L'Italia sembra attraversare, a livello mediatico, una perfetta congiunzione di eventi favorevoli.
I Maneskin hanno vinto l'Eurovision, la Nazionale di calcio ha portato a casa l'Europeo, Berrettini é arrivato a giocarsi la finale di tennis a Wimbledon.
L'amore per i Maneskin spinge gli stranieri addirittura ad ascoltare altri artisti italiani, (ri)scoprendoli: da Vasco Rossi a Gianna Nannini.
Mancini é chiamato "dio del calcio" in UK.
A livello mediatico, comunicativo, l'impatto é enorme.
A livello politico, Draghi gode di fiducia e rispetto nei consessi internazionali.
Ma il sistema Italia, é cambiato?
No.
Io ho sempre creduto nell'eccellenza dei singoli italiani, per inventiva, apertura mentale, capacitá visionaria, amore per la bellezza, capacitá di uscire da situazioni drammatiche con soluzioni innovative. Gli italiani emigrati all'estero sono enormemente apprezzati per dedizione al lavoro, serietá, simpatia e sono universalmente considerati charmant.
Il problema nazionale é una mentalitá di corto respiro che impedisce di investire nel lungo periodo, cercando competenze adeguate per investire oggi e raccogliere fra anni. La mentalitá di corto respiro spinge per la ricerca del "posto fisso" nella PA, che é il vero CANCRO per lo sviluppo dell'Italia.
Si parla di sburocratizzazione del paese, della riforma della PA intesa anche come riforma della giustizia, ma alla fine siccome sono milioni gli italiani che ci vanno a perdere oggi, mentre le generazioni che ne benificeranno sono solo virtuali, non si "toccano" non si "vedono" e "non protestano" , si tratta di riforme di facciata che non vengono applicate. Da sempre.
Un po'come quando da anni e anni, in ogni estate, si ripete che il problema dell'immigrazione é europeo, non italiano. Non si decide, si rinvia. La decisione é da prendere altrove. Sarebbero troppe le cose da cambiare, e non si vuole fare.
Godiamoci i Maneskin (che adoro, sono tornato ad ascoltare canzoni italialne dopo 15 anni) o i successi della Nazionale ma ricordiamoci che sono una punta di diamante di un paese i cui problemi sono riconducibili alla Pubblica Amministrazione, e ai milioni di italiani che, direttamente o indirettamente, ne dipendono.
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