giovedì 18 luglio 2019

Il 5G e la globalizzazione in faccia al Pentagono

Se c'era una cosa cui i fautori tout-court della globalizzazione non avevano pensato era la sicurezza nazionale.

E il 5G ne é un esempio eclatante.



In figura, un elemento di una torretta 5G che viene testato in camera anecoica: i coni piramidali che vedete servono ad assorbire il segnale a radiofrequenza

Il 5G é un insieme di tecnologie wireless che promettono di scaricare un film in qualche secondo, e di attuare la prossima generazione di infrastrutture che consentiranno di avere auto a guida autonoma, dispositivi indossabili etc. Ne ho parlato qua.
Di fatto, é come avere una connessione ad altissima velocitá (tipico di una connessione domestica) unita ad una totale mobilitá (tipico di un telefonino). Con una latenza che é di 1 ms (attualmente col 4G stiamo a 70 ms). Di fatto si fanno le cose in tempo reale, non ci si accorge dei ritardi nelle comunicazioni.

L'uso che se ne puó fare di una tecnologia, al solito, é duplice: posso fare telemedicina, operando con un robot su un paziente a migliaia di km di distanza e salvargli la vita; oppure posso spiare i miei cittadini (vedi questo mio articolo sul social credit system in Cina) ovunque si trovino.

Ora, per costruire una infrastruttura wireless per il 5G occorrono investimenti per miliardi di dollari.
Questo perché vanno costruite quelle torrette, le stazioni base appunto, che consentono ai cellulari o agli altri dispositivi connessi di parlare fra di loro. Le torrette vanno progettate, costruite, testate, e allocate nei punti giusti, e poi manutenute. Per anni.

Le industrie coinvolte sono industrie di progetto, industrie di manifattura, industrie di semiconduttori,  industrie di integrazione, industrie che mettono a disposizione enormi sistemi di testing a radiofrequenza, aziende che fanno sviluppo SW, etc. etc.

Tutte industrie ad altissimo valore aggiunto che fanno la ricchezza di un Paese nel breve, nel medio e soprattutto nel lungo termine. E che tipicamente sono controllate o semi-controllate dalla Difesa di un paese. Leonardo (ex Finmeccanica) ne é un esempio.

Poiché le stazioni base (le "torrette") accentrano il traffico in ingresso e in uscita, secondo i giornali gli USA temono che la Cina possa installare delle back-door (cioé delle porte di ascolto nascoste) nelle torrette; per mezzo di queste back-door la Cina potrebbe monitorare il traffico dati: ivi incluse le conversazioni di politici, dirigenti di industria, etc. Sapere e potere, il potere viene con l'informazione e il ricatto se si acquisiscono informazioni vitali.
E'plausibile?
No.
Non é plausibile perché le informazioni sensibili (pensate a quando accedete a gmail con https oppure al vostro conto corrente con lo smartphone) sono giá criptate. Quindi, che sia 3G, 4G o 5G poco cambia. Se l'informazione é criptata, io posso trasmetterla in chiaro dove mi pare. Quindi i giornali scrivono fesserie in merito agli "ascolti indesiderati".

Il vero problema? che se domani i cinesi decidono di chiudere il 5G, premono un pulsante e da remoto "spengono"il 5G americano. Di fatto spengono un paese. Esattamente come gli americani possono fare col GPS (motivo per cui é nato Galileo in Europa).

Blackout a New York City nel 2003

Fin qui il 5G e la sicurezza che preoccupa Pentagono e CIA. E non é banale per niente.

Che c'entra la globalizzazione, visto che sta nel titolo di questo post?

C'entra perché gli USA hanno perso molte delle loro industrie in campo telecomunicazioni perché hanno comprato televisori, radio, sistemi di comunicazione, software di gestione e monitoraggio del traffico dati, dalla Cina per decenni (negli USA, Huawei é leader per la fornitura di apparati 4G). Oppure hanno spostato la produzione oltre-oceano. Oppure le loro aziende sono state vendute all'estero. Wall-Street ha fatto soldi a palate in questa maniera, ma la sicurezza nazionale ha subito un gravissimo colpo.

Risultato? la Cina, soprattutto per mezzo di Huawei, é all'avanguardia sul 5G. Secondo alcuni analisti questo vantaggio tecnologico é nell'ordine dei 18 mesi. Un vantaggio enorme per la penetrazione nel mercato delle telecomunicazioni.  Hanno giá le infrastrutture operative e le stanno vendendo in giro per il mondo.La Cina é giá il paese con maggiore copertura 4G del pianeta.
Gli USA sono decisamente indietro in termini della capacitá di coprire la nazione sotto l'ombrello 5G. Per la prima volta della loro storia dopo lo Sputnik, sono tecnologicamente indietro.
Non hanno le aziende in grado di produrre le parti del 5G ai ritmi necessari con la qualità necessaria. E sono preoccupatissimi.

Dopo la corsa allo spazio degli anni '60, si sta materializzando una piú silenziosa corsa al 5G. Per assicurarsi un dominio tecnologico per i prossimi 15 anni.

I dazi che Trump ha messo sulla Cina, compensati con il regalo della FED di abbassare i tassi di interesse per tenere alto l'umore di Wall Street, sono stati parte di una strategia volta a ri-bilanciare gli equilibri tecnologici a favore degli USA.
Se peró gli USA non si decideranno ad aumentare seriamente gli investimenti in tecnologia e sviluppo, questo XXI secolo segnerà il sorpasso del Dragone sull'Aquila USA. Ne ho scritto ampiamente qua.

E l'Europa? non pervenuta. Ma abbiamo la nuova Ursula che vaneggia di accoglienza e societá verde.

PS: le torrette 5G consumano il triplo di una normale torretta 4G. Non solo, ne occorrono a decine di piú a paritá di superficie coperta. Non ditelo a Greta...

lunedì 15 luglio 2019

Fisso o Variabile?

Ciao Exiteers,

lo scorso post che ha messo insieme 5G, robotica, cloud computing e produzione di CO2 ha lasciato un po' frastornati parecchi di voi.

Normale, perché né i giornali né la scuola né l'università vi educano a PREVEDERE scenari possibili legati ad innovazioni in campo finanziario e tecnologico. Però vi amminchiano con i Sumeri e con il Risorgimento fino alla nausea.

Oggi parliamo di un argomento terra terra: meglio il mutuo a tasso fisso o variabile?
Non entro nella scelta di ognuno di voi, che ha le sue ottime ragioni per preferire l'uno all'altro.
Questo mio post vuole solo offrire degli spunti di riflessione.

Nel lontano 2013 (cavolo già sei anni sono passati!) feci la surroga sul mio primo mutuo in Italia. Decisi di passare dal fisso (all'epoca intorno al 3% ) al variabile. Sono rimasto cosí, e sto pagando circa l'1% di interesse oggi. C'è anche qualcuno cui é andata meglio di me e sta vicino allo 0% di interesse.

Andamento euribor - storico

A dispetto di quello che mi disse allora il consulente della banca ("i tassi NON possono rimanere bassi cosí a lungo!.), io scommisi sui tassi bassi.

I fatti mi diedero ragione.

Come mai?
Vedete, tutto si regge su una grande bugia: l'inflazione.

Ho giá spiegato in altri post che l'inflazione é una grande balla. Ho fatto anche l'esempio quantitativo in cui riesco a imbrogliarvi sul prezzo di uno smartphone.
Ma proprio perché é una menzogna grande quanto l'Everest, come l'Everest fa tanta ombra e se costruisci la tua casa dove c'é il rischio slavina stai messo male.

Quindi sfruttiamo le balle degli altri a nostro vantaggio.

Oggigiorno il mondo gode di sovrapproduzione e di eccesso di manodopera scarsamente qualificata (immigrazione) un po'in ogni settore. Acciaio, petrolchimico, industria semiconduttori, Automotive.

Questo comporta che c'è gente che si accontenta di stipendi miseri perché viene da zone dove lo stipendio nemmeno esiste. Il che tira giú i salari di tutti gli altri e fa sparire la vecchia meravigliosa classe media.

POI, c'é che le grandi imprese delocalizzano, cioé spostano le industrie in paesi dove gli stipendi sono bassi, non c'é tutela del lavoratore, e dove si pagano pochissime tasse. E riescono a finanziarsi con debiti bancari a bassissimo tasso di interesse, proprio perché sono grandi e dicono al governo di turno "o mi abbassi le tasse e mi fai pagare pochi interessi o me ne vado via".

La frammentarietà del mondo del lavoro ha fatto andare in confusione totale i sindacati che ormai difendono solo i pensionati, cioé coloro che questi cambiamenti macroscopici non li vivono. I sindacati vivono nel passato e sopravviveranno solo in piccole nicchie (aerospazio e difesa, produttori di beni e servizi ad altissimo valore aggiunto.)

Fin qui, facile.

Ora inizia la parte piú complicata: rileggete piú volte queste righe finché non vi entrano nella pancia.
Le banche centrali hanno creato una montagna di denaro per le banche, per finanziarle. Le banche con quei soldi creati dal nulla hanno comprato titoli di stato, immobili, azioni di compagnie quotate in borsa.

Questo ha fatto salire i prezzi di immobili, azioni, titoli di stato, perché c'erano un sacco di soldi disponibili per comprarli.

Ora, l'inflazione misura il prezzo delle case, delle azioni, dei titoli di stato?
NO! 

Quindi l'inflazione non monitora il reale aumento dei prezzi delle case, e solo parzialmente tiene conto del prezzo degli affitti.

Se io vi presto denaro, voglio un rendimento superiore all'inflazione attesa. Perché? perché se per esempio l'inflazione attesa é del 10% per il prossimo anno, significa che io se presto con un tasso di interesse inferiore del 10% allora fra un anno ci vado a rimettere. Mi rientra dietro denaro con cui posso acquistare meno cose rispetto ad oggi.

Siccome l'inflazione (che é un numero finto...ma viene usato dalle banche centrali) misurata é bassa, ecco che i tassi di interesse sono bassi, perché basta poco per remunerare il capitale prestato.

E se i tassi di interesse sono bassi, tanto vale scommettere sul variabile perché l'euribor rimarrá basso a lungo. Se non per sempre, a meno che non facciamo il botto.

Quindi ho scommesso sul variabile, nel lontano 2013, perché le banche centrali NON POSSONO PERMETTERSI DI ALZARE I TASSI, altrimenti viene giú il mondo.

Secondo voi, con piena occupazione ed economia in crescita, perché gli USA abbassano i tassi di interesse OGGI? All'universitá insegnano che se l'economia galoppa bisogna alzare i tassi per controllare l'inflazione. Bene, negli USA l'economia galoppa ma l'inflazione é bassa a causa della globalizzazione e dell'immigrazione e perché il sistema finanziario ormai é decotto e collasserebbe se i debiti diventassero piú onerosi.

Chi la prende in culo? i giovani della vecchia classe media, che non avranno pensioni decenti e dovranno lavorare fino a che crepano, mentre nel frattempo non hanno abbastanza capitale da comprarsi una prima costosissima casa, e rimangono in affitto.

A meno che la robotica e l'intelligenza artificiale pensino ai loro bisogni da anziani. E'la direzione intrapresa dal Giappone che, guarda caso, é il paese che piú investe in robotica e IA al mondo. Sará un caso? il Giappone non vuole immigrazione E il Giappone é il paese con piú anziani al mondo.. Io alle coincidenze non credere!

Basta saper unire i puntini....

Alla prossima.

PS: c'é un modo per uscirne bene e da uomini liberi degni di questo nome? Certo, ma i giornali non vogliono che lo sappiate...o forse non lo capiscono nemmeno loro.


domenica 14 luglio 2019

La testa fra le nuvole...


Una moderna nuvola...


Vi siete mai domandati cosa succede su internet in un minuto, al mondo?

Internet per certi aspetti é un po'come la Cina...i numeri sono talmente grandi che é difficile metterli in scala.
Per vostra informazione, 1 GB -gigabyte- é un miliardo di byte. Giusto per intenderci, un normale DVD sono circa 5 GB.

Mille GB fanno un terabyte, TB.
Mille TB fanno un petabyte, PB.

1 PB é quindi un milione di GB. Piú di 200 mila DVD.
Mentre scrivo, succede che:

  • In un minuto di internet, 3 TB sono creati su Facebook. Creati.
  • 188 milioni di mail vengono inviate.
  • 3.8 milioni di ricerche su Google vengono effettuate
Se vi interessa visualizzare il contenuto preciso, andate qua (ci trovate anche i dati su Whatsapp, Twitter, etc).

Questi dati trascurano un aspetto importante, mai menzionato da nessuna parte. Siccome siamo su ExitEconomics, ci piace scavare piú a fondo. 
La maggior parte degli "utenti"di internet sono automi, in gergo chiamati "bots". In genere si assestano intorno al 60% del totale degli utenti mondiali
Si tratta di SW che monitorano il traffico, capiscono i vostri gusti commerciali, scandagliano siti alla ricerca di parole chiave per migliorare i risultati delle ricerche, convertono i siti da modalitá desktop a modalitá mobile, consentono di causare disservizi, inondano i sociale con contenuti stupidi, etc.
Insomma, fanno di tutto, cose buone e cose cattive. 


Se tutto ció vi sembra tanto e vi intimorisce, sappiate che siamo agli inizi.

Agli inizi di cosa?

Del 5G e della robotica su vasta scala.

Perché con il 5G aumenteranno esponenzialmente i dispositivi connessi. Un'auto collegata su rete 5G, per guida automatica, genererá 4TB di dati ogni santo giorno. Aggiungiamoci i dispositivi indossabili, gli elettrodomestici collegati alla rete di casa, i televisori smart, e quant'altro.

Inizieranno anche ad andare di moda chip sottopelle...solo questione di tempo e di marketing.

Poi ci sono i robot e ovviamente le auto a guida automatica.

La robotica richiederá dispositivo connessi h24. Dal robottino che taglia l'erba in giardino, ai robottoni di warehousing (magazzino - la vedo brutta per i magazzinieri Amazon e Ikea, per citarne due di categorie), a quelli delle consegne, etc. sono tutti connessi on line. Altro traffico.

La chiave del successo di queste tecnologie é basata sullo stoccaggio delle informazioni e sulla velocitá di connessione.

La velocitá di connessione - e la affidabilitá della stessa- saranno affidate in buona parte alle reti 5G per il traffico locale, e a reti su fibra ottica per traffico di lunga distanza.
Per lo stoccaggio delle informazioni, stiamo messi maluccio.
E' vero che il costo per GB sta diminuendo giorno dopo giorno (una chiavetta da 32 GB oggi costa 10 euro) ma le tecnologie di memorizzazione ottica dell'informazione (hard disk ottici, non magnetici o a semiconduttore come la chiavetta USB) sono lontane, tecnologicamente molto lontane.

Per risparmiare sull'hardware, quindi sullo stoccaggio delle informazioni, si ricorre al "cloud". La nuvola. Di fatto si fanno viaggiare i dati su server remoti dove questi vengono immagazzinati o elaborati. Tutto questo per applicazioni in cui il real-time non é una assoluta prioritá. Traduco:
se la vostra auto sta in guida automatica, i dati sono processati dal computer dell'auto, non vengono inviati via 5G alla stazione base locale e da lá via fibra ottica ad un server in Alaska. La latenza sarebbe insopportabile. Ri-traduco: l'auto deve essere in grado di prendere decisioni su se frenare o sterzare in millisecondi o centinaia di microsecondi, non puó aspettare una risposta dall'Alaska.
Se peró lavoriamo in Word, lavoriamo su una copia in locale che va veloce, ma un sacco di copie intermedie vengono salvate in un serverino in Alaska.

Chiaramente sto semplificando molto (troppo....) ma é per farvi capire che il cloud computing é onnipresente al giorno d'oggi e aumenta a ritmo mostruoso. E fa da pilota per l'adozione di programmi di ricerca e sviluppo di machine learning, data warehousing, database, software security, calcolo distribuito, data analysis e tante altre belle cosine.

Chi é all'avanguardia nel cloud computing?

Al solito, Google e...sorpresa, Amazon.

Amazon Web Services (AWS) é una societá controllata di Amazon. Che cosa fa di preciso? mette a disposizione una enorme infrastruttura HW  e SW gestire dati su piattaforme cloud. E' la piú grande del mondo e fa soldi a palate. Altra genialata di Bezos che ha capito dove va il vento.

Concludiamo questa breve carrellata con una notizia che terrorizzerá i gretini di tutto il mondo! preparate lo XanaX! 
Siccome senza energia non si fa nulla, nemmeno le memorie dei telefonini di quelli che si scattano il selfie con Greta, avete idea di quanta CO2 viene immessa in atmosfera per produrre l'elettricitá che fa girare gli enormi server di Google sparsi in giro per il pianeta terra?

Tanta. Tantissima.

Andate a questa pagina. http://www.janavirgin.com/CO2/
Poi andate a quest'altra. http://www.janavirgin.com/CO2/DEFOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOREST.html

La prima é evidente, la seconda sono gli alberi "bruciati"in CO2 causa ricerca su Google.

Dite pure a Greta che il consumo energetico aumenterá, anche se usiamo tutti auto elettriche, se non altro per il traffico dati.

Ah giá, nessuno ne ha mai parlato nei tg.

E ora la chicca finale.
Ho omesso un altro dato importante, e me lo sono tenuto come chicca finale.


Le criptovaluteeeeeeeeeeeee.

Giá, la blockchain é ancora agli esordi, é basata su cloud computing e per di piú decentralizzato, e su una blockchain si baserá Libra, la nuova crittovaluta che Facebook vuole introdurre nel 2020. Perché questa crittovaluta? semplice: ci sono miliardi di consumatori al mondo che non hanno accesso alle banche ma sono potenziali acquirenti di merce. Per raggiungerli ci vuole un telefonino con un'app: Facebook Libra, appunto. Il lato buonista é che Facebook aiuta le popolazioni povere. Una novella ONG. Ma non divaghiamo.

Sapete quanto consuma una blockchain? Minare un bitcoin cambia a seconda del valore del bitcoin, ma stiamo sull'ordine di alcune migliaia di euro di energia elettrica. Cioé consumiamo energia elettrica per "minare"qualcosa che ancora non serve quasi a niente, se non per fare speculazione. La blockchain serve per validare le transazioni di pagamento. E quanto consuma? Una quantitá mostruosa di energia elettrica. Al momento é "solo"lo 0.32% del totale mondiale di consumo di elettricitá, ma come sappiamo tutti con internet le crescite sono esponenziali, NON lineari, NON paraboliche, MA esponenziali.

E il problema sarebbero le automobili? poveri gretini....

Con questo articolo, avete un po' di basi per capire quali sono i limiti FISICI per la diffusione della blockchain in tempi rapidi, perché l'energia sará un tema ancora piú importante nei prossimi 5 anni (a dispetto di quei fessi greto-comunisti dei 5stelle e Verdi tedeschi),  come si evolverá l'e-commerce, quali studi dovreste far fare ai vostri figli, quali studi evitare, e quali tipi di aziende tenere d'occhio se vi piace investire.

Alla prossima.









mercoledì 10 luglio 2019

Quelli che...ci servono seimila lavoratori ma non li troviamo

Pezzo pubblicato anche su OraZero.

Tra una canzone degli Stereophonics e un pezzo di Sarah Jaffe, mentre gioco a scacchi on line, ogni tanto mi imbatto in pezzi curiosi come quelli del Sole24h.

Fincantieri: ci servono seimila lavoratori ma non li troviamo

[il commento di Caravaggio2011 é il mio, nell'articolo del Sole]

Ohibó, con tutta questa disoccupazione giovanile non si trovano seimila persone?
Cosa cercano prevalentemente 'sti disperati di Fincantieri?

Carpentieri, saldatori, operai speciallizzati, fabbri, etc.

Ora, non si diventa saldatori o carpentieri a scuola, nemmeno in Francia o in Olanda. Ci vuole un corso apposito. Specialmente la saldatura é un'arte e ne esistono una infinitá di varianti. Peró confermo che in Olanda ci sono scuole che ti fanno diventare elettricista, muratore, tecnico installatore e le frequenti dai 13 ai 17 anni. Poi ci sono contratti agevolati per le imprese che assumono i ragazzi appena usciti, i ragazzi fanno esperienza, vengono formati e poi intorno ai 24-25 anni aprono partita IVA a tassazione agevolata e a 30 anni hanno famiglia, mutuo e 2 figli. A 30 anni guadagnano 3-5mila euro al mese e pagano le tasse (fino al 32.5% max per chi guadagna oltre la soglia massima).

In Italia é fantascienza.

Fincantieri si lamenta che non si trovano operai specializzati e che c'é un gap nelle scuole: insegnano cose inutili per il lavoro e non insegnano cose utili per il lavoro.

E chi é che ha demolito le scuole professionali in Italia? un certo tipo di mentalitá di sinistra che vede sempre e solo nei licei la chiave per il successo futuro nella vita. Gli istituti tecnico industriali, ragioneria etc sono per sfigati.

Peró c'é l'OCSE che promuove la scuola italiana. Il Fatto si oppone infatti alla riforma, tipo quelle che vuole introdurre la Lega, ripotenziando gli istituti tecnici per colmare il gap scuola-industria.

Chi ha ragione? sentiamo persino di ingegneri a spasso, e questi qui non trovano operai?

Cambiamo punto di vista.

L'incrocio fra domanda di lavoro (delle imprese) e offerta di lavoro (delle persone) si incrocia in un punto chiamato "prezzo". Per un lavoratore, il prezzo si chiama salario.

Quindi non é che Fincantieri non trova personale, é che non trova personale al prezzo che Fincantieri ha deciso di pagare. Ammesso e non concesso che siano spariti fabbri dal suolo italiano, se Fincantieri decide di pagare 3000 euro al mese, si riverserebbero fabbri da Francia, Spagna, per non parlare di Polonia e Ungheria.

Al solito, su ExitEconomics, facciamo una ipotesi e ci atteniamo ai dati. Quanto guadagna, diciamo, un saldatore (welder in inglese, il welding é la saldatura ad alta temperatura) che opera con tecnica TIG (tra le piú diffuse)?

Italia: da 5 euro l'ora (novizi, in genere combinano disastri e necessitano di un supporto di controllo qualitá esperto) fino a 30 euro l'ora se straqualificati. Anche di piú se operano in condizioni estreme tipo dentro tubature. Sono lavori pesanti che richiedono concentrazione. Parliamo quindi di stipendi che vanno da 15mila a 54mila euro l'anno. Mediamente, peró, stiamo sui 30mila.

Tutto sommato sono stipendi decenti per l'Italia.

In Germania? mediamente 2514 euro. Mediamente. Un Welding Inspector, esperienza di tanti anni come saldatore, che controlla il risultato della saldatura, arriva a prendere in Siemens fino a 83K e in Bombardier fino a 110K.

Secondo voi, un bravo saldatore italiano dove va a lavorare?

Spiegatelo a Fincantieri e al Sole24h.












lunedì 8 luglio 2019

[Guest post] Ideologie, particolarismi e incultura economica - i mali dell'Italia

Post di Vincenzo Sangiorgio

Cari Exiteers,

oggi vi presento un nuovo collaboratore di Exit Economics. Si chiama Vincenzo e abbiamo avuto modo di discutere di economia e storia: abbiamo posizioni diverse ma il "ragazzo" sa argomentare molto bene ed é una rarità.

Vi lascio al suo primo post e spero che i punti che solleva oggi possano avviare una interessante discussione, visto che si parla di...car sharing nella Capitale con una prima analisi costi-benefici nel medio termine. Detto da uno che ha girato parecchio.

Vincenzo si descrive cosí:
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13 anni passati in una scuola cattolica mi hanno insegnato che la Verità non esiste.
Nei primi anni di internet scelsi, per le mie prime registrazioni, i nickname Girogiro (preso in prestito dal film Mr. Crocodile Dundee) e Vagamondo dicono molto.
Ingegnere chimico con indirizzo processo di raffinazione, dopo 30 anni a spasso per mezza Europa tra colonne di distillazione e scambiatori di calore, soprattutto quella ex Patto di Varsavia, sono da 6 anni passato a fare altro.
Ho trovato comunque la maniera di non farmi mancare i contatti con mezzo mondo.
Noi vediamo la realtà con i nostri occhi, gli altri con i loro. E spesso le due visioni non coincidono.

La mia passione è la storia.
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Non sono un amante della burocrazia UE, ma posso affermare che i suoi richiami al “rispetto delle regole” da parte di noi italiani, dovrebbero farci riflettere non tanto sulle regole e su quanto qualcuno ci voglia affossare, quanto piuttosto sul perché ci affossiamo da soli.

Il problema del debito non sarebbe un problema se il PIL crescesse, ma noi stessi ci mettiamo tutto l’impegno per non farlo crescere.
Ideologismi, particolarismi, carenza di una base di cultura economica, e non intendo i massimi sistemi delle varie teorie economiche ma proprio i conti della serva, sono tipici del modo di essere italiano e cozzano contro il pragmatismo degli altri.

Eppure proprio in Italia, a Roma per la precisione, si è sviluppata quella che forse è stata la più grande civiltà della storia umana, quella che maggiormente l’ha segnata, una civiltà basata sul pragmatismo.

E proprio di Roma vado a parlare, conoscendola perché ci sono nato e ci ho sempre abitato.

Farò un esempio, solo apparentemente limitato (peraltro quando si parla di Roma niente è mai piccolo), ma che dimostra l’assoluta mancanza di pragmatismo. Il pragmatismo significa anche saper tentare strade nuove, mai provate da altri.

Sappiamo tutti che il traffico romano è qualche cosa di folle.

Innanzi tutto, quasi nessun cittadino ha la minima idea di quanto gli costino gli spostamenti e di quanto gli costi il traffico. E qui entra in ballo la carenza di cultura economica.  Un cittadino consapevole dei costi farebbe il diavolo a quattro perché il problema venisse affrontato.
Passiamo poi al bias ideologico. Cosa dice l’ideologia? Dice che il problema del traffico va affrontato con i mezzi pubblici, metropolitana o autobus. E dice anche, quella verde, che bisogna promuovere le piste ciclabili.
Chiunque conosca Roma, anche per sentito dire, conosce benissimo alcuni fatti:
  • Sotto la citta moderna ce ne sta un’altra, scavare è una sorta di mission impossible
  • Roma sta su sette colli, anzi pure qualcuno di più, pedalare è cosa adatta solo a persone con buone gambe
  • Orografia, topografia, ed estensione geografica del comune, rendono i mezzi pubblici di superficie efficienti solo su alcune specifiche direttrici

Un approccio pragmatico al problema ci porterebbe piuttosto a queste conclusioni
  1.  L’unico mezzo che puo' garantire la mobilità a tutti i cittadini è l’automobile.
  2.  Sul territorio comunale sono presenti troppe automobili
  3.  La maggior parte delle automobili sono parcheggiate e non in movimento; occupano spazio rendendo poco fluido il traffico e, oltretutto, imbruttiscono la città.
  4.  Una larga quota di auto in circolazione ha in realtà già raggiunto la sua destinazione e sta girando intorno alla ricerca di un parcheggio.
La logica, pragmatica conclusione è che l’unica soluzione praticabile è il car sharing diffuso.

Avere un’auto di proprietà per un residente nel territorio comunale, fatte le debite eccezioni per certe categorie (ad esempio disabili, medici, ecc., deve essere molto costoso.

A questo punto sento già gli urli di coloro che diranno “ecco un ulteriore inaccettabile balzello a carico dell’automobilista da parte di un comune che non garantisce un trasporto pubblico di qualità sufficiente!”. Proprio sicuri che sia così? 
L’automobilista medio percorre meno di 10000 km annui. Con queste percorrenze il costo chilometrico di un’auto media è compreso tra i 0.45 e gli 0.50 €/km. 

Eh già, tutti dimenticano i costi fissi

E allora facciamo due conti. Considerando che in circolazione non ci sta mai più del 30 % del parco auto, un parco auto pari al 40 % dell’attuale in car sharing sarebbe più che sufficiente a coprire anche i momenti di picco. Cosa significa questo? Che la percorrenza media delle auto in sharing passerebbe a 25000 km e quindi il costo chilometrico scenderebbe intorno a 0.30 – 0.35 €/km. Ma questo costo, per una società di car sharing potrebbe essere ancora più basso. In primo luogo perché potrebbe avere un parco auto costituito fondamentalmente da auto di piccola dimensione e quindi meno costose, in secondo luogo perché acquistando molte macchine e molte polizze di assicurazione pagherebbe molto di meno.  Anche i costi variabili di esercizio sarebbero poi probabilmente inferiori; minor traffico significherebbe consumi ridotti e usura ridotta.

Insomma con 0.30 € al km la società di car sharing ci pagherebbe tutti i costi di gestione dell’auto, manutenzione compresa, e avrebbe spazio fino a 0.45 €/km per pagarci i costi dell’organizzazione di supporto e farci profitto. E’ probabile che, in un regime competitivo, il costo si assesterebbe intorno ai 0.35-0.40 €/km.

Per l’automobilista medio ci sarebbe quindi addirittura un possibile risparmio. Rimarrebbero pure i soldi con cui noleggiare una Mercedes per andarsene in vacanza facendo i signori.  E se poi proprio qualcuno volesse avere l’auto di proprietà, potrebbe pur sempre recuperare parte del super-bollo rendendo disponibile la sua auto al sistema di sharing, magari tramite una piattaforma come UBER con cui l’amministrazione comunale dovrebbe fare un accordo di collaborazione.

E’ evidente che una soluzione del genere , pragmatica, troverebbe forti opposizioni da parte di tassisti e gestori di parcheggi pubblici. Ma entrambe le categorie potrebbero riciclarsi all’interno dell’indotto che si creerebbe per la gestione del car-sharing.

Non sto neanche a esaminare tutti gli ulteriori vantaggi che deriverebbero dalla messa a punto di un tale sistema. Ne guadagnerebbe la salute fisica e psichica dei cittadini, ne guadagnerebbe l’immagine della città che si libererebbe dal groviglio di lamiere che la riempie, ce ne guadagnerebbe ogni cittadino che finalmente non sarebbe schiavo del traffico quando prende un appuntamento.

Non pretendo certo che questa sia LA SOLUZIONE. Ma è certo che nessuno a oggi ha mai provato neanche a rifletterci in modo serio. La morale è che il richiamo alle regole va sempre letto tra le righe.

domenica 7 luglio 2019

Le vendite dei giornali in Italia..quelli che si autodefiniscono "attendibili"

Post pubblicato su OraZero.

Carissimi!

Oggi ci occupiamo brevemente delle vendite dei giornaloni italiani, quelli che pontificano e si autodefiniscono attendibili e barriera ai populismi dei bigottoni e alle fake news.

Siccome é un coro unico nei giornali Corriere-Stampa-Repubblica che demonizzano il Ministro dell'Interno e incensano capitani di navi ONG e LEUROPA, sono andato a cercarmi un po' di informazione in giro per capire quanto vendono questi giornali.

E cominciamo da Bagnai.

Che c'entra, direte voi? c'entra. Vedete, Bagnai é uomo di grande intelligenza e cultura, io spesso ci ho litigato, ma sempre sul piano professionale, e come me é in guerra da anni con il cosiddetto PUDE, cioé il partito del pensiero unico europeo. Qualche mese fa scrisse un post sfidando i lettori a capire chi c'era dietro questo grafico.



Io ci sono arrivato in meno di trenta secondi, a differenza dei suoi lettori che sono obiettivamente un po' ingenui e acritici, ma non mi aveva pubblicato la risposta (gli sto mediamente sulle scatole, ma me ne faccio vanto). Semplicemente, era  il gruppo Editoriale Espresso, oggi chiamato GEDI.

Questo gruppo controlla Repubblica e La Stampa. In effetti le prime pagine e i fondi di questi due giornalONI sono sempre il copia-incolla l'uno dell'altra.

I giornali vendono sempre meno, dicono per la concorrenza sleale (?) di internet. E hanno anche piegato l'unione europea a proteggergli il culo con una riforma del copyright fatta ad-hoc per gli editori pieni di debiti con giornali invenduti. Beh, ma i giornali hanno i loro siti anche loro, vendono copie digitali, giusto? quindi teoricamente dovrebbero cavalcare internet pure loro. Evidentemente ne sono sopraffatti, non lo sanno comprendere né cavalcare.

Sará internet il problema, o le minchiate pro-europa, contro Trump, contro Putin e pro-immigrazione con continua falsificazione della realtá che la gente che si alza la mattina per lavorare pensa che queste testate propugnano il problema? ah saperlo!

Nella Zuppa di Porro, oggi, il bravissimo come sempre Nicola prende un pezzo del Corriere della Sera in cui un giornalista si spertica in lodi per lo skipper italiano che con le sue braccia dai muscoli allenati ha issato a bordo neonati e donne incinte (dal minuto 1:20 in poi, é da spiscio!)


Quindi aggiungiamo il Corriere al duo Repubblica-La stampa in merito al supporto incondizionato alle ONG.

Ma quanto vendono queste testate? Sanno ancora davvero spostare l'ago della bilancia nel formare l'opinione pubblica?

Spoiler: no.

Mi sono imbattuto, nelle mie ricerche, in questo ottimo articolo, scritto da Lelio Simi per MediaHub, che analizza le vendite di Corriere e Repubblica dal 2008 al 2018.
Scrivere un articolo cosí, ragazzi, richiede tempo e tanto impegno. E poterlo leggere gratis é un privilegio. Mi ricordo quando scrissi il mio pezzo sulle fesserie del Fatto Quotidiano in merito ai supposti numeri degli italiani emigrati in UK. Mi costó ore di analisi e confronto incrociato dei dati UK e AIRE. E dissi "mai piú!". Tra l'altro lo pubblicai solo su Rischio Calcolato, non sul mio blog, per cui ora é perso..amen. Bel fregnone che sono stato!

Allora, Lelio ha analizzato dieci anni di vendite e cos'ha tirato fuori? questo grafico.



Il grafico include il volume di vendita delle copie digitali, contate a partire dal 2013.
Per il Corriere la traiettoria é la stessa, discendente.

Una Caporetto Totale!
Notate che l'asse delle ordinate parte da 0 copie vendute, quindi é un grafico onesto. Repubblica, in dieci anni, é passata da 600mila a 200mila copie, quindi -70%.

Meno Settanta per cento in dieci anni.

Quanto ha perso il Gruppo Espresso negli ultimi CINQUE anni? ha perso l'80%.

Viene da pensare che, se continua cosí, gli unici a leggere gli articoli scritti dai giornalisti saranno i giornalisti stessi. Si commenteranno fra di loro.

Per il Giornale, il Fatto Quotidiano e Libero stesse traiettorie. Le copie restituite al macero superano quelle vendute! Tira brutta aria per i tipografi.

In controtendenza la Veritá di Maurizio Belpietro, che sta aumentando le vendite (chissá perché!).

C'é un aspetto importante, poi. Oggi, i politici si rivolgono direttamente ai cittadini attraverso Youtube, Twitter, etc. Ha cominciato Trump. Se vuoi sapere come la pensa un politico, vai su Youtube e te lo vedi. A che ti serve il giornalista che registra e riporta a modo suo quanto dice un politico? Anzi, alle volte di un intero discorso, articolato, i giornalisti prendono solo una frase e ne stravolgono il senso. Normale che un politico si incazzi e si rivolga direttamente alla sua platea, senza filtri di mezzo.

Evidentemente il valore aggiunto dei giornalisti non copre la spesa del quotidiano. Punto. Se pensate che é stato un ragazzo con un blog a svelare le rotte delle ONG (non giornalisti strapagati), capite quello che intendo. Siccome i giornalisti non forniscono informazione utile, la gente spende i soldi in altro e cerca l'informazione on-line. In rete ci sono eccellenti blog che sono gratuiti e che riportano informazioni con una pluralitá di visioni davvero superiori, e sono letti da persone mediamente molto piú istruite e critiche di quelli che leggono i giornali. Se si conosce l'inglese, poi, si apre un panorama vastissimo di contro-informazione.

E le fake news? i giornaloni tuonano contro le fake news e dicono che le fake news infestano i social. Vero. Ma non é che i giornali ne escano indenni. Vediamo due casi esemplari di fake news megafonati dai giornaloni autodefinitisi attendibili.


  1. Attacco con il gas fatto da Assad - fake news da parte di tutto il gruppo Espresso, Repubblica in primis.
  2. Legami Trump con Russia per vincere le elezioni - fake news globale


Peró quando si tratta della regia francese dietro gli attacchi alla Libia, i giornaloni tutti zitti, anzi, dicevano che erano le solite menate da complottisti. Il fatto che il franco FCA fosse la rovina per il centro-Africa, e che la valuta ancorata all'oro voluta da Geddafi avrebbe scalzato il franco africano, non sono stati mai visti come elementi pilota per la guerra di Sarkozy in Libia.

No, mai, nonostante le evidenze emerse nel 2016 (pubblicate, ancora una volta, su un blog indipendente). Anzi, tutt'oggi nel 2019 giornali come ilsole24h, ancora insistono col dire che il franco africano non penalizza le economie africane! Ma come si fa a leggere simili puttanazze e comprare pure il giornale?!

Quindi perché leggervi, cari giornalisti strapagati dei giornaloni, se non sapete fare il vostro lavoro di indagine ma solo i megafoni dell'editore di turno? Non servite a niente.












mercoledì 12 giugno 2019

[Video] Gli "esperti" di economia da talk show

Ma quanti esperti di economia ci sono in giro?

Ogni volta che guardiamo un talk show, e si invita un sedicente economista, guarda caso questo "economista" ha opinioni su tutto: minibot, lavoro, deficit, debito pubblico, tasse, etc.

Ora, usiamo un po'di logica e buon senso.

Secondo voi, un dentista (dottore) ha competenze per parlare di problemi ormonali (che spettano ad un endocrinologo) o disturbi mentali (competenza dello psichiatra)?
Direi di no. Un  dentista ha conoscenze di base su ormoni e cervello, frutto di studi in medicina, ma non può essere invitato ad un talk show a parlare di cose mediche che non gli competono.

Idem per un ingegnere. Io sono ing. elettronico, ma certo non mi metto a parlare per ore di strutture portanti primarie o secondarie (compito dell'ingegnere strutturale), di problemi di produzione di circuiti stampati (oggetto dell'ingegnere di produzione o di materiali e processi). Sí, ho conoscenze anche di strutture, di materiali e processi, ma anche in tema di elettronica, se devo informarmi in merito a specifici problemi di packaging di un integrato, devo ricorrere all'esperto.

Quindi ingegneria e medicina hanno esperti che lavorano e forniscono opinioni qualificate nel loro specifico settore di competenza.

Perché nei talk show fanno parlare su temi macroeconomici e monetari tale Boldrin, che si occupa di microeconomia e sviluppo tecnologico (qualunque cosa significhi 'sta qualifica)? Tra l'altro si era messo insieme a quel mentitore seriale di Oscar Giannino con quel progetto scassato "fermare il declino", finito giustamente nella pattumiera della storia dopo due nanosecondi dalla nascita.

Perché intervistano Federico Fubini, membro tra l'altro della Open Society Foundation di George Soros (giá dice molto sulla sua inesistente onestá intellettuale, con la storia non raccontata dei bambini morti in Grecia), che scrive offese all'intelligenza come questo articolo?

La risposta ce l'avrei pure ma la ometto per evitare querele.

Quindi, quando sentite parlare gli economisti, googlate il loro nome e vedete che esce fuori.
Questa é la prima barriera alla disinformazione.

Altra cosa: la realtà dice molto di più della teoria.

L'economia non é scienza esatta, é scienza sociale. Se io metto in orbita un satellite per telecomunicazioni e il ricevitore si "frigge" perché non ha retto le radiazioni, so chi é il colpevole. Il design faceva acqua, il dato transistor non era stato controllato, etc.
In economia, é vero tutto e il contrario di tutto. Esistono teorie, tante teorie. Peró obiettivamente l'euro é stato un disastro. Si stava meglio prima della sua introduzione. E' un fatto. E infatti tutti i paesi stanno studiando exit strategies...just in case.

Quindi siamo immersi in un brodo di notizie e il lettore medio non ci capisce una mazza.

Ecco perché, se capite come nasce il denaro, avete la prima bussola.

La seconda barriera alla disinformazione é riconoscere la realtà per quello che é, NON piegare la realtá per accomodarci le teorie che ci propinano o avere vaghi sensi di colpa se il professorone vi dice che non avete fatto i compiti a casa.

La pre-domanda da farsi é: i compiti assegnati sono sensati? giustificano lo sforzo? il professorone ha le competenze necessarie per imporre questi compiti? Vedrete che con queste domande viene giú tutta l'eurozona per come é stata architettata. Perché la ricerca delle risposte vi porrá davanti a tutta una serie di veritá che saranno come schiaffi in faccia.

Dolorosi, ma servono a crescere.

A me alcuni "economisti" fanno ridere. In un problema ci sono 100 variabili ma siccome il modello econometrico é troppo complesso, allora ne fissano novantanove e ne muovono una sola, di variabile, e fanno un grafico. Per quella sola variabile! E ripetono il processo per le altre variabili.
Alla fine avete tanti grafici differenti: disoccupazione, inflazione, deficit/PIL, debito/PIL, partite correnti, tassi di interesse a breve, tassi di interesse a lungo termine, crescta del PIL, spesa delle famiglie, etc.

Tirano fuori i Documenti di programmazione economica e finanziaria e infatti non ci prendono mai. Non talvolta. MAI! Ci sono spesso errori del 500%. Eppure continuano imperterriti a usare le vecchie metodologie. E i giornalisti continuano a intervistarli, perché giornalisti, politici e certi economisti da salotto fanno parte dello stesso...salotto, appunto. E'una pesantissima inerzia informativa che fa solo danni ma esiste per ragioni storiche.

Ci sono poche verità economiche di fondo. Per dirne una: se il credito non viene creato, non vi puó essere attività economica. Se il credito si contrae, si va in recessione. Ecco perché il pareggio di bilancio in Costituzione é una cagata pazzesca. Voluta dai Tedeschi, ovviamente, che volevano essere sicuri di non avere competitor industriali, e noi abbiamo obbedito a pecorina.

Così funziona il mondo oggi. Ecco perché fanno i Quantitative Easing, per creare credito, non importa come il credito venga impiegato. Poi però nessuno vi spiega come mai i QE aumentano il gap fra ricchi e poveri e NON producono crescita nel lungo periodo. E quale é la commistione micidiale fra immigrazione fuori controllo (che l'economia NON misura) e quantitative easing: i due concetti sono strettamente collegati. Idem per i dazi di Trump alla Cina e il muro al confine con il Messico.

In questo video ci facciamo una chiacchierata da bar e parliamo di Trump, dazi, Cina, Wall Street, Giappone, globalizzazione e immigrazione. Ciliegina sulla torta: Bretton Woods e Blade Runner.

Until next time.

PS: parlando a braccio ho detto un milione di dollari al secondo. In realtá sono un milione al minuto.


























domenica 9 giugno 2019

[Video] Come il denaro viene creato: caso reale con un prestito

Si fa un gran parlare di Quantitative Easing, di Minibot, di Target 2, di riserve bancarie.

Tutti questi argomenti hanno un denominatore comune, che é importante capire.

Il denominatore comune é la creazione del denaro.

Fateci caso: nei giornali, inclusi i giornali finanziari, come ilSole24h, non é mai spiegato come nasce il denaro nelle banche, come viene distribuito, e la differenza fondamentale tra contante, minibot, pagamenti interbancari etc. La gente non ci capisce niente, e non la biasimo, se anche giornalisti preparati con laurea in economia come Porro dicono alle volte solenni fesserie, tipo questa qua al minuto 2:30 di questo video. Perché dice 'ste fesserie, ovvero perché i MiniBot in realtá sono tutt'altra cosa rispetto al Quantitative Easing? perché Porro non ha chiara la differenza fra riserva bancaria di una banca commerciale presso una Banca Centrale e Attivi di un bilancio nella banca commerciale. Ma questi discorsi sono troppo avanti rispetto al video di oggi.

Se seguite ExitEconomics, sapete che io insisto su poche ma fondamentali principi.

Primo: il denaro é essenzialmente informazione. Oggigiorno il denaro é credito, cioé viene creato dalle banche. Ho spiegato questo principio nel primo video del canale youTube Exitconomics. Per i piú formali ed esigenti fra di voi, parliamo di Teoria Endogena della Moneta.

Secondo: il denaro si porta sempre dietro un tasso di interesse, da pagare. Ho spiegato questo principio nel secondo video del canale Youtube ExitEconomics. Quindi denaro é credito. Credito, debito, denaro, soldi...chiamatelo come volete, la sostanza é quella.

Oggi approfondiamo il primo video, e capiremo meglio quando dico che il denaro é informazione. Vedremo infatti cosa succede quando il denaro viene creato e come entra nell'economia reale, offrendo la possibilità di spendere.

Faremo un esempio tratto dalla realtà: vado in banca a chiedere un prestito di 10mila euro. Cosa succede a quel punto nel MONDO reale?

Non dimenticate i commenti sotto il video! E se avete domande, critiche, suggerimenti, scrivete nei commenti, in modo che io possa trovare le comunalitá fra le domande e preparare dei video di chiarimento.
Non sono uno youtuber professionale, faccio altro per vivere per cui carico un video quando ho tempo, però sono rapido nel rispondere ai commenti.


Buona visione!











mercoledì 5 giugno 2019

Seimilacinquecentosettantadue

I commenti a questo articolo su Orazero.

Ieri sera ho dormito male.

Avevo negli occhi la foto di Noa Pothoven, la diciassettenne olandese che aveva deciso per il suicidio assistito. Sembra che i genitori l'abbiano lasciata morire, col placet implicito dei medici, che non avevano acconsentito a eutanasizzarla in una struttura specifica perché ancora minorenne. Già, in Olanda puoi fare domanda di suicidio assistito anche se giovanissimo.

E mi sono domandato: "Ma in che cazzo di paese sono andato a vivere, che consente ad una diciassettenne di morire?"

E poi: "ma quel pezzo di merda che l'aveva molestata, e anche violentata da bambina, che fine ha fatto? marcisce in galera oppure é in una allegra comunità di recupero o addirittura é libero e ha messo su famiglia?".

La seconda domanda non troverà risposta: questa ragazzina per anni non aveva raccontato ciò che le era successo. Né i giornali sembrano interessati a scoprirlo. Tra l'altro Noa aveva scritto un libro, dice, per aiutare i ragazzi. Solo che alla fine, proprio lei, non ce l'ha fatta e ha mollato.

Che razza di paese viene considerato Tripla A per la qualità dei titoli di Stato e lascia morire i propri figli?

Guardiamo all'Olanda come un Paese evoluto, dove la libertá decisionale dell'individuo é sacra, dove la droga leggera é ammessa nei coffee shop, dove gli arabi sono liberi di formare comunitá ghetto come a l'Aja perché c'é libertá di culto, dove la libertá di impresa é massimamente promossa, dove le tasse per le imprese sono al minimo storico e poi...


SEIMILASEICENTOSETTANTADUE casi di suicidio assistito nell'anno passato?

[Fonte: Statistic Netherlands]

Ora ve ne dico un'altra.
In Olanda il sistema sanitario é, di fatto, PRIVATO.
Quindi i medici di famiglia si trovano a gestire un budget annuale per le spese mediche che cercano di non far sforare.

Non sará per caso che, visti gli alti costi per le cure delle malattie e dei disturbi mentali, é piú facile risparmiare spingendo per il suicidio piuttosto che investire in attrezzature, psicofarmaci, medici e paramedici di supporto per esseri umani piú sfortunati degli altri?

Se metti la Sanitá in mano ai privati, e quindi alle assicurazioni, i casi disperati diventano fastidiose code gaussiane che incrementano sensibilmente i costi e azzerano i profitti. Soluzione buonista? Eccola: "siamo talmente evoluti e rispettosi della volontá del prossimo che ti suicidiamo, con tutti i comfort". Il fatto che in questo modo diminuiscono i costi per queste Assicurazioni é del tutto marginale, no?

Uno dirá: aspetta, non generalizzare, ci sono casi di neoplasie e malattie neurodegenerative che non lasciano scampo e l'eutanasia é un'atto d'amore e rispetto.

Vero.

Ma guardiamo ai dati: nel 2018, in Olanda, 205 casi di suicidio assistito per malattie nervose. Ci mettiamo dentro anche la depressione.

Ho conosciuto ragazze in Italia che avevano tentato il suicidio: furono prese per i capelli e portate in ospedale e hanno avviato un lungo percorso terapeutico.
Ora sono donne in gamba, con la loro famiglia. Certo, magari dovranno prendere psicofarmaci a vita, fare terapia, ma saranno persone che condurranno una vita normale e piena.

Che senso ha un paese che dice ai giovani: "Se non ce la fate, vi aiutiamo a levarvi di mezzo?"

Che esempio dá? Specie a quegli adolescenti piú fragili di altri che vedono un problema momentaneo come un ostacolo per tutta la vita?

Certo, le statistiche diranno che la gente in Olanda é felice: ovvio, se quelli profondamente infelici li levano di mezzo con leggi di Stato, le statistiche diranno che la situazione é migliorata.

Adesso hanno messo sui bancomat le immagini dei bambini scompars, primo caso al mondo.
Hanno fatto benissimo. Hanno avuto il coraggio di levare un velo su notizie che fanno accapponare la pelle. In Italia sparisce un bambino ogni settimana, e meno di uno su cinque viene ritrovato.
[Fonte]

Poi peró non si investe a sufficienza in strutture di supporto a chi, bambino, ha subito traumi e non ha piú recuperato. Ci sono casi di bambine violentate che poi si tolgono la vita, anni dopo, in Italia.
Ma non fanno notizia. Sui giornaloni "di sinistra" fa notizia invece che sono considerati nazisti quelli che promuovono la castrazione chimica.

Stiamo proseguendo su un crinale pericoloso, che ci porta dritti verso la negazione della vita: a breve, diranno che la cura contro il cancro per gli anziani non giustifica i costi per la collettivitá visto che l'aspettativa di vita residua é minuscola.

Numeri, non persone.
Statistiche, non popoli.

E, a scanso di equivoci, ci tengo a chiarire che non sono religioso. Profondamente laico, credo nella ragione professata dagli antichi greci come luce nell'oscurità, ma un bambino é il futuro e ogni risorsa va investita nella sua protezione e crescita.



domenica 2 giugno 2019

Come si finanziano le ONG che aiutano i migranti?

Nota: Articolo e commenti pubblicati su OraZero.

Leggiamo nei giornali che per attraversare il Mediterraneo dalla Libia occorrono migliaia di euro.
Duemila? Tremila? Mille?

Non lo sappiamo con certezza. Spesso nemmeno ce lo domandiamo.

E' paradossale che con decine di migliaia di sbarchi non si riesca ad avere una informazione QUANTITATIVA e ATTENDIBILE e quindi misurabile e confrontabile anno su anno del costo per km di traversata.

Sì, ci sono articoli sparsi in merito, ma un database aggiornato non si riesce ad avere.

Ed è una mancanza di informazione enorme, grave, perché non consente di capire la portata del fenomeno in termini economici e finanziari.

O forse sì?

Supponiamo che ogni migrante dalla Nigeria paghi 7mila euro per raggiungere l'Italia. E'una stima attendibile.

Questo significa che un piccolo gruppetto di 10mila migranti trasportati fruttano alla malavita, secchi, 7000*10000 = 70 milioni di euro.

E parliamo di quelli che ce l'hanno fatta ad arrivare in Italia. Ci sono africani che hanno pagato ma non ce l'hanno fatta. Quindi i 70milioni di euro sono una stima per difetto, perché magari su 10mila arrivati in realtá i migranti che hanno pagato sono 12mila, 15mila o piú.

Quant'é il salario mediano disponibile in Nigeria? Meno di 6000 euro annui. Più' vicino ai 5mila, a dirla tutta.
Di fatto, un nigeriano paga oltre un anno di salario LORDO totale per arrivare in Italia.

E' come se un italiano pagasse 35mila euro di biglietto per andare dalla Nigeria in Italia.
Una volta che abbiamo messo LE CIFRE  nella giusta prospettiva, adoperiamo la logica. Scopriamo che le cose si fanno interessanti.

Abbiamo detto che la malavita fa affari.
Perché prende i soldi dai migranti.

Giá, ma ai migranti i soldi chi glieli dá?

Qua su ExitEconomics, su ogni causa, ricerchiamo la causa prima della causa, e la causa prima della causa della causa. In ingegneria, si chiama Root Cause Analysis. Funziona alla grande, e la applichiamo in ogni contesto.

Supponiamo che il migrante lavori per pagarsi il biglietto.
Considerando paghe africane, dell'ordine dei due dollari al giorno, anzi siamo generosi e facciamo 4 dollari al giorno, che sono meno di 4 euro, anche senza mangiare, bere, dormire e vestirsi l'africano in questione impiegherebbe 6000/4=1500 giorni, cioè poco meno di cinque anni, per pagarsi il viaggio.

Chiaro che non è possibile. Magari qualcuno ce la fa, e risparmia dieci anni, ma in genere chi arriva qua in Italia è giovane e verrebbe pagato ancora meno di un adulto. E'poco credibile che abbia lavorato dieci anni per il biglietto. Sono fesserie che fanno a cazzotti con la logica.

Quindi possiamo escludere  il RISPARMIO come fonte finanziaria per l'acquisto del "biglietto".

Cosa rimane?

Il DEBITO.

Per esclusione, l'unico modo che hanno questi africani per pagarsi la traversata è ricorrere al debito.
Ora, chi diamine concederebbe credito a uomini (pochissime donne, mi dispiace per le sostenitrici delle quote rosa ma tant'è...) che lasciano il proprio paese? Soprattutto, quali garanzie, quali collaterali offrirebbero questi uomini per il credito che richiedono? una capanna? un pezzo di terreno non coltivabile?
Chiunque abbia contratto un mutuo o un prestito sa bene che la banca richiede un collaterale a garanzia dei soldi erogati (erogati, non prestati, la banca non presta un tubo, la banca CREA denaro, l'ho spiegato mille volte). Nel caso del mutuo, è la nostra casa: se non ripaghiamo il debito, la banca si prende la casa.

Quindi?
Quale banca concederebbe mai prestiti, gravati da un interesse, a queste persone? Le piccole banche che concedono microcredito prestano pochi dollari, non certo centinaia o migliaia, che sono l'equivalente del costo di una villa qua in Europa.

Ammetto che qua la mia logica si arena.

Rifletto: se non sono banche a prestare, si ricorre agli strozzini per avere i soldi.
Ma gli strozzini operano sul territorio e concedono piccole somme. E vogliono i pagamenti con gli interessi ogni settimana. In ogni caso il migrante deve lavorare sul posto per ripagare il prestito con gli interessi.

Anche l'ipotesi strozzini non funziona.

Poi ho pensato: e se esistessero società SPECIALIZZATE nell'erogazione di credito ai migranti per pagare loro la traversata? Chiaro che simili società non operano in Europa, dove in genere ci rivolgiamo alle Banche ordinarie per accedere ai finanziamenti. Ma laggiù in Africa, in Asia, lontano dai riflettori, magari esistono altre realtà e altri tipi di strozzinaggio finanziamenti su larga scala che noi non conosciamo.

E'una ipotesi audace. Già, perché significa che se queste società esistono, allora sono loro che indirettamente finanziano la malavita che gli africani pagano per la traversata. E soprattutto che i grossi mezzi di informazione le ignorano consapevolmente.
Se esistono, devono essere grandi, perché le migrazioni sono MASSICCE e interessano centinaia di migliaia o milioni di individui ogni anno. Quindi parliamo di miliardi di euro di prestiti.

Pensavo di avere torto, perché qualche giornale  avrebbe parlato (ah come ero ingenuo!) di organizzazioni in grado di muovere miliardi di dollari su territorio africano e asiatico ogni anno.

Poi ho scoperto questo video, e luce fu!


Questo giornalista, Franco Fracassi, ha due palle ipercubiche. Altro che Gramellini, Lerner, Saviano.
Questi sono i giornalisti di cui abbiamo bisogno! Ovviamente non hanno i giornaloni alle spalle e quindi sono misconosciuti.

Esistono società non-governative che muovono miliardi di dollari e prestano soldi agli africani per emigrare. Appositamente per emigrare.

Qua non parliamo di piccole ONG che affittano barconi per traghettare migranti dalle acque libiche ai porti italiani. Qua parliamo di società con ramificazioni finanziarie che muovono miliardi di euro da un capo all'altro del pianeta. Sono holding che gestisono banche, assicurazioni, infrastrutture per l'accesso ad internet, comprano e vendono immobili, rilasciano carte di credito, accendono mutui, operano nel settore macrocredito e in quello del microcredito. Per paesi sottosviluppati.

Dice il giornalista che nel 2016, dall'Europa sono volati in Africa 445 (quattrocentoquarantacinque) miliardi in un anno. Il giornalista afferma che la più grande di queste ONG, il BRAC é una holding registrata in Bangladesh e fa profitti per decine di milioni di euro ogni anno.

Sono diffidente per natura, non ci volevo credere per cui mi sono scaricato il bilancio del BRAC, del 2017.

Su ExitEconomics non scriviamo fesserie. Ci documentiamo.
Ecco, a pagina 72 e 73 di 116 del'annual report del Brac 2017, le cifre in soldoni.

  • Donatori: 141 milioni di dollari. 
  • Totali attivi: tre miliardi di dollari, con una crescita del 20% rispetto all'anno precedente.
  • Staff: circa 100mila persone nel mondo. Un mostro. 
  • Profitti prima delle tasse: 190 milioni di dollari. Dollari americani. 
Non ho potuto trovare i profitti netti dopo le tasse. Credo che parliamo di almeno 100 milioni di euro. Che vanno agli azionisti della BRAC.

Concentriamoci su una delle banche controllate dal BRAC, la BRAC Bank.
Performance finanziarie: +35% rispetto all'anno precedente. Una performance spettacolare.


Cosa dice il giornalista? che le famiglie povere si indebitano, e i villaggi i cui cittadini si sono indebitati per consentire ai loro figli più sani, più' disperati o più intraprendenti di emigrare. Queste famiglie poi cadono in disgrazia perché non riescono a pagare i debiti contratti e iniziano a svendere i pochi asset che possiedono. Ci sono suicidi, i terreni vengono espropriati, i villaggi passano di mano e finiscono in mano agli occidentali delle ONG.

Non ho modo di verificare se sono informazioni veritiere, ma per esclusione possiamo concludere che tra le varie modalità con cui i migranti si pagano la traversata, ci sono proprio i debiti contratti dalle loro famiglie con ONG come questa. Anche l'articolo del Corriere, infatti, menziona i debiti delle famiglie dopo aver raccolto le interviste dei migranti.

Quello che sappiamo per certo è che queste notizie non finiscono sui giornali che lodano invece il modello di accoglienza (pagato dagli altri) Riace. Modello che, messo alla prova delle urne nelle europee 2019, di fatto ha miseramente fallito: la Lega ha preso percentuali bulgare di voti in un paesino della Calabria! uno scenario di fantapolitica solo 3 anni fa.

Al di là delle belle parole ("noi del BRAC aiutiamo i migranti a cercare fortuna in Europa", e sul sito trovate fotografie di tante facce sorridenti) io penso la realtà possa essere molto diversa ed esista il concreto rischio che l'Africa e l'Asia vengano ulteriormente impoverite, privandole di braccia, menti e risorse, mentre i costi sono pagati dai contribuenti dei paesi occidentali, convinti di fare una buona azione. Dietro la scusa del microcredito alle donne dei villaggi, che é una piccola parte di queste attivitá delle ONG.

Si esporta democrazia a forza non con le bombe, ma con la finanza. Per ogni dollaro che il BRAC investe, dice che ne ritornano 5.40. Sí, ma al BRAC. Non alla collettivitá! Si dimenticano di menzionare i costi che l'Occidente si sobbarca per mantenere i migranti. Al BRAC conviene, agli immigrati conviene, all'Occidente? mah, stando ai risultati delle europee 2019, un dubbio mi verrebbe.

L'immigrazione è un affare gigantesco, non proprio trasparente, da centinaia di miliardi l'anno. Piú della droga o delle armi, come prospettive di crescita.

E' la nuova grande frontiera della finanza. Articolata, complessa, e invisibile pure nell'epoca dei satelliti e di internet. E' invisibile perché smuove denaro, e il denaro è informazione, quindi viaggia con pochi colpi di tastiera dalla Germania, o dagli USA, in Bangladesh. Difficile da vedere, a differenza di un barcone in mezzo al mare. Il barcone è solo l'ULTIMO tassello di un domino iniziato in uffici finanziari su un piano alto di un grattacielo all'altro capo del pianeta.

L'immigrazione è la frontiera del nuovo mercato del credito, credito al alto ritorno. E uomini intelligenti e senza scrupoli come i grandi speculatori internazionali l'hanno compreso da tempo, dai primi anni Novanta.

A noi, al popolo, hanno lasciato i costi del welfare e dell'integrazione di questi disperati mentre le banche di queste holding dell'immigrazione fanno profitti a palate. In una guerra fra poveracci per la fila al pronto soccorso e per ottenere il reddito di cittadinanza.

Il cerchio si chiude. Piano ben congegnato, non c'è che dire.

Per chiudere con la risposta alla domanda di inizio post: le grandi ONG si finanziano con donazioni e con attività bancarie e assicurative. Nulla di nuovo sotto il sole, ma è provato dai bilanci. E si tratta di cifre astronomiche.

Se volete capire come funziona l'immigrazione, ancora una volta dovete capire come nasce il denaro, come viene distribuito e come viene remunerato. Vi/ci tocca studiare.

Ultimo punto: chi sono i donatori che mettono a fondo perduto 141 milioni di dollari l'anno?

Pagina 57 del prospetto, nell'ordine:

  • Unione europea (pagano i contribuenti)
  • Regno d'Olanda (pagano i contribuenti)
  • Unicef  (pagano i contribuenti)
  • UNHCR (pagano i contribuenti)
  • USAID (pagano i contribuenti)

etc

Con le nostre tasse, indirettamente, finanziamo l'ONU e la UE che a loro volta finanziano le ONG che fanno profitti e li stornano agli azionisti privati.

A questo punto, facciamo diventare l'UE azionista pure lei almeno qualche spicciolo ci ritorna indietro!

Se il BRAC del Bangladesh fosse quotato in borsa, sarebbe un ottimo investimento da aggiungere nel proprio portafoglio titoli. Una gemma finanziaria in una paese sottosviluppato.

Tra qualche anno  studieranno queste ONG nei libri di storia, al pari della Compagnia delle Indie olandesi o della Compagnia della Lousiana.

Alla prossima.












venerdì 24 maggio 2019

La morale col portafoglio degli altri

Mi ricollego al breve e ottimo post di Alessia.

In sostanza, scrive Alessia, la BCE, Banca Centrale Europea, ha comprato

1) obbligazioni di stato
2) obbligazioni di societá private
3) titoli azionari di societá private

Dovete sapere che:

Il punto 1) rientra nella normale attivitá di una Banca Centrale.

Il punto 2) esce dal perimetro della normale attivitá.

Il punto 3) é cagare fuori dal vaso.

In altri termini, la BCE sta tenendo in piedi, artificialmente, delle societá private (multinazionali? quali? non é dato sapere) finanziandole con credito a basso tasso di interesse.

Per i diversamente economisti: questo significa che se io, azienda, cerco di trovare qualcuno che mi offra un prestito a un tasso di interesse basso, ricorro alla banca centrale anziché al mercato che magari a me non mi si fila. Anziché essere costretto a finanziarmi con un alto tasso di interesse perché sono un creditore poco fidato e chi mi presta il denaro mi chiede un alto tasso di interesse, ho l'amichetto BCE che mi tiene in piedi la baracca.
Quindi ho una sorta di paracadute che mi impedisce di fracassarmi il culo contro una roccia: se il finanziatore privato non c'é, ho qualche santo nella banca centrale europea che mi tiene i piedi sollevati da terra.

La FED questa cosa NON PUO' farla. Da questo punto di vista, gli Americani sono molto piú seri di noi.

E perché questa cosa della BCE é dannosa?
E'dannosa perché agevola alcune aziende coi grossi capitali e i giusti contatti in Europa, rispetto alle altre. Non solo: impedisce che aziende poco affidabili non vadano in bancarotta ma continuino ad avere bilanci sporchi che danneggiano le aziende sane.

Alla faccia della tanto sbandierata meritocrazia, trasparenza, produttivitá ed efficienza con cui ci fracassano i cabbasisi un giorno sí e l'altro pure.

Uno direbbe: beh, rendiamo pubblici i nomi delle aziende che hanno goduto di queste enormi agevolazioni.

Scrive Alessia: no, é secretato, dietro la scusa che questo creerebbe turbolenze nei mercati.

Belli miei, siete voi della BCE che avete alterato i mercati selezionando chi aiutare e chi no senza rendere conto a nessuno e ora fate la morale?

Ma perché la BCE si sarebbe sputtanata nel suo ruolo di arbitro imparziale facilitando alcune imprese anziché altre?

Per una ragione semplice.

AUSTERITA'. Promotrici: Germania e Olanda e Austria.

Facciamo un esempio.
La vostra casa passa dal valere, che so, 300mila euro a valere 500mila euro.
In poco meno di cinque anni.

E questo aumento non si é verificato perché vi hanno aperto accanto una fermata metro, un museo che attrae visitatori,o  hanno migliorato la viabilitá costruendo nuove strade, o creato un grande parco o aree verdi intorno a voi.

No. L'economia REALE, cioé la situazione intorno a voi, é rimasta pressoché immutata negli ultimi cinque anni. C'é austerity.

Quindi? Perché un tale aumento di valore dell'immobile?

Semplicemente la Banca Centrale ha concesso prestiti a basso tasso di interesse alle banche dietro collaterale di titoli di stato (cioé le banche hanno detto alla banca centrale: "se non riesco a ripagare i prestiti tanto hai i titoli di Stato che ho comprato io a garanzia del prestito") e con questa MONTAGNA di soldi (chiamata quantitative easing) le banche hanno acquistato immobili e azioni.

Hanno cominciato a comprare immobili al centro della grande cittá; siccome le case hanno preso ad acquistare valore, perché ce ne erano meno a disposizione, la gente si é affrettata a comprare, prima al centro, poi, quando i prezzi al centro erano diventati impossibili, in periferia.

L'onda lunga della speculazione, attivata dalla banca centrale, é arrivata fino al vostro quartiere.

Le banche hanno prestato soldi a imprese? no, vedete negozi che chiudono e le aziende assumono solo con contratti precari perché esse stesse non sanno se sopravviveranno.
Lo stato ha migliorato i servizi con i soldi raccolti? no, non puó fare investimenti perché c'é austerity.

Peró le case sono aumentate di valore oppure hanno tenuto botta rispetto ai salari che sono rimasti al palo o sono crollati.

La gente, quelli che hanno casa, si sente piú ricca (o meno povera) e spende di piú nei consumi perché mantiene un po'di fiducia nel futuro.


Questo nuovo mondo in cui viviamo non é piú capitalismo, dove il capitale viene raccolto e REINVESTITO (qua gli investimenti non si fanno piú), ma CREDITISMO. Se c'é credito a basso tasso di interesse, si va avanti, a VISTA. Come i marinai che scrutavano il mare in cerca di Iceberg nel film Titanic.
Si va avanti, ma senza progetti a lungo termine, senza grandi investimenti, senza una vera prospettiva, nell'ansia della prossima crisi che verrá.

Alla prossima.






domenica 19 maggio 2019

Cos'è la globalizzazione e come é nata?

Si fa un gran parlare di globalizzazione.

La si accosta a:

1) Grandi banche
2) Emigrazione di talenti
3) Soros
4) Immigrazione di africani e poveri
5) Sinistra vs. destra
6) Progressisti a favore e Nazionalisti contro
7) Delocalizzazione
8) Licenziamenti
9) Debiti irripagabili
10) Precariato

e via discorrendo.

Questo post è sintetico. Potrei scrivere per ore su ognuno dei punti sopra. Vi fornisco una definizione di globalizzazione da usare con i vostri amici, parenti e conoscenti. E vi mostrerò come spiegare, in modo organico e coerente, tutti e 10 i punti sopraelencati. Almeno inizierete a farli ragionare.

In una sola frase: la globalizzazione é il trasferimento di tanto denaro da un punto all'altro del pianeta senza ostacoli.

Quando si trasferiscono milioni o miliardi di dollari, o euro, da un continente all'altro, si creano asimmetrie enormi. Il capitale che prima serviva a costruire infrastrutture e fabbriche nel paese di origine, esempio Italia o USA, improvvisamente "evapora" nel posto in cui veniva solitamente prodotto e distribuito. Esso finisce all'altro capo del mondo, esempio Thailandia o Cina, e sarà laggiù che verranno costruite infrastrutture e fabbriche. Tanti operai in Italia non serviranno più perché non ci sono più le fabbriche.

Ecco spiegati i punti 7) Delocalizzazione e 8) Licenziamenti.

I pochi capitali rimasti nel paese inizialmente ricco, per esempio Italia o USA, per trovare decenti margini di profitto hanno bisogno di avere un basso costo del lavoro. I capitali sono pochi per investire in ricerca e sviluppo, ma se pago poco l'operaio riesco comunque ad avere margini di profitto, seppur esigui.
Quindi ho bisogno di manodopera a basso costo.

Ecco spiegato il punto 4) Immigrazione di gente povera, che si accontenta di salari minimi e di lavorare senza costose garanzie per il datore di lavoro.

Per spostare i grandi capitali occorrono grandi banche che abbiano le risorse per gestire negoziazioni internazionali. Non solo, le banche raccolgono capitale da poter investire in strumenti finanziari laddove questi sono piú redditizi, magari dall'altro capo del pianeta.

Ecco spiegato il punto 1) Grandi banche.

La classe media del paese di origine ha studiato e mandato i figli a scuola per imparare a fare l'ingegnere o l'operaio specializzato. Ma se le fabbriche chiudono, che fanno questi qua?
Emigrano o sono precari, spostandosi di volta in volta dove c'é un po'di buco di lavoro da coprire.

Ecco spiegato i punti 2) emigrazione di talenti (chiamata fuga di cervelli) e 10) Precariato locale.

LA sinistra ha sempre mandato i figli ad occupare posti da impiegati nella PA. La globalizzazioni li ha toccati marginalmente. Occupano posti dirigenziali nella PA italiana ed Europea. Quelli della destra, per definizione sono piccoli imprenditori e sono stati massimamente colpiti dalla globalizzazione in Italia e in tutti gli altri paesi occidentali.

Ecco spiegati i punti 5) e 6): DX. vs. SX, progressisti vs. nazionalisti.

I grandi imprenditori fanno affari producendo dove il costo del lavoro é bassissimo (fai una Nike in Vietnam con 5 dollari) per poi rivendere in paesi dove c'è ancora ricchezza privata (rivendi la Nike in Italia o USA a 110 dollari o 110 euro).

Ecco spiegato il punto 3): Soros e i grandi finanzieri e imprenditori sono a STRA-favore della globalizzazione.

Per mantenere uno stile di vita cui erano abituati con il loro genitori, i nuovi figli della "classe media" sono costretti ad indebitarsi. Il loro reddito non consente di ripagare i costi ora esorbitanti di universitá, case e affitti.

Ecco spiegato il punto 9), Debiti irripagabili.

La globalizzazione ha mandato in frantumi i classici sindacati, che sono accentratori, basati sul posto fisico della fabbrica, mentre i nuovi lavori sono spesso nei servizi o addirittura "virtuali".
Il sindacato promuove la globalizzazione (accogliamo i migranti e diamo loro telefono, medicine, cibo e un tetto) ma ne è da questa divorato. Sono così stupidi che non ci arrivano. Ecco perché ormai solo i pensionati ne fanno parte, o quelli della PA.

Un sindacato debole ha consentito ai grandi imprenditori e finanzieri di fare il brutto e cattivo tempo e di ricattare gli Stati; il Soros o l'Agnelli o il Krupp di turno tuona contro il politico, cui ha pagato la campagna elettorale:  "Se non mi abbassi le tasse, delocalizzo in Vietnam o Slovacchia e tu politico stai col culo per terra perché la gente incazzata ti viene a cercare sotto casa".
Da qui la guerra fra stati persino appartenenti ad una stessa comunità economica, es. l'Unione Europea, di fare a gara a chi abbassa di più le tasse alle imprese, vedi Irlanda o Olanda, accettando immigrazione incontrollata e aumentando i disordini sociali.


Come é nata la globalizzazione?

In realtà c'é sempre stata, anche se su scale diverse. Prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, il mondo era più globalizzato di oggi (rispetto al PIL). Vedi milioni di europei semi-analfabeti che andavano a LAVORARE (ripeto: lavorare e senza garanzie di sorta) negli USA o in America Latina Le asimmetrie economiche che ne nacquero concorsero allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
La Prima Guerra Mondiale decretò la fine della Sterlina e la nascita del Dollaro come valuta di riserva.

Oggi è grazie ad Internet che la globalizzazione ha raggiunto le vette che ha raggiunto, e per mezzo della tecnologia si è arrivati ad un eccesso di produzione dappertutto.
Seguite ora il ragionamento, per passi:

A) Con internet, l'informazione non ha confini.
B) La globalizzazione si basa su capitale che viene spostato senza problemi di confini.
C) Il capitale, cioè i soldi,  viene creato dalle banche come vi ho spiegato in altri post. E'semplice informazione, creata digitando sulla tastiera di un computer.

A) + B+ C) = Enormi quantità di capitale creato dalle banche e distribuito sotto forma di informazione senza confini grazie a internet  = Globalizzazione


giovedì 16 maggio 2019

Andarsene dall'Italia


Post pubblicato e commentato su OraZero.

Ci tengo subito a chiarire un punto importante.

Quelli che dicono "io resto per il mio Paese" sono dei bugiardi ipocriti. Semplicemente, o non hanno trovato il lavoro giusto all'estero, o stanno bene come stanno (e fanno benissimo a restare), o stanno male dove stanno ma non vogliono eradicarsi da una situazione scomoda ma "comoda". In ogni caso, sono scelte personali.

Per tutti quelli che, come me, considerano l'Italia invivibile per
1) qualitá dell'istruzione ai fini della ricerca di un lavoro non sottopagato
2) burocrazia
3) tasse
4) difficoltá di farsi valere senza ricorrere alle raccomandazioni
5) difficoltá a trovare un posto di lavoro ben remunerato senza avere alle spalle parenti e amicizie giuste nella Pubblica Amministrazione
6) Magistratura (non perché siete condannati, ma perché vi fa schifo la magistratura italiana per come decide le sorti politiche di un paese)

ho preparato un vademecum, una checklist di osservazioni e domande da porsi prima del grande passo.

Mi rivolgo in particolare a chi ha famiglia e non é una carica libera che puó muoversi come gli pare tanto ha/hanno le spalle coperte da mamma e papá e se le cose vanno male torna in Italia mentre scopa in giro per il mondo. Quindi, non ci interessiamo di ragazzi che fanno stage qua e lá o lavoretti qua e lá in Europa per "fare esperienza". Fanno benissimo, ma sono "out of scope" in questo mio post.

Inoltre, NON considero quelli che lavorano con le ambasciate o hanno il culo protetto dall'azienda che li manda per qualche anno all'estero, tutto pagato.

No! Voi vi licenziate dall'attuale posizione in Italia, cambierete lavoro, societá e paese. Sarete soli e conterete solo sulle vostre forze.

Se le cose all'estero vanno male rischiate di finire col culo per terra ed é bene che ragioniate su tutti i contro e i pro prima di lasciare una situazione che conoscete (anche se vi va stretta) per una situazione nuova che non conoscete.


1) Non pensate di essere troppo vecchi per andarvene. Non date retta alle persone negative intorno a voi. La domanda corretta semmai é: per gli obiettivi che mi prefiggo di ottenere in un altro paese, ho i requisiti giusti, inclusa l'etá?

2) Ho una famiglia: se parto e vado da solo, i costi di vitto e alloggio, e i costi emotivi per la lontananza, sono giustificati dai benefici economici e dal nuovo lavoro?

3) Ho una famiglia e me la porto dietro perché non posso vivere senza i miei affetti. Conosco il sistema scolastico del paese dove vado a vivere? Siccome mia moglie non troverá subito lavoro ma dovrá imparare la lingua del posto, con il mio solo reddito ce la facciamo a vivere bene per i primi 5 anni?

4) Ho figli piccoli: nessun problema per l'adattamento. Anche in paesi con lingua ostica per gli italiani (Olanda, Germania, Polonia, Ungheria).

5) Hai figli adolescenti? Questa é difficile. Perché i ragazzi hanno giá amicizie e costruito radici, e parlare una nuova lingua in un nuovo ambiente, a meno che non si frequentino da tempo scuole internazionali, puó portare a crisi familiari importanti. E'un rischio che non va preso sotto gamba. In questo caso, suggerisco di andare da soli e considerare i rientri nel fine settimana. Ovviamente il nuovo lavoro deve giustificare gli extra-costi dei viaggi e della nuova sistemazione. Parlatene con i vostri figli e ascoltateli attentamente. Spaventateli anche, informandoli delle difficoltá (ma anche delle opportunitá) che attraverserete per testare la loro determinazione a seguirvi.

6) Hai un partner/una partner con spirito di adattamento? questo é importantissimo. Tu lavorerai, tua moglie/marito no per alcuni anni, va messo in conto. Magari penserá solo ai figli. E sará sola/solo la maggior parte del tempo a casa. Specie se hai un partner che ha difficoltá a fare amicizie, ci possono essere crisi familiari dietro l'angolo. Conosco coppie che sono ritornate in Italia perché quello che non lavorava non reggeva la situazione. Specie se é la donna ad avere trovato lavoro  mentre l'uomo no e sta dietro ai bambini.

7) Sei pronto a dover affrontare le difficoltá senza una famiglia o una rete di amicizie storiche di appoggio? quando il bimbo sta male non ci sono i nonni o altri amici (specie i primi anni) ad aiutarvi, se avete difficoltá e volete parlare con un amico VERO davanti ad una birra non é possibile. C'é Whatsapp, c'é Skype, certo, ma sono palliativi. Di fatto se, come me, tendete a soffrire la solitudine lontano dagli amici, dovete parlare con voi stessi apertamente.

8) Sei disposto a lasciare l'Italia per tutto il resto della tua vita lavorativa o é solo un tentativo? Questo é importante. Se la risposta é affermativa, allora partite col piede giusto perché vi mettete in gioco davvero. Altrimenti, il rischio é che alla fine del periodo all'estero avete sí arricchito il curriculum, ma la vostra famiglia sará stata sballottolata qua e lá. E non é piacevole con figli non piú piccoli.

9) Con il tuo partner, fate l'elenco delle cose che non digerite proprio nella vostra attuale situazione, e le vostre aspettative future e, una per una, valutate se c'é possibilitá di miglioramento con il nuovo lavoro all'estero.

10) Hai abbastanza risparmi da coprire eventualmente le spese se stai due anni senza lavoro? Ragazzi, i risparmi sono importantissimi, sono un cuscinetto contro i problemi e gli imprevisti. Se la risposta é no, aspettate un po' prima di andarvene, mettete soldi da parte, a meno che non abbiate la MATEMATICA certezza che il posto di lavoro che vi aspetta oltreconfine offra tante (ma tante!) garanzie contro il licenziamento improvviso.

11) Con il tuo partner, fate un sopralluogo del posto dove pensate di andarare ad abitare. Spendete qualche giorno per trovare una sistemazione decente, per la vostra famiglia, PRIMA di muovervi dall'Italia definitivamente. Vedetela come una breve vacanza. Non sono soldi e tempo buttati. Sono un investimento! In pochi giorni spesi sul posto, prima di trasferirvici definitivamente, avrete la possibilitá di capire il VERO costo della vita, la qualitá delle strade, i tempi del traffico, il "mood"della gente, del possibile vicinato. Intervistate le persone, le mamme coi passeggini, i baristi, i taxisti. Piú informazioni raccoglierete, meglio sará per voi.

12) Conoscete il sistema sanitario del nuovo Paese? Un'assicurazione vi coprirebbe adeguatamente a costi sensati?

13) Con il lordo che sapete di ottenere, o pensate di ottenere, ci campate BENE tenendo conto di tasse, assicurazioni, spese di trasloco, spese sui consumabili, rinnovo targa auto, costi dell'auto, costi per lo sport di vostro figlio, costi del doposcuola, babysitter, etc?

14) Come é il trattamento pensionistico del paese di destinazione? Non é banale avere queste informazioni, ma saperlo in anticipo vi aiuta a capire i VERI costi della vita, perché potreste aver bisogno di una assicurazione o un piano pensione supplementare che in Italia non é contemplato. Questa cosa a me era sfuggita, per esempio, quando sono partito dall'Italia.

Infine, considerate questo: i vostri figli parleranno sí italiano, ma questo diventerá la loro seconda lingua. Se frequentano le scuole locali, avranno amicizie locali, parleranno per il 95% del loro tempo la lingua locale, e, come nel caso di mio figlio di 9 anni, tiferanno l'Ajax e non la Roma.

Se decidete di lasciare l'Italia, lo fate per i vostri figli, per dare piú opportunitá a loro che se foste rimasti in Italia. Lo fate piú per loro che per voi stessi. Sia chiaro.

mercoledì 1 maggio 2019

[Video] Debunking di una fake news: il contante NON é un problema

Nella prima puntata di Economia for Dummies abbiamo visto, usando semplicemente la logica e senza rimbalzare fra un documento o un video di questo o quel supposto esperto economista, che le banche commerciali NON prestano un bel niente: le banche creano denaro dal nulla.

Piú precisamente, creano credito.

Cosa é il credito? é denaro emesso da una sorgente, chiamata creditore, ad un destinatario, chiamato debitore, con sopra un tasso di interesse che il debitore é chiamato a pagare. Niente di piú.

Spesso useró il termine denaro, credito e debito in modo intercambiabile. Infatti sono la stessa cosa, da punti di vista diversi.

Tutto il denaro creato oggi é CREDITO. Si porta dietro un interesse.

Ripetiamolo insieme (repetita juvant):
  • il denaro che usiamo é CREDITO.
  • il denaro che usiamo é DEBITO.
  • il denaro che usiamo sono NUMERI in un registro con associato un NUMERELLO che é il tasso di interesse
Le banche creano denaro dal nulla quando erogano prestiti o mutui.

Ora, a quale DENARO stiamo facendo riferimento?

contanti? numeri in un conto corrente? banconote? le mitologiche riserve bancarie citate spesso a sproposito nei giornali e che nessuno capisce?

Oggi ci occuperemo di CONTANTI, e mostreremo:
1) perché i contanti hanno essi stessi un interesse nascosto. Questo lo dico io, ma non ho sentito in giro nessuno usare le mie argomentazioni. Vedremo...
2) perché i contanti NON rappresentano un problema per l'economia nazionale e mondiale
3) quali sono le probabili ragioni per cui si vogliono bannare i contanti nel mondo (sono molteplici, alcune molto sottili).

Tralasciamo oro, argento, metalli preziosi e criptovalute perché, ripeto, sono strumenti di investimento o speculazione, e non ce ne frega NIENTE per il nostro vivere quotidiano. Cé chi ha messo su societá di consulenza su questa fuffa delle criptovalute viste come il solo e possibile futuro. Al solito, i primi che sono entrati hanno fatto i soldi, quelli che sono entrati tardi (quando il bitcoin era a 20mila) hanno perso un sacco di soldi. Ma chi chiedeva commissioni per consulenze sul Bitcoin ha fatto comunque i soldi.
Questa storia vale per QUALSIASI nuova tecnologia alle prime fasi della sua introduzione. Un esempio terra terra é il seguente.
All'inizio del 2010  molta gente ha comprato azioni di un colosso della stampa 3D, 3D Systems Corporation, che aveva raggiunto i 100 dollari dai dieci verdoni iniziali (+1000%!). Molto hype, molta isteria, ma poi 3D Systems Corporation é ritornata velocemente ai 10 dollari ad azione iniziali.

Ora, io credo fermamente nell'Additive Manufacturing Layer (per i profani, 3D printing) perché rivoluzionerá l'industria, il retail e la logistica, cosí come credo nei benefici dello sviluppo dell'intelligenza artificiale, ma ció NON significa che mi ci butto a capofitto e che la considero IL futuro. Altri esempi sono le start-up per batterie che implementano il grafene, le industrie farmaceutiche che lavorano per curare l'Alzheimer, etc.

Idem, non ho nulla contro le criptovalute e l'oro, anzi, ben venga una sana diversificazione di portafoglio e la sperimentazione di nuove tecnologie come strumenti di investimento ad alto rischio, ma oggi adoperiamo ANCORA conti correnti e contanti per fare aquisti e pagare le bollette.

Nella puntata di oggi consideriamo come denaro solo i numeri nel nostro conto corrente e la cartamoneta (i contanti, cioé banconote e monete).

Useremo, per dimostrare le nostre tesi, pura e semplice logica suffragata da dati. L'economia deve essere cosa semplice, per non dare troppo credito alle sortite dei banchieri centrali. Sapete una cosa? a me questi banchieri centrali ricordano la Sibilla Cumana, che trascriveva le sue predizioni sul futuro, ispirate da comunicazioni con le divinitá, su foglie di palma che venivano disperse dal vento. La Sibilla di oggi é il banchiere centrale, le foglie di palma sono le interviste rilasciate e il vento é dato dalle parole spese dai giornalisti e dalle loro interpretazioni. Quando un banchiere centrale tossisce o cambia un punto e virgola, i giornalisti si affrettano a "interpretare" salvo poi non dire mai nulla. Parole al vento, appunto. Leccaculi fino allo sfinimento.

Buona visione. Iscrivetevi al canale ExitEconomics su Youtube e tenetevi aggiornati su OraZero.