Parlando con colleghi ed amici, italiani e non, capisco che a dispetto del titolo di studio e delle esperienze lavorative, nessuno di loro capisce il profondo cambiamento che é in atto da anni.
Gli italiani vogliono tenersi stretto l'euro, ma non vogliono disoccupazione: vogliono avere un ritorno al lavoro sicuro, pensioni sicure, diritto alla salute, ma non vedono l'immigrazione come uno dei problemi del crollo della classe media, o del potere finanziario come causa principale dell'aumento del debito delle famiglie.
In altri termini: non capiscono niente.
E non é colpa loro.
O meglio: non é interamente colpa loro.
E'colpa del politically correct. In Italia lo traduciamo con "buonismo", ovvero propendere a tutti costi a soluzioni "eticamente carine" a problemi complessi.
Vedete, politically correct, globalizzazione e immigrazione sono strettamente collegati.
Il politically correct impedisce al sig. Rossi di dire: "vedo periferie sporche, neri che dormono per strada, fanno pipí in metropolitana, ma non posso dirlo perché altrimenti suono "razzista".
Quindi il politically correct impedisce di dire che l'immigrazione per come é stata non gestita é un problema.
L'immigrazione é di ausilio alla globalizzazione. L'immigrazione é l'aspetto poveraccio della globalizzazione. Perché una immigrazione spinta serve a tenere basso il costo del lavoro. Una alta disoccupazione fa accettare alla gente lavori pagati poco. Qua in Olanda i costi altissimi di una ristrutturazione di una casa da personale olandese ha facilitato enormemente l'uso di manodopera polacca. In Italia é successo lo stesso, solo che la manodopera é rumena.
Peró parliamo sempre di manodopera ESPERTA in qualcosa. Romania e Polonia hanno storia, cultura e know-how tecnico. Un barcone carico di africani, che tipo di know-how porta che possa essere di aiuto all'Europa? Non pretendo ingegneri o contabili o infermieri, ma almeno idraulici o muratori.
Niente di tutto ció, da quanto vedo girando in Italia. In genere sono persone il cui mantenimento e supporto é interamente pagato dalla collettivitá. Occorrono PRIMA scuole in Africa e poi emigrazione in Europa, altrimenti avremo generazioni di analfabeti con cultura tribale che per decenni cercheranno di sbarcare il lunario attraversando il Mediterraneo.
Se l'immigrazione é il fluido umano povero della globalizzaione, il capitale che si muove senza confini é il fludio intangibile ricco della globalizzazione.
Vedete, fusioni, acquisizioni industriali e bancarie constono a grandi societá di spostare capitali dove meglio conviene e pagare le tasse ove meglio conviene. All'uomo della classe media questo é precluso, perché deve pagare le tasse nel paese in cui vive.
Come si mantiene il supercredito che permette alle banche di continuare a sopravvivere e fare utili e ai ricchi di comprare i beni che i poveracci sono costretti a vendere perché non ce la fanno a tirare avanti? Grazie all'azione delle banche centrali.
L'attivitá di iniezione di denaro con bassissimi tassi di interessi da parte delle banche centrali é un altro aspetto della globalizzazione. Consente alle multinazionali di rifinanziarsi ricomprandosi le proprie azioni e facendo felici gli azionisti senza vera crescita.
Quindi giá capiamo che l'uomo medio vive in periferie rese peggiori da stabili occupati abusivamente da immigrati in genere africani che non posseggono altro mezzo di sostentamento se non la caritá di Stato oppure ricorrono a prostituzione e spaccio (e la morte di una adolescente a San Lorenzo a Roma ne é solo l'ultimo caso). Le periferie turche e africane ad Amsterdam o Rotterdam sono un altro esempio. E l'uomo medio vede decrescere il proprio salario perché i posti di lavoro che pagano bene sono stati spostati all'estero ovvero perché i capitali si sono spostati dove il costo del lavoro é piú basso (Cina) o dove si pagano meno tasse (paesi dell'Est Europa, Olanda e Irlanda).
Nel frattempo i ricchi che detengono azioni o case da affittare fanno soldi a palate. E la disuguaglianza aumenta. Non é un caso che se una compagnia USA decide di licenziare 14mila persone le sue azioni salgono. Non venderanno auto in USA, ma all'estero le stesse auto saranno piú convenienti e l'azienda fará piú profitti.
La cultura di sinistra, vecchia di decenni, e il politically correct che la cultura di sinistra si porta dietro impediscono ad un lavoratore che vive di stipendio di riconoscere (non dico accettare, ma almeno riconoscere) queste realtá. Ha strumenti culturali inadatti. La scuola in Italia é vecchia nelle materie che insegna (e infatti c'é incremento dell'abbandono scolastico: se non puoi permetterti di studiare ingegneria, e come diplomato non c'é lavoro, meglio iniziare da subito a fare i camerieri o gli ascensoristi piuttosto che stare tra i banchi di scuola a studiare Sumeri e Risorgimento con tutte le balle che la Storia insegnata sui libri si porta dietro).
I figli della vecchia classe media devono diventare fluidi pure loro. Emigrare dove possono, cambiare lavoro spesso etc. In queste condizioni, fanno meno figli perché sono precari e questo rafforza il circolo vizioso del politically correct: se loro fanno meno figli, a livello numerico occorrono gli immigrati per compensare la perdita.
Il problema é che in genere questi immigrati che servono a copertura della mancanza delle nascite degli autoctoni sono mussulmani.
Questo é la variabile che non fa quadrare l'equazione della perfetta immigrazione nel mondo superfluido globalizzato occidentale: l'Islam.
L'Islam non é iperfluido. Crea comunitá che si riconoscono e vivono intorno alle moschee, dove si parla l'arabo e dopo tre generazioni (vedi la Francia) non si sono ancora integrate. Integrarsi significa rinunciare alla propria cultura di partenza e vivere secondo i modi della cultura del paese di arrivo.
Queste persone, anche dopo TRE generazioni, in genere non si integrano. Basta girare in metro a Monaco o Parigi. Questa é la realtá. Sfacciata, benedetta realtá.
I disordini sociali, per ora nascosti sotto il tappeto a Colonia in Germania o a Rotherham nel Regno Unito (andate su Google e digitate "Rotherham violenze")sono solo la prima scintilla di un incendio che é pronto a scoppiare, ancora una volta, in Europa. Sono conseguenza della globalizzazione, del politically correct, della immigrazione spinta e dell'esaurirsi della classe media.
A chi obietta che questa visione é parziale, io rispondo: quale altra spiegazione di insieme sapete dare VOI alla sparizione della classe media, ai disordini delle periferie in piú paesi, all'aumento della disoccupazione giovanile che é una piaga in Europa e al fatto che uno 0.4% di deficit in piú allarma Bruxelles piú di un attentato?
Veniamo a Bruxelles: in Europa l'euro ha aggravato ulteriormente le disuguaglianze indotte dalla globalizzaione nel mondo. Ha acuito queste disuguaglianze mondiali a livello europeo, piú locale. L'euro ha ulteriormente aggravato la situazione perché ha reso i ricchi in Germania ancora piú ricchi. Non TUTTI i tedeschi, beninsteso. Ma i paesi mediterranei sono stati in massima parte penalizzati. Normale che i cosidetti populisti (termine spregiativo coniato dalla sinistra) acquistino consenso: i fatti dimostrano che le politiche europee sono fallimentari e chi le ha portate avanti se ne é fregato delle conseguenze. In Europa, chi continua imperterrito in queste politiche fallimentari é Macron che con il suo entourage vive in un mondo scollegato dalla realtá. I cittadini che incazzati scendono in piazza a manifestare cercano di riportarlo coi piedi per terra, ma sembra inutile.
L'euro ha facilitato l'emigrazione di personale qualificato dai paesi mediterranei a quelli del Nord Europa. Questa á una tragedia! Il Sud Italia, con l'emigrazione spinta per 150 anni sta molto peggio oggi che cento anni fa rispetto al Nord. L'emigrazione dei migliori porta un paese a perdere linfa vitale, a sparire, a vivere di sussidi.
Chiudo questo post con una speranza: e cioé che quando i cosiddetti populisti andranno al governo (perché é matematicamente certo che ci arriveranno) in piú di un paese chiave del Mediterraneo, inizieranno a INVESTIRE denaro pubblico, a deficit, per infrastrutture (per far lavorare la gente) e formazione (per far crescere classi di professionisti e dirigenti) per far risollevare i paesi europei. Collaborazione spinta con l'África per far cessare l'emigrazione di massa e, soprattutto, niente piú guerre per procura in Africa e Medio Oriente.
Se queste azioni non saranno portate avanti, prepariamoci a insegnere l'arabo ai nostri figli e nipoti, ad emigrare o a prepararsi all'eventualitá di conflitti in Europa.
Non mi sento di condividere molto il ragionamento, penso vi siano alcune imprecisioni.
RispondiEliminaCominciamo col dire che apprezzo molto la descrizione fatta di buonismo, "ovvero propendere a tutti costi a soluzioni "eticamente carine" a problemi complessi" questa te la rubo con citazione perché è davvero perfetta.
Quanto al resto. Cominciamo col dire che gli immigrati che arrivano dal mediterraneo non sono tutti islamici. Moltissimi, per non dire quelli più disperati, arrivano dall'africa nera (subshariana) e sono popoli convertiti al cristianesimo dal processo di evangelizzazione dell'Africa da parte della Chiesa. Il Nord Africa, a maggioranza islamico, vede popoli arabi che sono comunque più sviluppati degli africani sudshariani, l'arabo infatti non è spacciatore o furfante, sicuramente è molto intollerante, ma qui in europa lavora, nella ristorazione e nei negozi etnici, come l'immigrato classico poco qualificato: per intenderci l'italiano che si apre la pizzeria all'estero tipico dei decenni passati.
La primavera araba ha destabilizzato tutti quei paesi del Nord Africa che prima costituivano la cortina dell'Europa. I neri africani non raggiungevano il mediterraneo finché vi erano i vari Gheddafi, Mubarak, l'altro algerino che non so come si chiama ecc.
Già superare il deserto è un impresa, se poi ci sono le milizie dei governi locali che in cambio di finanziamenti dall'Europa se ti beccano ti arrestano e magari non si sa che fine ti fanno fare, capisci perché l'immigrazione massiccia l'abbiamo avuta solo nell'ultimo decennio e non dagli inizi del 2000 e della globalizzazione.
Per quanto riguarda il discorso della fluidità come il problema alla base, ovvero della globalizzazione, ti faccio quindi presente che la spinta a emigrare, a migliorare la propria condizione, è innata in ognuno. I neri prima difficilmente ti attraversavano indenni il sahara, i popoli (specie quelli giovani e forti) prima non avevano una lingua franca come l'inglese che oggi chi più chi meno sanno parlare cani e porci per permettersi un lavoro e una vita all'estero. Aggiungici internet che ti permette di informarti e formarti meglio per agire col minore rischio di errore, capirai che il tempo degli stati nazione chiusi nel loro orticello è agli sgoccioli.
E' chiaro che a subire maggiormente il contraccolpo sono le classi medie occidentali "poco fluide", ovvero i cui investimenti, lavoro e stile di vita avevano delle radici troppo forti da estirpare in breve tempo per delocalizzarsi meglio, il ricco invece come dici bene è distante a questi problemi perché chiuso nella sua "reggia dorata", solo che se prima al di là del muro di recinzione si ritrovava gente familiare e benestante che si faceva i fatti suoi, ora son sicuro si senta infastidito pure lui di chi lo circonda e magari lo guarda con rabbia e violenza.
Ma nella tua analisi ti sei dimenticato di considerare il membro della classe media che ha saputo sfruttare la globalizzazione. I tanti giovani e meno professionisti che non confinano le loro ricchezze in unico paese, che non parlano una sola lingua e che non si chiudono alla loro cultura religiosa o meno. Questi alla fine avranno la meglio.
Credo sicuramente che stiamo vivendo un cambiamento epocale e che certamente non avverrà senza violenza, ma che comunque porterà al disfacimento degli stati sociali ormai troppo indebitati per continuare a reggersi in piedi e con tutto quello che ne consegue in termini di annullamento del welfare. Io nel mio, sebbene in italia, una polizza salute me la sono fatta, non compro case o altri beni appunto "immobili", mi specializzo in professioni utili ovunque e non solo alla cultura umanistica di un luogo e penso a emigrare senza però mai fermarmi totalmente, perché chi si ferma è perduto e si affida al destino di un territorio geografico.
PS hai accennato giustamente alla stampa monetaria ma non hai parlato di bitcoin. Io credo che sarà nei prossimi anni un determinate per ciò che potrebbe avvenire.
Ciao, bella risposta argomentata.
RispondiEliminaMa partiamo dai fatti.
1. Il fenomeno migratorio é tanto maggiore quanto maggiore é il gap di ricchezza fra paesi vicini e quanto migliori sono le agevolazioni.
Il rapporto fra ricchezza pro-capite europea e quella africana é andata espandendosi negli ultimi 10 anni. LE politiche migratorie sono state supportate dalla Germania e quindi dallo zerbino della Germania, Bruxelles. Ricordi nel 2015 la Merkel con il suo "vi accoglieremo tutti!"e i selfie con gli immigrati?
2. La primavera araba NON é stata indipendente dalla globalizzazione, é stata anzi diretta CONSEGUENZA delle azioni delle banche centrali nel 2011. Ci scriveró un post a riguardo.
3. L'impatto sulla classe media. Qua occorre capirsi: classe media oggi é se sei laureato in ingegneria e parli almeno due lingue? Non direi. E se anche sei laureato in ingegneria del SW ma vieni soppiantato da ingegneri sfornati da universitá indiane, dove si parla l'inglese nativamente, che competono alla metá del tuo stipendio? Parti male comunque.
Cosa fai a quel punto, impari una TERZA lingua e fai un master prima di entrare a pieno titolo nel mondo del lavoro? chi lo paga? I tuoi genitori?
Parliamoci chiaro: studiare in Italia é economico rispetto ad altri paesi, e ci saranno sempre individui che se la caveranno meglio di altri. Ma a livello SISTEMA, a livello PAESE, se per effetto della globalizzazione, tra schiacciamento degli stipendi e costi esorbitanti per la prima casa, sei costretto a ricorrere al debito bancario, hai meno reddito disponibile rispetto alla generazione precedente e vivi in periferie degradate.
Io per migliorare sono emigrato: il debito pubblico del mio paese, che mi ha fornito istruzione a basso costo, ha avvantaggiato l'Olanda, dove spendo i miei soldi. Puó durare all'infinito o per generazioni un tale travaso di ricchezza da un paese all'altro? No.
4. La massima parte degli immigrati in Italia sono di fede Ortodossa, quindi hanno radici cristiane. Ma a seguire vengono i Musulmani. Siccome gli ortodossi NON vengono dall'Africa, per differenza si conclude che la maggior parte dei musulmani vengono dall'Africa, quindi hanno cultura tribale e sono incompatibili con lo stile di vita occidentale.
Non é un caso che in Italia molte bambine, finite la scuola dell'obbligo (quando e se la finiscono), spariscano dai radar perché le famiglie le tengono chiuse in casa.
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13252671/miur-due-ragazze-islamiche-su-tre-non-finisce-scuola-obbligo.html
Questi sono dati nudi e crudi che provengono dal Ministero per l'Istruzione italiano. E ti assicuro che in Francia stanno molto peggio.
Un piacere tornare a leggerti!
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