Oggi ho letto questo interessante pezzo
su ZeroHedge, tratto dal blog Thesovereignman.
Invito i lettori a leggerlo.
Si parla della tassazione in Italia e si fa un interessante
parallelo con l’Editto di Diocleziano, promulgato nel 301 dC. In parole povere,
all’epoca per combattere una crisi economica senza precedenti, si pensó di
fissare un tetto ai prezzi delle merci, e di censire tutto quello che produceva
ricchezza (capi di bestiame, terreni, fattorie, etc). Vennero create nuove
monete, con bassissime percentuali di argento e oro, molto piú basse rispetto
al conio precedente, che portarono ad una feroce inflazione. Venne quindi
promulgato un altro editto, l’Editto di Afrodisiade, sempre del 301 dC, che
puniva a morte gli speculatori.
L’Editto di Diocleziano puniva con la morte chi superava i
tetti massimi per i prezzi. Siccome i commercianti, i grossisti e i produttori
non potevano vendere sottocosto, causa inflazione, chi non poteva tirare avanti
anziché incorrere nella pena capitale, chiudeva i battenti.
Oggi gli speculatori sono diventati i professionisti, le
partite IVA, chi ha una seconda casa da dare in affitto.
E chi non riesce a sopravvivere che fa? Chiude i battenti, (s)vende. Se
ha competenze, etá e coraggio, va all’estero. Oppure, se è anziano, si ritira
in pensione, se ne ha la possibilitá, cercando di prendere l’ultimo tram che
rimane.
Come ai tempi di Diocleziano, non sapendo come e dove agire, il governo ha messo in moto una infernale
macchina fiscale che fa uso dell’informatica e della telematica, sconosciute ai
tempi dell’antica Roma, per correlare il presunto ammontare di spese e ..udite
udite!...di risparmi per capire se spendi troppo rispetto al dichiarato o se
RISPARMI troppo. Avete idea di quanto sforzo ci vuole per un simile controllo?
Quante risorse vengono drenate che potrebbero essere usate diversamente?
Siamo alla polizia fiscale.
Il problema principale dell’Italia, come
ho giá scritto, è la pubblica amministrazione. Gli USA e la Gran Bretagna sono
abitati da gente mediamente molto piú ignorante e sempliciotta di noi italiani,
ma la classe dirigente è ben formata, almeno rispetto alla nostra, e le regole
sono rispettate.
A seguire, il secondo problema in Italia è
la magistratura.
Il politico italiano non ha saputo prevedere le conseguenze
dell’euro e della globalizzazoine applicata a casa nostra. Le conseguenze sono
i licenziamenti e gli spostamenti delle fabbriche una volta in Cina o in
Vietnam, e ora in Slovacchia e Polonia (dietro casa).
Il politico italiano non ha saputo valutare le conseguenze
del Pareggio di Bilancio in un paese come il nostro. E nella sua sesquipedale
ignoranza ne ha fatto un architrave da sistemare addirittura nella
costituzione.
Il politico italiano non ha capito cosa significa vivere in
un regime di fiat money, e cosa succede quando viene decisa la politica
monetaria (quanti soldi mettere a disposizione della gente, in estrema sintesi)
oltreconfine, tra Belgio, Lussemburgo e Germania.
Il politico italiano non ha capito cosa significava per un
paese industrialmente debole, basato sulla piccola e media impresa, entrare e
scontrarsi contro la corazzata franco tedesca.
Il politico italiano ignora
il legame tra partite correnti, disoccupazione, delocalizzazione e costo del
lavoro e non capisce perché la povertá è in aumento.
Il politico italiano, che spesso, vedi Movimento 5 Stelle,
non ha mai lavorato, è quello che ha il posto sicuro e pretende di legiferare
su temi che coinvolgono tutti gli altri che hanno molte meno garanzie delle sue.
Un paio di impietosi confronti: la Svizzera è abitata da
gente che tiene al suo piccolo paese, informata, che ha scelto il referendum
per decidere su dove aprire un pascolo o una galleria, e se avere una moneta
coperta dall’oro o meno. Gli olandesi badano al singolo centesimo, si indignano
se uno ruba 1 euro di soldi pubblici, e tengono i rifugiati delle guerre o
colpi di stato (Iran e Libano, e parlo perché conosco della gente scappata da
quei paesi negli anni 80) per anni entro condomini controllati finché non
dimostrano di parlare la lingua, avere un lavoro e saper badare a se stessi.
Aggiungiamo una cosa: con la cessione di sovranitá, ha anche
meno senso avere tutti questi deputati e senatori, e portaborse al guinzaglio.
In fondo, si legifera altrove. A Bruxelles. Idem per i dipendenti della Banca d’Italia.
In fondo, si legifera altrove. A Francoforte.
Non parliamo poi del concetto di produttivitá: ci scassano i
maroni col rapporto output creato rispetto all’input, produzione rispetto ai
costi. Ma qualcuno ha mai menzionato una metrica per misurare la produttivitá
dei politici e dei magistrati e regolare cosí i loro stipendi e avanzamenti di
carriera? In mancanza di una tale metrica, un politico e un magistrato che
lavorano sodo sono premiati quanto un brocco parassita. E il livello medio si
abbassa.
Ora ci dicono per l’ennesima volta che queste elezioni sono
un punto di svolta, un punto di non ritorno per cambiare l’Italia.
Qualche osservazione:
- · Berlusconi ha oltre 80 anni.
- · Salvini è contro l’euro ma ha detto che se vince Berlusconi e propongono Draghi come premier, lui non obietterá.
- · Il PD ha disintegrato l’Italia a partire da Monti ma ha oltre un quinto dell’elettorato.
- · Il Movimento5Stelle, i jihadisti dell’onestá, si rilevano un cumulo di incompetenti, pressapochisti, arroganti che scaricano sempre la colpa sugli altri.
- · Al lato opposto degli europeisti, ci sono i sovranisti, e poi quelli tipo Forza Nuova che invece vogliono riprendersi i quartieri delle cittá “infettati” dalle nuove risorse. A Roma, all’Esquilino, ex chinatown, ci sono commercianti che vorrebbero riavere indietro gli Spada…
Voi davvero vedete un punto di svolta?
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