euro sborsati, spalmati su una maturity residua di 9 anni =
3.63%
Il rendimento é sceso perché il bond é diventato piú costoso, perché ambito dal mercato.
Nella nostra simulazione, l'Italia é diventata emittente AAA, stabile, degna di fiducia, e quindi il costo del bond é SUPERIORE al valore "PAR", cioé al valore di facciata, o nominale. In tale contesto i rendimenti scendono.
Se ci fosse previsione di inflazione, diciamo all'1% ogni anno nei prossimi 10 anni, alla scadenza della maturity, 10000 euro varrebbero 9043 euro. Quindi il rendimento é piú basso ancora.
Il rendimento aggiustato per l'inflazione sarebbe 3,63% - 1% = 2,63%
(in realtá é ancora piú basso ma usiamo formule semplici e non composte).
Capiamo quindi che se l'inflazione attesa é alta, per rendere appetibili i bond occorre che lo stato che li emette ci associ un "premio" importante, quindi una cedola molto alta: i creditori non vogliono veder eroso il loro investimento in bond per colpa del rischio inflazione.
Se, invece di inflazione, ci si aspetta deflazione, ovvero ci si aspetta una recessione che mandi a picco i consumi perché la gente ha meno soldi da spendere e attinge ai risparmi, anche rendimenti bassi possono fare gola, in attesa di tempi migliori. E'questo il senso della recente inversione della curva dei rendimenti negli USA,
su cui ho giá scritto, per i piú curiosi.
Potreste chiedervi: un momento, questa che hai appena descritto nell'esempio era l'Italia del miracolo economico, c'era Bretton Woods, c'era il gold standard, ora la situazione é diversa. Siamo BBB eppure i rendimenti in Italia sono bassissimi, abbiamo un governo che si tiene in piedi con le stampelle, e per la Germania e l'Olanda sono persino negativi! Dove sta il trucco?
Vedete, se la banca centrale DECIDE di comprare i titoli di stato, creando denaro dal nulla, quello che succede é che il prezzo dei bond sale... sale... sale, ovvero i rendimenti scendono... scendono... scendono, perché tanto un compratore di ultima istanza di bond si trova sempre. La banca centrale, appunto.
Esempio:
Emettitore: Italia (rating: BAA), data: primo novembre 2014,
- PAR VALUE = 10000 €
- COUPON = 100€/anno
- MATURITY = 1 Nov 2024, dieci anni dalla creazione del bond.
A quanto si vende oggi questo bond, a cinque anni dalla maturity?
Supponiamo che si venda a 11025, prezzo alto perché tanto la banca centrale lo comprerebbe e quindi costa di piú.
Rimangono 5 anni di cedole, quindi il rendimento sembrerebbe essere:
5 x 100 euro / 11025 su 5 anni = 0.9%
Ancora un interesse positivo, direte, giusto?
Sbagliato.
Perché fra 5 anni il Ministero del Tesoro italiano mi rimborserá soltanto 10000 euro, il PAR value.
Il rendimento reale, tenuto conto di quanto mi esce e quanto mi entra diventa:
(500 euro intascati in interessi + 10mila euro rimborsati dall'Italia - 11025 spesi) / 11025 su 5 anni = -0.95%
Cioé il rendimento é negativo, ed é pari a 0,95% all'anno. Su 100 euro prestati, perdiamo 1 euro ogni anno (senza contare i costi di commissione per le banche e il tempo perso per comprare i titoli).
Questo é il motivo per cui le azioni delle banche centrali, specie la BCE in Europa e la Banca del Giappone, hanno fatto crollare i rendimenti dei titoli di stato. Ne comprano tantissimi, per cui i rendimenti sono bassissimi, ma questo non riflette lo stato reale delle economie sottostanti.
Oggi si celebra Draghi perché ha tenuto in piedi l'euro...di fatto Draghi ha ritardato l'inevitabile, ossia la scomparsa dell'euro, perché é una moneta nata sbagliata che nasconde sotto il tappeto dei bassi tassi di interesse, un enorme vuoto normativo e di management politico.
C'é una singola metrica per capire lo stato di salute dell'economia di un paese? No. Sentirete spesso parlare di inflazione, crescita del PIL o rapporto deficit/PIL, ma a mio avviso la metrica piú importante é un'altra, poco strombazzata dai media e per questo ancora piú degna di attenzione: la disoccupazione giovanile.
Guardiamo ai dati sulla disoccupazione giovanile oggi.
- Eurozona: 15%
- USA: 9%
- UK: 11%
- Giappone: 4%
- Australia: 11%
Il dato europeo e catastrofico non solo perché é il piú alto del gruppo considerato, ma perché é un dato mediato tra dati, a loro volta mediati, di un insieme di popoli che assommano a 340 milioni di persone.
In Spagna, la disoccupazione giovanile é oltre il 40%, in Italia é del 35%, in Grecia il 33%, in Germania l'8%, in Olanda il 7%. Cioé due paesi che adoperano la stessa moneta, Olanda e Italia, hanno uno stato di disoccupazione giovanile che é 1 a 5!
I giovani che non lavorano,
emigrano, e fanno ricchi i paesi di arrivo (UK, Germania e Olanda in primis), che quindi rafforzano ulteriormente la loro produttivitá. Ma tanta emigrazione, anche se di qualitá, non viene ben vista dalla popolazione locale, che si arrabbia e diventa intollerante. Ad esempio, qua in Olanda
le riduzioni fiscali per expat ad alta istruzione sono passati da 10 anni a 8 anni e ora a 5 anni. Veniamo visti da parte della popolazione come dei fortunati che si approfittano dell'accoglienza dei paesi di arrivo. Figuriamoci cosa succede con i migranti africani che non sanno neanche leggere o scrivere! Capite dove sto andando a parare: tensioni sociali.
L'euro dovrebbe gestire realtà economiche, produttive e sociali completamente distanti l'una dall'altra. I dati sulla disoccupazione giovanile dimostrano il fallimento delle politiche europee sul lavoro.
I bassi tassi di interesse, su cui si soffermano i giornali,
alterano la realtá delle cose, forniscono una percezione sbagliata dello stato di salute dell'eurozona, ingenerando un clima di fiducia che ha gambe di argilla. La situazione economica dell'eurozona, nel complesso, é pessima, mettetevelo in testa: i dati sulla disoccupazione, giá ripuliti dai milioni di giovani che nemmeno lo cercano un lavoro, sta lá a testimoniarlo. Se venissero conteggiati in Italia i milioni di ragazzi che il lavoro neanche lo cercano, saremmo vicini al 50% di disoccupazione giovanile. Un giovane su due non lavora e di fatto spende i risparmi delle generazioni precedenti. Non é un caso che si leggono
articoli come questo, che fanno drizzare i capelli.
L'Italia salvata dai nonni
Il Censis rivela: sono stati gli anziani a tirare i consumi più di tutti gli altri, con effetti sul Pil. Hanno pensioni bassine, ma vogliono godersi la vita. Spendono per viaggi, cultura e balli
La certezza del reddito, che spesso è legato ad assegni pensionistici cospicui, consente agli over 65 di aumentare il proprio patrimonio continuamente. La quota di ricchezza degli anziani sul totale di quella posseduta complessivamente dalle famiglie italiane è passata in 20 anni dal 20,2% a quasi il 40% del totale.
Quindi, non solo le azioni delle banche centrali hanno aumentato differenze di ricchezza fra paesi ma, all'interno di ogni paese, fra vecchi e giovani. Fra chi aveva asset (gli anziani, con case di proprietá, titoli di stato e pensioni rivalutate grazie alla deflazione) e chi gli asset ancora non ce li ha ancora (i giovani, che nei paesi anglosassoni ancora prima di permettersi casa hanno debiti studenteschi da ripagare, e vivono con contratti precari perché le industrie si sono trasferite altrove e anche il terziario non sa a chi vendere i servizi).
Draghi é stato bravo? Draghi va valutato rispetto ad altri analoghi presidenti delle banche centrali ed é stato non bravo, ma bravissimo. Il suo "whatever it takes" é giá nei libri di storia.
Il problema é che l'Europa non si puó tenere in piedi con la sola banca centrale, i cui acquisti di titoli di stato come se non ci fosse un domani alimentano disuguaglianze sia in termini geografici che anagrafici. E i burocrati di Bruxelles per dieci anni non hanno fatto NULLA per migliorare le cose per le nuove generazioni.
Come per la Germania negli anni '30, o Tienanmen nell'89, o le primavere arabe nei primi anni 2000, sará lo stato di disoccupazione giovanile a decidere il futuro della zona euro.