venerdì 30 novembre 2018

Primavera araba causata dalla speculazione finanziaria

Siria, Libia, Egitto, Tunisia, Yemen, Algeria, Iraq, Giordania e tanti altri.

Cosa li accomuna?

Nella storia recente, sono stati gli stati in cui é nata la "Primavera Araba", ovvero uno "spontaneo moto di protesta", secondo i giornali italiani, dei giovani arabi contro gli oppressivi stati nazionali dei paesi summenzionati, avvenuti tra il 2010 e il 2011.

Dopo alcuni anni, visto il disastro dopo i cambi di regime, viene da domandarsi se queste agitazioni popolari fossero realmente  spontanee.

Moti di protesta spontanei o spintanei?

Mettetevi nei panni di uno povero che vive del proprio lavoro, é scarsamente istruito, ha una religione che gli dice come vivere, e al quale della differenza fra Stato Laico e Potere Religioso non gliene puó fregare di meno. Vede la TV satellitare, le partite della Champions, Al Jazeera, non parla inglese ma francese e arabo.

Bene, secondo voi il cittadino arabo in questione si solleva contro il proprio regime (che fino ad allora gli aveva garantito il pane a buon prezzo) perché vuole avere la democrazia come in Europa (dove le donne sono libere di girare in minigonna e si laureano e diventano dirigenti di azienda) o perché non ha i soldi per comprare il pane per dar da mangiare ai suoi figli (la moglie non lavora, cresce i bambini e indossa il velo)?

Al netto della CIA americana che promuove i cambi di regime a ritmo stagionale in ogni parte del pianeta, sappiamo che la fame smuove piú dell'intelletto. 

Cosa successe in quegli anni (ripeto: tra il 2010 e il 2011) al prezzo delle materie prime agricole come grano, orzo, riso, che forniscono la base per l'alimentazione della popolazione povera araba?
Giusto per darvi un'idea, in Egitto il pane si chiama "aish" e aish significa vita. E l'Egitto importa grano. Strano scherzo del destino: una volta la mezzaluna fertile e l'Egitto erano i grandi produttori di grano. Lo studiavamo nei libri di scuola. I romani volevano l'Egitto per assicurarsi il grano.
Ora quegli stessi paesi sono importatori netti di grano e la loro sopravvivenza é legata al prezzo dei cereali, che dipende dalla speculazione finanziaria. E'come mettersi il cappio al collo e dare il controllo dello sgabello su cui si sta in piedi agli USA.

Quindi, capito che l'Egitto campa sul pane e che il pane viene importato perché il grano viene importato, cosa successe tra il 2010 e il 2011 al prezzo del grano? 
Successe questo:



Guarda caso, tra il 2010 e il 2011 il prezzo del cibo, principalmente frumento, esplose un po' in tutto il mondo (linea blu). La prima grossa botta avvenne a ridosso del biennio 2007-2008. Siccome i grossi capitali scappavano dall'immobiliare che in America era al tracollo, investirono nelle commodities tra cui le materie prime alimentari. Questo portó il loro prezzo alle stelle. Non solo. Siccome i grandi capitali scappavano da valute a rischio dei paesi emergenti per rifugiarsi in valute piú sicure, questo portó inflazione nei paesi piú poveri, come l'Egitto appunto. 
Altra grossa botta fu nel biennio 2010-2011. Questo é il periodo del Quantitative Easing della FED. In altri termini, creazione di denaro con bassissimi tassi di interesse che hanno facilitato la speculazione finanziaria sulle commodities. Perché? perché prendi denaro in prestito a bassissimi tassi di interesse per controllare il futuro, in particolare il futuro del mercato del grano che é alimento base per milioni di persone.
Chi controlla il mercato del frumento? Tre giganti americani made in USA: Cargill, ADM e Bunge. Insieme controllano il 90% del mercato mondiale del frumento. Non sto dicendo che gli USA sono brutti e cattivi. Io dico solo le cose per come stanno. Penso che gli USA abbiano fatto i loro interessi, proteggendo e arricchendo il loro popolo, e che i politici di altri paesi si siano fatti corrompere per accettare di diventare da produttori netti di grano degli importatori netti di grano. Chapeau agli USA e alla loro classe dirigente.

Riepiloghiamo: tra il 2010 e il 2011 la gente pativa la fame. Non poteva comprare il pane, perché costava troppo e il governo non ce la faceva a tenere basso il prezzo del pane perché importava troppo frumento e il frumento era troppo caro. Il frumento costava troppo perché la grande speculazione aveva tirato su il prezzo del frumento coi futures (contratti derivati finanziari), e la grande speculazione era stata favorita dal basso costo del denaro messo a disposizione delle banche centrali.

Il mondo oggi é interconnesso. Abbassi i tassi di interesse negli USA, e il prezzo del frumento in Egitto schizza alle stelle.

Con buona pace dei buonisti che vedono sempre e solo i  bravi studenti coraggiosi a far le rivoluzioni e dei complottisti che vedono sempre e solo la CIA a far scoppiare le rivolte.


Nota: anche la rivolta cinese di Tienanmen avvenne perché il prezzo del riso esplose in Cina a causa della pesante inflazione che colpí la Cina in quegli anni.



Dopo lo sconquasso Nord Africano e tutti i cambiamenti di regime che hanno portato a guerra, povertá, morti, bambini orfani ed epidemie, ora ci troviamo con un problema ENORME di immigrazione incontrollata e di conseguenti bombe sociali nei paesi europei.
Quindi possiamo concludere che la globalizzazione, intesa come spostamento senza freni di capitali enormi da un paese all'altro e di contratti derivati (i futures, appunto, sui prezzi del grano) ha avuto un ruolo attivo, per non dire il PRINCIPALE ruolo, nell'emigrazione di massa dal Nord Africa.
Quel cretino di Sarkozy ci ha messo poi il suo in Libia.


giovedì 29 novembre 2018

Un mondo superfluido

Parlando con colleghi ed amici, italiani e non, capisco che a dispetto del titolo di studio e delle esperienze lavorative, nessuno di loro capisce il profondo cambiamento che é in atto da anni.

Gli italiani vogliono tenersi stretto l'euro, ma non vogliono disoccupazione: vogliono avere un ritorno al lavoro sicuro, pensioni sicure, diritto alla salute, ma non vedono l'immigrazione come uno dei problemi del crollo della classe media, o del potere finanziario come causa principale dell'aumento del debito delle famiglie.

In altri termini: non capiscono niente.

E non é colpa loro.

O meglio: non é interamente colpa loro.

E'colpa del politically correct. In Italia lo traduciamo con "buonismo", ovvero propendere a tutti costi a soluzioni "eticamente carine" a problemi complessi.

Vedete, politically correct, globalizzazione e immigrazione sono strettamente collegati.
Il politically correct impedisce al sig. Rossi di dire: "vedo periferie sporche, neri che dormono per strada, fanno pipí in metropolitana, ma non posso dirlo perché altrimenti suono "razzista".
Quindi il politically correct impedisce di dire che l'immigrazione per come é stata non gestita é un problema.

L'immigrazione é di ausilio alla globalizzazione. L'immigrazione é l'aspetto poveraccio della globalizzazione. Perché una immigrazione spinta serve a tenere basso il costo del lavoro. Una alta disoccupazione fa accettare alla gente lavori pagati poco. Qua in Olanda i costi altissimi di una ristrutturazione di una casa da personale olandese ha facilitato enormemente l'uso di manodopera polacca. In Italia é successo lo stesso, solo che la manodopera é rumena.

Peró parliamo sempre di manodopera ESPERTA in qualcosa. Romania e Polonia hanno storia, cultura e know-how tecnico. Un barcone carico di africani, che tipo di know-how porta che possa essere di aiuto all'Europa? Non pretendo ingegneri o contabili o infermieri, ma almeno idraulici o muratori.
Niente di tutto ció, da quanto vedo girando in Italia. In genere sono persone il cui mantenimento e supporto é interamente pagato dalla collettivitá. Occorrono PRIMA scuole in Africa e poi emigrazione in Europa, altrimenti avremo generazioni di analfabeti con cultura tribale che per decenni cercheranno di sbarcare il lunario attraversando il Mediterraneo.

Se l'immigrazione é il fluido umano povero della globalizzaione, il capitale che si muove senza confini é il fludio intangibile ricco della globalizzazione.
Vedete, fusioni, acquisizioni industriali e bancarie constono a grandi societá di spostare capitali dove meglio conviene e pagare le tasse ove meglio conviene. All'uomo della classe media questo é precluso, perché deve pagare le tasse nel paese in cui vive.
Come si mantiene il supercredito che permette alle banche di continuare a sopravvivere e fare utili e ai ricchi di comprare i beni che i poveracci sono costretti a vendere perché non ce la fanno a tirare avanti? Grazie all'azione delle banche centrali.

L'attivitá di iniezione di denaro con bassissimi tassi di interessi da parte delle banche centrali é un altro aspetto della globalizzazione. Consente alle multinazionali di rifinanziarsi ricomprandosi le proprie azioni e facendo felici gli azionisti senza vera crescita.

Quindi giá capiamo che l'uomo medio vive in periferie rese peggiori da stabili occupati abusivamente da immigrati in genere africani che non posseggono altro mezzo di sostentamento se non la caritá di Stato oppure ricorrono a prostituzione e spaccio (e la morte di una adolescente a San Lorenzo a Roma ne é solo l'ultimo caso). Le periferie turche e africane ad Amsterdam o Rotterdam sono un altro esempio. E l'uomo medio vede decrescere il proprio salario perché i posti di lavoro che pagano bene sono stati spostati all'estero ovvero perché i capitali si sono spostati dove il costo del lavoro é piú basso (Cina) o dove si pagano meno tasse (paesi dell'Est Europa, Olanda e Irlanda).
Nel frattempo i ricchi che detengono azioni o case da affittare fanno soldi a palate. E la disuguaglianza aumenta. Non é un caso che se una compagnia USA decide di licenziare 14mila persone le sue azioni salgono. Non venderanno auto in USA, ma all'estero le stesse auto saranno piú convenienti e l'azienda fará piú profitti.

La cultura di sinistra, vecchia di decenni, e il politically correct che la cultura di sinistra si porta dietro impediscono ad un lavoratore che vive di stipendio di riconoscere (non dico accettare, ma almeno riconoscere) queste realtá. Ha strumenti culturali inadatti. La scuola in Italia é vecchia nelle materie che insegna (e infatti c'é incremento  dell'abbandono scolastico: se non puoi permetterti di studiare ingegneria, e come diplomato non c'é lavoro, meglio iniziare da subito a fare i camerieri o gli ascensoristi piuttosto che stare tra i banchi di scuola a studiare Sumeri e Risorgimento con tutte le balle che la Storia insegnata sui libri si porta dietro).

I figli della vecchia classe media devono diventare fluidi pure loro. Emigrare dove possono, cambiare lavoro spesso etc. In queste condizioni, fanno meno figli perché sono precari e questo rafforza il circolo vizioso del politically correct: se loro fanno meno figli, a livello numerico occorrono gli immigrati per compensare la perdita.

Il problema é che in genere questi immigrati che servono a copertura della mancanza delle nascite degli autoctoni sono mussulmani.

Questo é la variabile che non fa quadrare l'equazione della perfetta immigrazione nel mondo superfluido globalizzato occidentale: l'Islam.

L'Islam non é iperfluido. Crea comunitá che si riconoscono e vivono intorno alle moschee, dove si parla l'arabo e dopo tre generazioni (vedi la Francia) non si sono ancora integrate. Integrarsi significa rinunciare alla propria cultura di partenza e vivere secondo i modi della cultura del paese di arrivo.
Queste persone, anche dopo TRE generazioni, in genere non si integrano. Basta girare in metro a Monaco o Parigi. Questa é la realtá. Sfacciata, benedetta realtá.

I disordini sociali, per ora nascosti sotto il tappeto a Colonia in Germania o a Rotherham nel Regno Unito (andate su Google e digitate "Rotherham violenze")sono solo la prima scintilla di un incendio che é pronto a scoppiare, ancora una volta, in Europa. Sono conseguenza della globalizzazione, del politically correct, della immigrazione spinta e dell'esaurirsi della classe media.

A chi obietta che questa visione é parziale, io rispondo: quale altra spiegazione di insieme sapete dare VOI alla sparizione della classe media, ai disordini delle periferie in piú paesi, all'aumento della disoccupazione giovanile che é una piaga in Europa e al fatto che uno 0.4% di deficit in piú allarma Bruxelles piú di un attentato?

Veniamo a Bruxelles: in Europa l'euro ha aggravato ulteriormente le disuguaglianze indotte dalla globalizzaione nel mondo. Ha acuito queste disuguaglianze mondiali a livello europeo, piú locale. L'euro ha ulteriormente aggravato la situazione perché ha reso i ricchi in Germania ancora piú ricchi. Non TUTTI i tedeschi, beninsteso. Ma i paesi mediterranei sono stati in massima parte penalizzati. Normale che i cosidetti populisti (termine spregiativo coniato dalla sinistra) acquistino consenso: i fatti dimostrano che le politiche europee sono fallimentari e chi le ha portate avanti se ne é fregato delle conseguenze. In Europa, chi continua imperterrito in queste politiche fallimentari é Macron che con il suo entourage vive in un mondo scollegato dalla realtá. I cittadini che incazzati scendono in piazza a manifestare cercano di riportarlo coi piedi per terra, ma sembra inutile.

L'euro ha facilitato l'emigrazione di personale qualificato dai paesi mediterranei a quelli del Nord Europa. Questa á una tragedia! Il Sud Italia, con l'emigrazione spinta per 150 anni sta molto peggio oggi che cento anni fa rispetto al Nord. L'emigrazione dei migliori porta un paese a perdere linfa vitale, a sparire, a vivere di sussidi.

Chiudo questo post con una speranza: e cioé che quando i cosiddetti populisti andranno al governo (perché é matematicamente certo che ci arriveranno) in piú di un paese chiave del Mediterraneo, inizieranno a INVESTIRE denaro pubblico, a deficit, per infrastrutture (per far lavorare la gente) e formazione (per far crescere classi di professionisti e dirigenti) per far risollevare i paesi europei. Collaborazione spinta con l'África per far cessare l'emigrazione di massa e, soprattutto, niente piú guerre per procura in Africa e Medio Oriente.

Se queste azioni non saranno portate avanti, prepariamoci a insegnere l'arabo ai nostri figli e nipoti, ad emigrare o a prepararsi all'eventualitá di conflitti in Europa.