mercoledì 12 giugno 2019

[Video] Gli "esperti" di economia da talk show

Ma quanti esperti di economia ci sono in giro?

Ogni volta che guardiamo un talk show, e si invita un sedicente economista, guarda caso questo "economista" ha opinioni su tutto: minibot, lavoro, deficit, debito pubblico, tasse, etc.

Ora, usiamo un po'di logica e buon senso.

Secondo voi, un dentista (dottore) ha competenze per parlare di problemi ormonali (che spettano ad un endocrinologo) o disturbi mentali (competenza dello psichiatra)?
Direi di no. Un  dentista ha conoscenze di base su ormoni e cervello, frutto di studi in medicina, ma non può essere invitato ad un talk show a parlare di cose mediche che non gli competono.

Idem per un ingegnere. Io sono ing. elettronico, ma certo non mi metto a parlare per ore di strutture portanti primarie o secondarie (compito dell'ingegnere strutturale), di problemi di produzione di circuiti stampati (oggetto dell'ingegnere di produzione o di materiali e processi). Sí, ho conoscenze anche di strutture, di materiali e processi, ma anche in tema di elettronica, se devo informarmi in merito a specifici problemi di packaging di un integrato, devo ricorrere all'esperto.

Quindi ingegneria e medicina hanno esperti che lavorano e forniscono opinioni qualificate nel loro specifico settore di competenza.

Perché nei talk show fanno parlare su temi macroeconomici e monetari tale Boldrin, che si occupa di microeconomia e sviluppo tecnologico (qualunque cosa significhi 'sta qualifica)? Tra l'altro si era messo insieme a quel mentitore seriale di Oscar Giannino con quel progetto scassato "fermare il declino", finito giustamente nella pattumiera della storia dopo due nanosecondi dalla nascita.

Perché intervistano Federico Fubini, membro tra l'altro della Open Society Foundation di George Soros (giá dice molto sulla sua inesistente onestá intellettuale, con la storia non raccontata dei bambini morti in Grecia), che scrive offese all'intelligenza come questo articolo?

La risposta ce l'avrei pure ma la ometto per evitare querele.

Quindi, quando sentite parlare gli economisti, googlate il loro nome e vedete che esce fuori.
Questa é la prima barriera alla disinformazione.

Altra cosa: la realtà dice molto di più della teoria.

L'economia non é scienza esatta, é scienza sociale. Se io metto in orbita un satellite per telecomunicazioni e il ricevitore si "frigge" perché non ha retto le radiazioni, so chi é il colpevole. Il design faceva acqua, il dato transistor non era stato controllato, etc.
In economia, é vero tutto e il contrario di tutto. Esistono teorie, tante teorie. Peró obiettivamente l'euro é stato un disastro. Si stava meglio prima della sua introduzione. E' un fatto. E infatti tutti i paesi stanno studiando exit strategies...just in case.

Quindi siamo immersi in un brodo di notizie e il lettore medio non ci capisce una mazza.

Ecco perché, se capite come nasce il denaro, avete la prima bussola.

La seconda barriera alla disinformazione é riconoscere la realtà per quello che é, NON piegare la realtá per accomodarci le teorie che ci propinano o avere vaghi sensi di colpa se il professorone vi dice che non avete fatto i compiti a casa.

La pre-domanda da farsi é: i compiti assegnati sono sensati? giustificano lo sforzo? il professorone ha le competenze necessarie per imporre questi compiti? Vedrete che con queste domande viene giú tutta l'eurozona per come é stata architettata. Perché la ricerca delle risposte vi porrá davanti a tutta una serie di veritá che saranno come schiaffi in faccia.

Dolorosi, ma servono a crescere.

A me alcuni "economisti" fanno ridere. In un problema ci sono 100 variabili ma siccome il modello econometrico é troppo complesso, allora ne fissano novantanove e ne muovono una sola, di variabile, e fanno un grafico. Per quella sola variabile! E ripetono il processo per le altre variabili.
Alla fine avete tanti grafici differenti: disoccupazione, inflazione, deficit/PIL, debito/PIL, partite correnti, tassi di interesse a breve, tassi di interesse a lungo termine, crescta del PIL, spesa delle famiglie, etc.

Tirano fuori i Documenti di programmazione economica e finanziaria e infatti non ci prendono mai. Non talvolta. MAI! Ci sono spesso errori del 500%. Eppure continuano imperterriti a usare le vecchie metodologie. E i giornalisti continuano a intervistarli, perché giornalisti, politici e certi economisti da salotto fanno parte dello stesso...salotto, appunto. E'una pesantissima inerzia informativa che fa solo danni ma esiste per ragioni storiche.

Ci sono poche verità economiche di fondo. Per dirne una: se il credito non viene creato, non vi puó essere attività economica. Se il credito si contrae, si va in recessione. Ecco perché il pareggio di bilancio in Costituzione é una cagata pazzesca. Voluta dai Tedeschi, ovviamente, che volevano essere sicuri di non avere competitor industriali, e noi abbiamo obbedito a pecorina.

Così funziona il mondo oggi. Ecco perché fanno i Quantitative Easing, per creare credito, non importa come il credito venga impiegato. Poi però nessuno vi spiega come mai i QE aumentano il gap fra ricchi e poveri e NON producono crescita nel lungo periodo. E quale é la commistione micidiale fra immigrazione fuori controllo (che l'economia NON misura) e quantitative easing: i due concetti sono strettamente collegati. Idem per i dazi di Trump alla Cina e il muro al confine con il Messico.

In questo video ci facciamo una chiacchierata da bar e parliamo di Trump, dazi, Cina, Wall Street, Giappone, globalizzazione e immigrazione. Ciliegina sulla torta: Bretton Woods e Blade Runner.

Until next time.

PS: parlando a braccio ho detto un milione di dollari al secondo. In realtá sono un milione al minuto.


























domenica 9 giugno 2019

[Video] Come il denaro viene creato: caso reale con un prestito

Si fa un gran parlare di Quantitative Easing, di Minibot, di Target 2, di riserve bancarie.

Tutti questi argomenti hanno un denominatore comune, che é importante capire.

Il denominatore comune é la creazione del denaro.

Fateci caso: nei giornali, inclusi i giornali finanziari, come ilSole24h, non é mai spiegato come nasce il denaro nelle banche, come viene distribuito, e la differenza fondamentale tra contante, minibot, pagamenti interbancari etc. La gente non ci capisce niente, e non la biasimo, se anche giornalisti preparati con laurea in economia come Porro dicono alle volte solenni fesserie, tipo questa qua al minuto 2:30 di questo video. Perché dice 'ste fesserie, ovvero perché i MiniBot in realtá sono tutt'altra cosa rispetto al Quantitative Easing? perché Porro non ha chiara la differenza fra riserva bancaria di una banca commerciale presso una Banca Centrale e Attivi di un bilancio nella banca commerciale. Ma questi discorsi sono troppo avanti rispetto al video di oggi.

Se seguite ExitEconomics, sapete che io insisto su poche ma fondamentali principi.

Primo: il denaro é essenzialmente informazione. Oggigiorno il denaro é credito, cioé viene creato dalle banche. Ho spiegato questo principio nel primo video del canale youTube Exitconomics. Per i piú formali ed esigenti fra di voi, parliamo di Teoria Endogena della Moneta.

Secondo: il denaro si porta sempre dietro un tasso di interesse, da pagare. Ho spiegato questo principio nel secondo video del canale Youtube ExitEconomics. Quindi denaro é credito. Credito, debito, denaro, soldi...chiamatelo come volete, la sostanza é quella.

Oggi approfondiamo il primo video, e capiremo meglio quando dico che il denaro é informazione. Vedremo infatti cosa succede quando il denaro viene creato e come entra nell'economia reale, offrendo la possibilità di spendere.

Faremo un esempio tratto dalla realtà: vado in banca a chiedere un prestito di 10mila euro. Cosa succede a quel punto nel MONDO reale?

Non dimenticate i commenti sotto il video! E se avete domande, critiche, suggerimenti, scrivete nei commenti, in modo che io possa trovare le comunalitá fra le domande e preparare dei video di chiarimento.
Non sono uno youtuber professionale, faccio altro per vivere per cui carico un video quando ho tempo, però sono rapido nel rispondere ai commenti.


Buona visione!











mercoledì 5 giugno 2019

Seimilacinquecentosettantadue

I commenti a questo articolo su Orazero.

Ieri sera ho dormito male.

Avevo negli occhi la foto di Noa Pothoven, la diciassettenne olandese che aveva deciso per il suicidio assistito. Sembra che i genitori l'abbiano lasciata morire, col placet implicito dei medici, che non avevano acconsentito a eutanasizzarla in una struttura specifica perché ancora minorenne. Già, in Olanda puoi fare domanda di suicidio assistito anche se giovanissimo.

E mi sono domandato: "Ma in che cazzo di paese sono andato a vivere, che consente ad una diciassettenne di morire?"

E poi: "ma quel pezzo di merda che l'aveva molestata, e anche violentata da bambina, che fine ha fatto? marcisce in galera oppure é in una allegra comunità di recupero o addirittura é libero e ha messo su famiglia?".

La seconda domanda non troverà risposta: questa ragazzina per anni non aveva raccontato ciò che le era successo. Né i giornali sembrano interessati a scoprirlo. Tra l'altro Noa aveva scritto un libro, dice, per aiutare i ragazzi. Solo che alla fine, proprio lei, non ce l'ha fatta e ha mollato.

Che razza di paese viene considerato Tripla A per la qualità dei titoli di Stato e lascia morire i propri figli?

Guardiamo all'Olanda come un Paese evoluto, dove la libertá decisionale dell'individuo é sacra, dove la droga leggera é ammessa nei coffee shop, dove gli arabi sono liberi di formare comunitá ghetto come a l'Aja perché c'é libertá di culto, dove la libertá di impresa é massimamente promossa, dove le tasse per le imprese sono al minimo storico e poi...


SEIMILASEICENTOSETTANTADUE casi di suicidio assistito nell'anno passato?

[Fonte: Statistic Netherlands]

Ora ve ne dico un'altra.
In Olanda il sistema sanitario é, di fatto, PRIVATO.
Quindi i medici di famiglia si trovano a gestire un budget annuale per le spese mediche che cercano di non far sforare.

Non sará per caso che, visti gli alti costi per le cure delle malattie e dei disturbi mentali, é piú facile risparmiare spingendo per il suicidio piuttosto che investire in attrezzature, psicofarmaci, medici e paramedici di supporto per esseri umani piú sfortunati degli altri?

Se metti la Sanitá in mano ai privati, e quindi alle assicurazioni, i casi disperati diventano fastidiose code gaussiane che incrementano sensibilmente i costi e azzerano i profitti. Soluzione buonista? Eccola: "siamo talmente evoluti e rispettosi della volontá del prossimo che ti suicidiamo, con tutti i comfort". Il fatto che in questo modo diminuiscono i costi per queste Assicurazioni é del tutto marginale, no?

Uno dirá: aspetta, non generalizzare, ci sono casi di neoplasie e malattie neurodegenerative che non lasciano scampo e l'eutanasia é un'atto d'amore e rispetto.

Vero.

Ma guardiamo ai dati: nel 2018, in Olanda, 205 casi di suicidio assistito per malattie nervose. Ci mettiamo dentro anche la depressione.

Ho conosciuto ragazze in Italia che avevano tentato il suicidio: furono prese per i capelli e portate in ospedale e hanno avviato un lungo percorso terapeutico.
Ora sono donne in gamba, con la loro famiglia. Certo, magari dovranno prendere psicofarmaci a vita, fare terapia, ma saranno persone che condurranno una vita normale e piena.

Che senso ha un paese che dice ai giovani: "Se non ce la fate, vi aiutiamo a levarvi di mezzo?"

Che esempio dá? Specie a quegli adolescenti piú fragili di altri che vedono un problema momentaneo come un ostacolo per tutta la vita?

Certo, le statistiche diranno che la gente in Olanda é felice: ovvio, se quelli profondamente infelici li levano di mezzo con leggi di Stato, le statistiche diranno che la situazione é migliorata.

Adesso hanno messo sui bancomat le immagini dei bambini scompars, primo caso al mondo.
Hanno fatto benissimo. Hanno avuto il coraggio di levare un velo su notizie che fanno accapponare la pelle. In Italia sparisce un bambino ogni settimana, e meno di uno su cinque viene ritrovato.
[Fonte]

Poi peró non si investe a sufficienza in strutture di supporto a chi, bambino, ha subito traumi e non ha piú recuperato. Ci sono casi di bambine violentate che poi si tolgono la vita, anni dopo, in Italia.
Ma non fanno notizia. Sui giornaloni "di sinistra" fa notizia invece che sono considerati nazisti quelli che promuovono la castrazione chimica.

Stiamo proseguendo su un crinale pericoloso, che ci porta dritti verso la negazione della vita: a breve, diranno che la cura contro il cancro per gli anziani non giustifica i costi per la collettivitá visto che l'aspettativa di vita residua é minuscola.

Numeri, non persone.
Statistiche, non popoli.

E, a scanso di equivoci, ci tengo a chiarire che non sono religioso. Profondamente laico, credo nella ragione professata dagli antichi greci come luce nell'oscurità, ma un bambino é il futuro e ogni risorsa va investita nella sua protezione e crescita.



domenica 2 giugno 2019

Come si finanziano le ONG che aiutano i migranti?

Nota: Articolo e commenti pubblicati su OraZero.

Leggiamo nei giornali che per attraversare il Mediterraneo dalla Libia occorrono migliaia di euro.
Duemila? Tremila? Mille?

Non lo sappiamo con certezza. Spesso nemmeno ce lo domandiamo.

E' paradossale che con decine di migliaia di sbarchi non si riesca ad avere una informazione QUANTITATIVA e ATTENDIBILE e quindi misurabile e confrontabile anno su anno del costo per km di traversata.

Sì, ci sono articoli sparsi in merito, ma un database aggiornato non si riesce ad avere.

Ed è una mancanza di informazione enorme, grave, perché non consente di capire la portata del fenomeno in termini economici e finanziari.

O forse sì?

Supponiamo che ogni migrante dalla Nigeria paghi 7mila euro per raggiungere l'Italia. E'una stima attendibile.

Questo significa che un piccolo gruppetto di 10mila migranti trasportati fruttano alla malavita, secchi, 7000*10000 = 70 milioni di euro.

E parliamo di quelli che ce l'hanno fatta ad arrivare in Italia. Ci sono africani che hanno pagato ma non ce l'hanno fatta. Quindi i 70milioni di euro sono una stima per difetto, perché magari su 10mila arrivati in realtá i migranti che hanno pagato sono 12mila, 15mila o piú.

Quant'é il salario mediano disponibile in Nigeria? Meno di 6000 euro annui. Più' vicino ai 5mila, a dirla tutta.
Di fatto, un nigeriano paga oltre un anno di salario LORDO totale per arrivare in Italia.

E' come se un italiano pagasse 35mila euro di biglietto per andare dalla Nigeria in Italia.
Una volta che abbiamo messo LE CIFRE  nella giusta prospettiva, adoperiamo la logica. Scopriamo che le cose si fanno interessanti.

Abbiamo detto che la malavita fa affari.
Perché prende i soldi dai migranti.

Giá, ma ai migranti i soldi chi glieli dá?

Qua su ExitEconomics, su ogni causa, ricerchiamo la causa prima della causa, e la causa prima della causa della causa. In ingegneria, si chiama Root Cause Analysis. Funziona alla grande, e la applichiamo in ogni contesto.

Supponiamo che il migrante lavori per pagarsi il biglietto.
Considerando paghe africane, dell'ordine dei due dollari al giorno, anzi siamo generosi e facciamo 4 dollari al giorno, che sono meno di 4 euro, anche senza mangiare, bere, dormire e vestirsi l'africano in questione impiegherebbe 6000/4=1500 giorni, cioè poco meno di cinque anni, per pagarsi il viaggio.

Chiaro che non è possibile. Magari qualcuno ce la fa, e risparmia dieci anni, ma in genere chi arriva qua in Italia è giovane e verrebbe pagato ancora meno di un adulto. E'poco credibile che abbia lavorato dieci anni per il biglietto. Sono fesserie che fanno a cazzotti con la logica.

Quindi possiamo escludere  il RISPARMIO come fonte finanziaria per l'acquisto del "biglietto".

Cosa rimane?

Il DEBITO.

Per esclusione, l'unico modo che hanno questi africani per pagarsi la traversata è ricorrere al debito.
Ora, chi diamine concederebbe credito a uomini (pochissime donne, mi dispiace per le sostenitrici delle quote rosa ma tant'è...) che lasciano il proprio paese? Soprattutto, quali garanzie, quali collaterali offrirebbero questi uomini per il credito che richiedono? una capanna? un pezzo di terreno non coltivabile?
Chiunque abbia contratto un mutuo o un prestito sa bene che la banca richiede un collaterale a garanzia dei soldi erogati (erogati, non prestati, la banca non presta un tubo, la banca CREA denaro, l'ho spiegato mille volte). Nel caso del mutuo, è la nostra casa: se non ripaghiamo il debito, la banca si prende la casa.

Quindi?
Quale banca concederebbe mai prestiti, gravati da un interesse, a queste persone? Le piccole banche che concedono microcredito prestano pochi dollari, non certo centinaia o migliaia, che sono l'equivalente del costo di una villa qua in Europa.

Ammetto che qua la mia logica si arena.

Rifletto: se non sono banche a prestare, si ricorre agli strozzini per avere i soldi.
Ma gli strozzini operano sul territorio e concedono piccole somme. E vogliono i pagamenti con gli interessi ogni settimana. In ogni caso il migrante deve lavorare sul posto per ripagare il prestito con gli interessi.

Anche l'ipotesi strozzini non funziona.

Poi ho pensato: e se esistessero società SPECIALIZZATE nell'erogazione di credito ai migranti per pagare loro la traversata? Chiaro che simili società non operano in Europa, dove in genere ci rivolgiamo alle Banche ordinarie per accedere ai finanziamenti. Ma laggiù in Africa, in Asia, lontano dai riflettori, magari esistono altre realtà e altri tipi di strozzinaggio finanziamenti su larga scala che noi non conosciamo.

E'una ipotesi audace. Già, perché significa che se queste società esistono, allora sono loro che indirettamente finanziano la malavita che gli africani pagano per la traversata. E soprattutto che i grossi mezzi di informazione le ignorano consapevolmente.
Se esistono, devono essere grandi, perché le migrazioni sono MASSICCE e interessano centinaia di migliaia o milioni di individui ogni anno. Quindi parliamo di miliardi di euro di prestiti.

Pensavo di avere torto, perché qualche giornale  avrebbe parlato (ah come ero ingenuo!) di organizzazioni in grado di muovere miliardi di dollari su territorio africano e asiatico ogni anno.

Poi ho scoperto questo video, e luce fu!


Questo giornalista, Franco Fracassi, ha due palle ipercubiche. Altro che Gramellini, Lerner, Saviano.
Questi sono i giornalisti di cui abbiamo bisogno! Ovviamente non hanno i giornaloni alle spalle e quindi sono misconosciuti.

Esistono società non-governative che muovono miliardi di dollari e prestano soldi agli africani per emigrare. Appositamente per emigrare.

Qua non parliamo di piccole ONG che affittano barconi per traghettare migranti dalle acque libiche ai porti italiani. Qua parliamo di società con ramificazioni finanziarie che muovono miliardi di euro da un capo all'altro del pianeta. Sono holding che gestisono banche, assicurazioni, infrastrutture per l'accesso ad internet, comprano e vendono immobili, rilasciano carte di credito, accendono mutui, operano nel settore macrocredito e in quello del microcredito. Per paesi sottosviluppati.

Dice il giornalista che nel 2016, dall'Europa sono volati in Africa 445 (quattrocentoquarantacinque) miliardi in un anno. Il giornalista afferma che la più grande di queste ONG, il BRAC é una holding registrata in Bangladesh e fa profitti per decine di milioni di euro ogni anno.

Sono diffidente per natura, non ci volevo credere per cui mi sono scaricato il bilancio del BRAC, del 2017.

Su ExitEconomics non scriviamo fesserie. Ci documentiamo.
Ecco, a pagina 72 e 73 di 116 del'annual report del Brac 2017, le cifre in soldoni.

  • Donatori: 141 milioni di dollari. 
  • Totali attivi: tre miliardi di dollari, con una crescita del 20% rispetto all'anno precedente.
  • Staff: circa 100mila persone nel mondo. Un mostro. 
  • Profitti prima delle tasse: 190 milioni di dollari. Dollari americani. 
Non ho potuto trovare i profitti netti dopo le tasse. Credo che parliamo di almeno 100 milioni di euro. Che vanno agli azionisti della BRAC.

Concentriamoci su una delle banche controllate dal BRAC, la BRAC Bank.
Performance finanziarie: +35% rispetto all'anno precedente. Una performance spettacolare.


Cosa dice il giornalista? che le famiglie povere si indebitano, e i villaggi i cui cittadini si sono indebitati per consentire ai loro figli più sani, più' disperati o più intraprendenti di emigrare. Queste famiglie poi cadono in disgrazia perché non riescono a pagare i debiti contratti e iniziano a svendere i pochi asset che possiedono. Ci sono suicidi, i terreni vengono espropriati, i villaggi passano di mano e finiscono in mano agli occidentali delle ONG.

Non ho modo di verificare se sono informazioni veritiere, ma per esclusione possiamo concludere che tra le varie modalità con cui i migranti si pagano la traversata, ci sono proprio i debiti contratti dalle loro famiglie con ONG come questa. Anche l'articolo del Corriere, infatti, menziona i debiti delle famiglie dopo aver raccolto le interviste dei migranti.

Quello che sappiamo per certo è che queste notizie non finiscono sui giornali che lodano invece il modello di accoglienza (pagato dagli altri) Riace. Modello che, messo alla prova delle urne nelle europee 2019, di fatto ha miseramente fallito: la Lega ha preso percentuali bulgare di voti in un paesino della Calabria! uno scenario di fantapolitica solo 3 anni fa.

Al di là delle belle parole ("noi del BRAC aiutiamo i migranti a cercare fortuna in Europa", e sul sito trovate fotografie di tante facce sorridenti) io penso la realtà possa essere molto diversa ed esista il concreto rischio che l'Africa e l'Asia vengano ulteriormente impoverite, privandole di braccia, menti e risorse, mentre i costi sono pagati dai contribuenti dei paesi occidentali, convinti di fare una buona azione. Dietro la scusa del microcredito alle donne dei villaggi, che é una piccola parte di queste attivitá delle ONG.

Si esporta democrazia a forza non con le bombe, ma con la finanza. Per ogni dollaro che il BRAC investe, dice che ne ritornano 5.40. Sí, ma al BRAC. Non alla collettivitá! Si dimenticano di menzionare i costi che l'Occidente si sobbarca per mantenere i migranti. Al BRAC conviene, agli immigrati conviene, all'Occidente? mah, stando ai risultati delle europee 2019, un dubbio mi verrebbe.

L'immigrazione è un affare gigantesco, non proprio trasparente, da centinaia di miliardi l'anno. Piú della droga o delle armi, come prospettive di crescita.

E' la nuova grande frontiera della finanza. Articolata, complessa, e invisibile pure nell'epoca dei satelliti e di internet. E' invisibile perché smuove denaro, e il denaro è informazione, quindi viaggia con pochi colpi di tastiera dalla Germania, o dagli USA, in Bangladesh. Difficile da vedere, a differenza di un barcone in mezzo al mare. Il barcone è solo l'ULTIMO tassello di un domino iniziato in uffici finanziari su un piano alto di un grattacielo all'altro capo del pianeta.

L'immigrazione è la frontiera del nuovo mercato del credito, credito al alto ritorno. E uomini intelligenti e senza scrupoli come i grandi speculatori internazionali l'hanno compreso da tempo, dai primi anni Novanta.

A noi, al popolo, hanno lasciato i costi del welfare e dell'integrazione di questi disperati mentre le banche di queste holding dell'immigrazione fanno profitti a palate. In una guerra fra poveracci per la fila al pronto soccorso e per ottenere il reddito di cittadinanza.

Il cerchio si chiude. Piano ben congegnato, non c'è che dire.

Per chiudere con la risposta alla domanda di inizio post: le grandi ONG si finanziano con donazioni e con attività bancarie e assicurative. Nulla di nuovo sotto il sole, ma è provato dai bilanci. E si tratta di cifre astronomiche.

Se volete capire come funziona l'immigrazione, ancora una volta dovete capire come nasce il denaro, come viene distribuito e come viene remunerato. Vi/ci tocca studiare.

Ultimo punto: chi sono i donatori che mettono a fondo perduto 141 milioni di dollari l'anno?

Pagina 57 del prospetto, nell'ordine:

  • Unione europea (pagano i contribuenti)
  • Regno d'Olanda (pagano i contribuenti)
  • Unicef  (pagano i contribuenti)
  • UNHCR (pagano i contribuenti)
  • USAID (pagano i contribuenti)

etc

Con le nostre tasse, indirettamente, finanziamo l'ONU e la UE che a loro volta finanziano le ONG che fanno profitti e li stornano agli azionisti privati.

A questo punto, facciamo diventare l'UE azionista pure lei almeno qualche spicciolo ci ritorna indietro!

Se il BRAC del Bangladesh fosse quotato in borsa, sarebbe un ottimo investimento da aggiungere nel proprio portafoglio titoli. Una gemma finanziaria in una paese sottosviluppato.

Tra qualche anno  studieranno queste ONG nei libri di storia, al pari della Compagnia delle Indie olandesi o della Compagnia della Lousiana.

Alla prossima.