venerdì 29 marzo 2019

Spesa Pubblica Produttiva e Crescita

Questa é la terza parte di un approfondimento che ho voluto fare per mettere in relazione la crescita di lungo periodo di un Paese con gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&D).

Nella prima parte, vi ho mostrato che tra le prime trenta compagnie che fanno massicciamente investimenti in Ricerca e Sviluppo veiamo imprese tedesche, sudcoreane e, in misura molto minore, olandesi. Per il resto, é un predominio assoluto statunitense.

Finora.

Dico finora perché, nella seconda parte, vi ho fatto vedere gli investimenti in Ricerca Base nel mondo, con la Cina che ormai ha sorpassato gli USA. Abbiamo altresí visto che gli investimenti in R&D sono massicciamente finanziati dagli stati: leggasi debito pubblico, spesa in deficit e tasse.

Quindi, sfatiamo il primo mito:
Non sono le imprese private che fanno R&D. E'il governo che sovvenziona le imprese private che fanno R&D! Il governo le sovvenziona direttamente (per esempio, con commesse miliardarie) o indirettamente.
Sovvenzionare direttamente significa aprire appalti miliardari.
Sovvenzionare indirettamente significa che, per esempio, tutte le spese in Ricerca e Sviluppo sono deducibili, e i relativi ammortamenti per gli asset acquistati sono deducibili anch'essi: é questa la ragione per cui Amazon non ha pagato un singolo dollaro di tasse al governo degli USA nel 2018 - guardatevi il video, é spiegato benissimo); oppure come nel caso SpaceX, il governo USA mette soldi nella NASA, che storna una quota di questo enorme flusso di denaro verso SpaceX di Elon Musk.

Senza rubinetti del credito aperti, non si fa né scienza né tecnologia.

E siccome gli investimenti in R&D richiedono anni, talvolta decadi, prima di diventare remunerativi (pensate al GPS, agli schermi OLED, ad internet, ai transistor, alle comunicazioni digitali) ecco che generalmente é il governo che scende in campo per garantire investimenti di questa portata. E lo fa principalmente per assicurarsi un predominio militare. Si vis pacem, para bellum.

Se volete approfondire, c'é un libro scritto da una professoressa italiana residente in UK da una vita, Mariana Mazzucato, dal titolo  The Entepreneurial State, nel quale analizza varie tecnologie che non sarebbero state possibili senza massicci interventi statali. Parlo di VERA ricerca base, non di migliorie di un telefonino con una durata della batteria maggiore. Mi pare sia disponibile anche in lingua italiana. Non sono d'accordo su tutto, ma vale la pena dargli una letta sommaria perché sfata diverse idiozie tipo "solo i privati fanno innovazione". Stupidaggini. Il privato migliora ed efficenta tecnologie nate con il finanziamento pubblico. Proprio perché un privato non puó permettersi di fare scienza per la scienza. Perderebbe milioni prima di imboccare la via giusta, e potrebbe fallire.
Uno stato non puó fallire (...emh..quasi mai) e puó, e deve, permettersi di investire in ricerca pura.

In parole povere: la spesa pubblica produttiva é quella che finisce in universitá, centri di ricerca e industria. Senza se e senza ma. Perché garantisce un aumento della produttivitá, impieghi meglio remunerati, ritorni da brevetti e copyrights, popolazione piú istruita, universitá che richiamano l'eccellenza. E' un circolo virtuoso che si autoalimenta.
L'alternativa é mantenre un'industria asfittica, che paga per usare brevetti altrui, diventa un centro manufatturiero mentre il vero know-how resta in mani estere, e rimane competitiva solo perché abbassa i salari.
Vi ricorda un paese in particolare?

Torniamo all'oggetto del post. Tendo a divagare perché godo per aver capito, dopo 7 anni che studio economia e finanza, il legame tra deficit delle partite correnti USA, riserve estere cinesi e numero di brevetti, con conseguente variazione della produttivitá e pernicioso legame tra basso costo del denaro e imprese che non innovano. E perché é aumentata tanto la disuguaglianza in Europa e USA negli ultimi dieci anni.

Mi devo decidere ad aprire un canale Youtube, quando ho tempo. Tra i vantaggi, c'é la possibilitá di filtrare via i commenti che non c'entrano una mazza col post/video in oggetto. Se a qualcuno fischiano le orecchie....

ORA, esiste un'altra metrica, oggettiva, che consenta di capire i ritorni industriali dovuti ad investimenti in Ricerca e Sviluppo?
Certo che esiste, ed é il numero dei brevetti che un paese produce.
Un brevetto, patent in inglese, non é un pezzo di carta con sopra descritta una invenzione: se la tecnologia che c'é sotto é vincente, assicura ritorni finanziari per anni e anni e anni a venire. Oltre ad un vantaggio strategico che diventa difficile colmare per gli altri competitor (solo quel frescone di Nikola Tesla poteva gettare alle ortiche le sue geniali invenzioni dando via per quattro soldi i brevetti a squali finanziari come Edison, Westinghouse e JP Morgan: non l'avesse fatto, sarebbe stato l'uomo piú ricco della sua epoca, piú di Rockfeller).


Guardate questo grafico:



E'il numero di brevetti nel 2016 certificati, per ogni paese. La Cina fa sparire tutti gli altri.
Il Giappone, comq, nonostante una popolazione che é un terzo di quella americana, se la batte con gli USA. Impressionanti i coreani, in relazione alla popolazione. EPO non é la droga dei ciclisti, ma é l'ufficio brevetti europeo (la sede é poco lontano da casa mia, qua in Olanda).

E ora le cose si fanno interessanti.
Ecco il trend dei brevetti, per paese.



Notare la crescita verticale dei cinesi.

Ed ora i soldi in R&D che ogni paese mette a disposizione (dalla scorsa puntata).


Anche in questo caso, la Cina ha una traiettoria micidiale verso l'alto (curva rosa)

In altri termini: la Cina investe massicciamente, attraverso enti pubblici, universitá e aiuti alle grandi imprese, in tecnologia, e i brevetti registrati esplodono.

Sic et simpliciter.

Come fa la Cina? E'un sistema complesso. Strategie di lungo periodo in primis: la Cina manda i giovani piú promettenti a studiare nelle migliori universitá, spesso straniere, e lo Stato finanzia i migliori, anche se nati da famiglie povere; sfrutta la manodopera a basso costo per inondare il mercato americano di prodotti; con i dollari che ottiene compra i titoli di stato americani, li riconverte in Yuan, tiene il tasso di cambio basso stampando Yuan, costruisce e reinveste nel territorio. Ha vocazione fortemenre nazionalistica, il bene comune viene prima dell'interesse individuale, sposta centiania di milioni di persone dalle aree interne rurali alla costa.
Si sta comprando l'Africa: leggete il mio articolo Mandarini Neri per farvi un'idea.

La Cina é democratica? per i nostri standard, no.
Facciamoci due domande: le nostre supposte superiori democrazie, reggeranno il passo? o la crescita della Cina é solo fumo, e destinata a implodere, come il modello giapponese degli anni '80 (quello che sotto sotto speriamo tutti noi europei e americani)?






giovedì 28 marzo 2019

USA, EU e Cina: chi vince in Ricerca e Sviluppo

La scorsa volta abbiamo visto che tra le prime trenta imprese che fanno innovazione al mondo, ce ne sono pochissime europee.
La Corea del Sud piazza Samsung ed LG, la Cina non é facile da quantificare.
Italia assente.
Gli USA sembrano dominare. Perché?

Due ragioni;

1) gli USA investono quantitá enormi di risorse in Ricerca e Sviluppo (R&D)
2) negli USA puoi fallire, riaccordarti con la banca sulla modalitá di pagamento del prestito precedentemente contratto, e ripartire. Il tutto senza avere la stigma del perdente come in Italia e in buona parte dell'Europa. Henry Ford fallí DUE volte prima di imboccare la strada del successo. Pensate voi se fosse stato castrato dalle leggi italiane. Thomas Edison, Walt Disney sono altri nomi eccellenti che fallirono prima di conseguire il meritato successo.


Quindi, da un lato negli USA c'é un forte supporto normativo per le start-up: per darvi un'idea, solo una start-up su dieci sopravvive dopo 5 anni. Dopo altri 5 anni, di quelle giá, sopravvissute ne sopravvive solo una su cinque. I primi dieci anni per una start-up sono equivalgono all'attraversamento della valle della morte.

Ma in questo post siamo interessati ai soldi che il Governo degli USA, e le imprese private, mettono in R&D.
E faremo il confronto con la situazione in Europa e Cina.

Chiariamo un punto importante: Ricerca e Sviluppo é un termine vago.
La parte piú importante, é la ricerca base (basic research, BS). Venticinque anni fa, quando c'erano ancora i tubi a raggio catodico e gli schermi LCD erano ancora costosi e poco performanti,  LG si mise a studiare le proprietá degli schermi OLED. Ricerca base: capire le proprietá e valutare se era possibile sfruttarne le potenzialitá.
Venti anni fa gli OLED divennero ricerca applicata (applied research): cioé si era capito come sfruttare gli OLED. Il problema era l'abbattimento dei costi di produzione, capirne le performance in chiave di scalabilitá. Date un'occhiata a questo articolo del 2003, scritto da un mio collega per il sito di Lithium.it (in italiano, eravamo forti, ci trovate articoli di tecnologia scritti anche dal sottoscritto).

Si é passati poi alla fase di sviluppo sperimentale: cioé venivano costruiti modelli matematici supportati da prototipi, costruiti decine di modelli di qualifica, per il test, la verifica e la validazione.

Pensate che LG abbia fatto un dollaro durante quegli anni? no. Erano COSTI. Enormi costi. Ma costi con un ottimo ritorno di investimento: guardate al ritorno di oggi, dove LG domina incontrastata nel mercato dei TV OLED in un mercato da decine di miliardi di dollari.

La Cina, una volta,prendeva i prodotti sviluppati dall'Occidente, li copiava e sfruttava il basso costo della manodopera per produrre copie meno affidabili da rivendere all'Occidente. Ora la situazione é cambiata: la Cina investe in ricerca base, ricerca applicata e ricerca sperimentale. E'leader nell'IA e nel 5G, e pure nella manifattura dei circuiti integrati.

Guardiamo questo grafico.

Il grafico ci dice quanto ogni paese ha speso in Ricerca e Sviluppo dal 1981 al 2015, in dollari.
Primi, gli USA, da sempre. L'EU segue (seconda curva dall'alto, a partire dal '95).
Guardate peró la Cina: ha una salita quasi PARABOLICA. E'probabile che giá nel 2018 abbia agganciato gli USA.

Ora, chi ci mette i soldi in Ricerca e Sviluppo? il governo o i privati?
Gli USA hanno costruito la loro supremazia tecnologica principalmente a cavallo della Seconda Guerra Mondiale (radar, missilistica, energia nucleare) fino alla conquista della Luna.
All'epoca, era il governo a finanziare la quasi totalitá della R&D: pensiamo ai fantastici Bell Labs che hanno partorito le basi dell'ingegneria delle telecomunicazioni digitale (sia lode a Shannon!). Pensiamo ad Arpanet, la madre di internet per come la conosciamo oggi.

Quella é stata spesa pubblica straproduttiva.

Ora la situazione sta cambiando. Il governo americano ancora finanzia indirettamente (vedi Space X di Elon Musk) la ricerca e lo sviluppo, ma adesso il peso si é piú spostato verso compagnie (o meglio, multinazionali) private. Guardate quest'altro grafico.


La curva blu mostra che a partire dalla crisi finanziaria del 2007, il governo sta cedendo il passo al privato nel finanziamento della ricerca base.
La ricerca base é quella piú a rischio di fallimento nel breve ma che procura un vantaggio strategico nei decenni futuri.
Un errore strategico MADORNALE, che minerá la possibilitá degli USA di mantenere il primato tecnologico nei prossimi lustri. Non c'é dazio che tenga, Trump o meno.

Pensate che gli USA stiano bannando il 5G di Huawei perché i cinesi sono spioni? sará, ma io sono dell'idea che fanno cosí semplicemente perché 1) non potrebbero piú essere loro a spiare gli altri e 2) perché tecnologicamente stanno dietro i cinesi sul 5G. E hanno bisogno di tempo per recuperare il terreno perduto. Una banale forma di protezionismo.

Il XXI secolo é il secolo cinese. Questi numeri non lasciano spazio ad altre interpretazioni. Anziché mettere dazi, gli USA dovrebbero ricominciare a spendere e spandere in Ricerca e Sviluppo.




mercoledì 27 marzo 2019

Europa tecnologicamente indietro e senza idee?


Il titolo é abusato, lo so, ma il punto é la fine dell’Europa delle idee.
Fatevi la seguente domanda: perché tra le maggiori imprese mondiali, quelle che operano nel settore dell’alta tecnologia e che innovano, non ce ne sta nemmeno una europea?
In Europa siamo diventati tutti cretini?

Sto per darvi un link.

Prima di aprire il link, dovete sapere che la metrica secondo cui una impresa é CONSIDERATA innovativa, puó essere o meno opinabile.

Arriva il link: Date un’occhiata a questa lista, stilata da Forbes. 
  • Tre le prime DIECI imprese, otto sono americane.
  • Tre le prime VENTI imprese, quindici sono americane. 
  • La prima impresa europea é la francese Hermes International, in 29a posizione.


Fa strano che una impresa come Intel non figuri nemmeno fra le prime cento e una impresa come Google (Alphabet) sia solo in 79esima posizione. Eppure é protagonista assoluta negli investimenti in intelligenza artificiale. L’italiana Luxottica, che fa lenti e occhiali, sta in 61esima posizione ed é l’unica italiana. Pensare che Luxottica faccia piú innovazione di un gigante come Google o di Intel é ridicolo.
E’evidente che la classifica é ridicola o, meglio, che sono opinabili i criteri per il ranking e le metriche utilizzate. Sembra piú seguire l’Hype del momento in Borsa o il fashion design che la vera innovazione tecnologica.
Decisamente piú attendibile é la classifica stilata da BCG.


  • Tre le prime DIECI imprese, otto sono americane (Google, Amazon, Apple, Microsoft guidano la classifica)
  • Tre le prime VENTI imprese, tredici sono americane.La prima impresa europea é la tedesca Adidas, in decima posizione. Sempre tedesche, Siemens (16a), Basf (12a), T-mobile (13a). I tedeschi piazzano 4 multinazionali fra le prime 20 nel mondo.
  • Tra le prime VENTI figurano le sud-coreane Samsung (5a) ed LG (18a)


Notare chi la fa da padrona, in termini di trend: l’intelligenza artificiale (AI), con impatti devastanti nel Supply Chain Management, nelle comunicazioni, nel manufacturing, nel retailing e nei servizi finanziari. 

Quindi, preparate I vostri figli a studiare materie differenti da quelle che noi abbiamo studiato e preparate voi stessi a vederli emigrare dall’Italia.

In linea generale, possiamo dire che chi investe in R&D lo fa soprattutto nel settore AI. Elaborazione dati su larga scala, modelli predittivi basati su machine learning, guide autonome, robotica, etc.
Ora, é imbarazzante vedere che se USA e Sud-est Asiatico se la battono, a noi europei a parte i tedeschi (Siemens, Bayer, BMW, Basf) non rimanga pressoché niente tra le prime trenta posizioni.
Italiani non pervenuti: ci battono pure i piccolo olandesi (Shell, Philips).
Il problema NON é italiano o, meglio, non é solo domestico.

Prima domanda: i cinesi dove sono?

Alibaba é in 23sima poizione, Huawei é in 48 esima posizione. Penso ció sia dovuto al fatto che la Cina é ancora un mercato piuttosto chiuso, e le informazioni che trapelano sono abbastanza poche. Ho giá scritto del Social Credit System cinese, che di fatto richiede un integratissimo e sofisticatissimo Sistema di gestione dell’intelligenza artificiale (riconoscimento facciale, dell’andatura nella camminata, uso dei social, della carta di credito, della puntualitá di pagamento di multe, bollette, esposti del vicinato al comune..). Eppure poco trapela fuori dai loro confini. I cinesi, per dirne un’altra, controllano la Volvo, pioniera nei sistemi di guida automatica.
Semplicemente, queste classifiche sono scritte da chi ha accesso all’informazione dei prodotti e tecnologie di imprese occidental: quelle cinesi (a parte Alibaba e Huawei) sono ancora poco note. Come per la reale quantitá di riserve in oro stoccate nei cavau della loro Banca Centrale,  i cinesi non amano fare troppa pubblicitá sul loro stato tecnologico.

Seconda e piú importante domanda: perché l’Europa é cosí sottorappresentata?

La spiegazione é semplice: burocrazia, tasse e mancanza di investimenti governativi in R&D. L’Europa delibera sulla curvature delle zucchine, ma deve rivolgersi ai cinesi per le piattaforme 5G. Sentiamo sempre parlare di banche, banche, banche, banche ma MAI di imprese che fanno autentica innovazione (Google, Facebook, Whatsapp, Amazon, Apple, Netflix,  hanno di fatto cambiato le nostre vite e abitudini sociali). Di fatto gli USA sono tra I posti migliori sul pianeta terra per avviare una start-up, eventualmente fallire, ricominciare daccapo, rifallire, e ricominciare.
In un prossimo articolo approfondiremo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo in Asia, Europa e USA. E vedremo come i cinesi ci stiano facendo letteralmente a pezzi (nel “ci” ci metto anche gli americani). Questi massicci investimenti cinesi, se proseguono a questo ritmo, faranno della Cina per il resto del XXI secolo quello che gli USA sono stati nel mondo durante il XX secolo: i padroni del pianeta. Non ci sono dazi che tengano.

lunedì 25 marzo 2019

Battaglie di civilità: perché sto con Salvini

Abbiamo un vice Primo Ministro e capo partito che in meno di un anno ha:

1) Ridotto gli sbarchi di oltre il 90%
2) Aumentato le espulsioni
3) Ottenuto l'estradazione in Italia un terrorista pluriomicida (Cesare Battisti) dopo trentacinque anni di insuccessi dei governi precedenti. E'notizia di oggi che Battisti ha ammesso quattro omicidi.
4) Lavorato per smantellare la Legge Fornero che si era portata dietro l'orribile e indegna (per un paese che si vuol dire civile) quota degli esodati, cioé cittadini italiani che erano fuori dal mercato del lavoro e dalla pensione.
5) Lavorato per la Flat Tax e per la semplificazione fiscale
6) Lavorato per la Legge sulla Legittima Difesa

In tutto ció, macina successi elettorali e viene studiato all'estero.
In tutto ció, ha contro, in ordine di importanza:

1) Magistratura
2) Giornali (Repubblica, La Stampa, Sole 24ore in primis)
3) Talk show e telegiornali
4) Think Tank di Sinistra
5) Commissione Europea ed Europarlamento (vedi trattemento riservato a Conte)
6) Centri Sociali


Dice quello che pensa e fa quello che dice. Quindi, per definizione della sinistra, é un rozzo sempliciotto affabulatore della pubblica piazza con derive fasciste.

Bene, io non sono ne mai saró fascista e penso che é grazie a uomini come Salvini, che agiscono canalizzando verso la politica di governo il malumore del Paese che produce, che non abbiamo gilet gialli o auto incendiate da immigrati di nuova o vecchia generazione come in Francia e Svezia. O movimenti neofascisti che si ispirano al secolo scorso, come in Germania.

Ha utilizzato il governo attuale, a maggioranza M5S, come "fionda gravitazionale" per far passare la visione leghista del Sistema Paese, un paese ostaggio della Magistratura e degli Avvocati che NON vogliono un sistema giuridico efficiente e al passo coi tempi altrimenti perdono potere e denaro.
Un Paese che ha bisogno estremo di infrastrutture strategiche e di manutenere quelle esistenti.
Un Paese che ha necessaitá di meno vincoli europei per il proprio sviluppo.
Un Paese che ha necessitá di cambiare i fondamenti dell'istruzione, visto che la Scuola é completamente distaccata dal mondo moderno e gli studenti, anziché adoperarsi per avere piú pc per studiare, e corsi di computer, di intelligenza artificiale e di nuovi materiali, perdono tempo a manifestare per accoglienza quando, usciti da scuola e universitá, non hanno uno straccio di lavoro e devono emigrare. E se fanno figli, li fanno a quarant'anni.

Un Ministro che ha fatto il nome di Soros in Parlamento, nero su bianco.
Un Ministro che ha detto chiaro in faccia alla Commissione Europea che preferisce italiani che facciano figli, che lavora perché possano permetterseli, anziché importare nuovi schiavi senza istruzione e con culture tribali dall'Africa che NON possono integrarsi in pochi anni.

A livello internazionale, promuove le alleanze trasversali con partiti di centro-destra, a forte vocazione nazionalista, che i think tank di sinistra con schifo chiamano fascistoidi e ultra-destra.

Ho giá scritto su come é nato Salvini. Quel post fu ripreso da Claudio Borghi Aquilini e Alberto Bagnai. I blog e i pensatori pragmatici e originali gli hanno fornito la base culturale; la Lega la base politica; la rabbia dei cittadini l'humus da cui attingere per cambiare il paese. Il M5S é un compagno di viaggio scomodo ma necessario, in questa fase. Le alternative sono peggiori, almeno finché il governo produce leggi. Se si blocca, allora giocoforza si andrá alle urne.

Questo mio post é per esprimere il mio totale sostegno a quest'uomo che ha dimostrato un coraggio da leone e una strategia politica fuori dal comune: nei fatti, non nelle chiacchiere.


PS: per quelli che mi criticano non per le idee ma per gli accenti, sappiate che ho tastiera inglese. Quindi circostanziate le osservazioni mirando alla sostanza, non alla forma.

lunedì 4 marzo 2019

Internet e la fine delle rendite di posizione

Sviluppatasi durante la fine degli anni Sessanta negli USA con il nome di Arpanet (la proof of concept risale al 1967), l'odierna Internet, basata sull'onnipresente protocollo TCP/IP (proof of concept nel 1975) ha cambiato il mondo in modalitá che nessuno si aspettava. Il premio Nobel per l'economia Krugman, nel 1998, in piena bolla dot-com, ebbe a scrivere: "La crescita di internet diminuirá drasticamente, come stabilito dalla legge di Metcalfe: il numero delle potenziali connessioni in una rete é proporzionale al quadrato dei partecipanti. La maggior parte della gente non ha nulla da dirsi! Entro il 2005, sará chiaro che l'impatto di internet sull'economia non sará stato maggiore di quello del fax."

Notare due cose: 1) Krugman non aveva capito l'applicabilitá della legge di Metcafe, peró la usa per dare fondamento scientifico alla sua cazzata (tipico dei premi nobel in economia)
2) Il fax é stato soppiantato dalle email e dalle email certificate, dai protocolli PGP e altri.
Qua in Olanda non ho mai visto un fax, per esempio.

Sebbene i concetti fondanti di Internet siano datati, é stato solo negli anni Novanta del secolo scorso che, per mezzo dei progressi nella miniaturizzazione della microelettronica e il conseguente crollo verticale dei costi di produzione dell'hardware e della fibra ottica, Internet é diventata ubiqua.

Internet ha spazzato via intere industrie, dalla piccola alla grande, ad esempio.
1. Agenzie di viaggio
2. Enciclopedie
3. Librerie
4. Produttori di mappe geografiche, tuttocittá, mappe turistiche
5. Videonoleggi
6. Riviste porno
7. Negozi di dischi e CD
8) Pagine gialle e pagine bianche
9) produttori di telefoni fissi (io non ne uso uno da anni)


E sta seriamente "amazonando" i piccoli e medi retailer, grazie alle vendite online; le sale cinematografiche; anche IKEA comincia a soffrire...

Mi voglio soffermare sulla carta stampata.
In particolare sui giornali cosiddetti di "informazione".

In Europa, dove si cerca di normare tutta l'informazione (i blogger fanno fake news mentre Repubblica é seria...sí sí come no), sopravvivono dinosauri come i giornali (e i film) sovvenzionati dai contribuenti.

Vediamo un esempio, e cioé i contributi dati ai giornali (trattasi di tasse che noi paghiamo e che servono a finanziare giornali privati che rispondono ad azionisti privati).
Nel 2017 i contributi DIRETTI all'editoria (lasciamo stare pure l'iva agevolata, tariffe telefoniche agevolate, spedizioni tramite corriere agevolate, etc) italiana sono stati di CINQUANTA milioni di euro.
Ecco i top four:

Avvenire (dei preti): 2,5 milioni (sono quelli che facevano la guerra a Salvini)
Italia Oggi (4,8 milioni) - economia
Libero (3.7 milioni) - destra
Manifesto (3 milioni) - siistra


E'giusto finanziare i giornali? In tempi lontani, credo fosse giusto. Dare la possibilitá a piccoli editori di fare contro-informazione era sacrosanto. Ma, al solito, il sistema é stato distorto producendo una larga ragnatela di abusi (e spesso truffe).
Oggi come oggi, ti apri un blog gratis.
Con pochi euro al mese, ti garantisci una connessione internet che ti offre accesso non al resoconto del giornalista sul discorso del premier: no, vai su Youtube, ti cerchi il discorso del Premier, e te lo ascolti per i fatti tuoi. Twitter consente, come ha insegnato Trump, di bypassare agenzie di stampa e normali filtri governativi.

Ai giornalisti scotta la sedia sotto il culo. Perché i veri giornalisti, quelli che fanno inchieste, che vanno sul posto (esemplare la rubrica del Giornale "gli Occhi della Guerra", pluripremiata) sono sempre di meno e tutti gli altri fanno "opinione"sugli stessi dati approssimativi che circolano ovunque. C'é un GRANDE bisogno di giornalismo di inchiesta. Ma é costoso, politically incorrect e fa paura ai politici.

Il livello dell'informazione é bassissimo, spesso inferiore a quello che si trova on line spulciando fra le news in inglese su Russia Today o Zero Hedge, che sono ottimi aggregatori di contro-informazione.

Ho visto Bagnai mentre facevo correvo in palestra, sul cellulare, l'altro giorno. Era intervistato dalla Gruber e da altri due giornalisti il cui QI non assommava a 100. Hanno il capo della commissione finanze in Senato al tavolo ma facevano domande da gossip politico (Salvini stacca la spina? la famo o no sta TAVVE? Ancora volemo uscí da sto euro? Visegrad non ci supporta) tranne che su questioni finanziarie e sul contesto su cui si basa il DEF.

Penoso.

E sono gli stessi giornalisti che godono di enormi privilegi anche in ambito pensionistico. Sono ovviamente a favore della globalizzazione (se tocca i posti di lavoro degli altri, mica i loro).

Internet, non un governo gialloverde, decreterá la fine di questo tipo di giornalismo. Perché l'utente pagherá per informazione di qualitá, attendibile, in grado di fornirgli elementi per decidere del proprio futuro, non questo brodo di informazione rimescolata e annacquata e spacciata per "opinioni".

Spielberg ce l'ha con Netflix perché dall'alto della sua boria non puó accettare che io mi veda il suo splendidissimissimo Jurassik Park seduto sulla tazza del cesso, e lo metto in pausa per pulirmi. No, é arte, devo andare al cinema. Pagare il parcheggio, pagare 8 euro per i pop corn. Quella é arte, mica the Punisher, vuoi mettere? Se é arte lo decido io, la collettivitá  e la Storia, non chi la produce.
Parimenti non é che se vuoi gareggiare per lo Strega non puoi far leggere il libro in metro perché non ci si concentra come si dovrebbe.

Spielberg, come la Gruber, sono per la globalizzazione, sí, ma degli altri.